Per il mestiere che svolgo, medico neurologo, non passa settimana che non accada di valutare un anziano visibilmente non più in grado di guidare l’auto, ma che non ne vuole sapere di mollare il volante e accettare il limite che la biologia gli impone. Ne seguono discussioni, soprattutto con i poveri parenti, con soluzioni improvvisate e creative da parte degli stessi, tipo procurare guasti ai mezzi o inventare false perdite di mazzi di chiavi. Per quanto l’argomento sia scivoloso e divisivo, sarebbe quindi il caso che le istituzioni provvedessero preventivamente. Sono infatti sempre più numerosi gli incidenti, anche gravi, procurati da anziani fragili. Ma, dirà il lettore, ci sono già visite mediche, commissioni, esami specialistici finalizzati a questo riguardo. Si pensa generalmente che il limite dell’anziano sia prevalentemente visivo, e che quindi se l’esame oculistico è buono, o almeno sufficiente, nessun problema alla guida dell’auto. In realtà le difficoltà sono più esecutive, di soluzione di problemi, in questo caso viabilistici, non ben gestiti da ultraottantenni.
Pensate alle rotonde, agli imbocchi autostradali, ai cantieri. Non c’è poi solo la vista, ci sono limiti di udito, di movimenti fisici come la torsione del collo, i riflessi delle gambe e delle braccia. Tutto questo rende taluni anziani in automobile un rischio per sé stessi e per gli altri. Allora, e questa è la proposta, perché non mettere un limite anagrafico massimo, visto che ce n’è uno minimo, 18 anni, per la guida dell’auto? Certo, ci sono 90enni che guidano bene, ma anche 16enni probabilmente, ovvio non sono maggiorenni per rispondere dei propri gesti, ma potrebbero essere emancipati in deroga per l’occasione.
Come già scritto, c’è la visita medica che valuta gli anziani, questa si avvale di diverse visite specialistiche per gli organi interessati, ma anche se ciascun organo è sufficiente, la sommatoria potrebbe non esserlo, e non sono sempre previsti test psicoattitudinali. Una proposta simile dovrebbe tuttavia avere dei “contrappesi” adeguati, come il miglioramento dei mezzi di trasporto pubblici. A questo riguardo Como è messa oltremodo male. Un conto è immaginare infatti uno scenario simile in una città dotata non solo di linee metropolitane, ma anche di servizi pubblici di superficie ottimali. A parte gli aspetti più strettamente gestionali (pochi mezzi e mal distribuiti), la città e il territorio lariano pagano due dazi pesantissimi: uno strutturale geografico, costituito da valli continue, lungolaghi tortuosi e montagne poco e mal raggiungibili. L’altro più recente e oggettivamente da rivedere nell’accettazione e gestione: l’overtourism, cioè l’arrivo da anni ormai di orde di turisti che rendono la vita dei residenti meno vivibile e sicuramente di qualità peggiore.
A cominciare dai trasporti. Per fare degli esempi: provate a prendere un bus per una destinazione sulla strada statale lariana e poi mi dite. Oppure ancora, e qui la ferita è non solo apertissima ma anche sanguinante: provate voi anziani residenti a chiamare un taxi per andare a fare una visita medica. I taxi appunto, non può una città che invecchia sempre più non dotarsi di un parco auto pubbliche adeguato. Se vogliamo che gli anziani si muovano in sicurezza per sé e per gli altri, dobbiamo aumentare o liberalizzare le licenze.
Oppure, proposta velleitaria ma provocatoria, bisogna pensare di dedicare un certo numero di auto pubbliche al trasporto dei turisti e un analogo numero ai residenti. Ancora, immaginare scenari più creativi, come quello raccontato da Beppe Severgnini (Corriere della sera, 5 agosto 2023): a Mosca anni fa, per la grave carenza di auto pubbliche i cittadini si arrangiavano alzando un braccio e facendo improvvisare taxisti privati, a pagamento, con gli evidenti rischi connessi. Arriveremo a questo? Speriamo di no. Di fronte a una popolazione che invecchia sempre più, e Como in questo è quasi da primato, un limite anagrafico per la guida dell’auto bisogna comunque seriamente pensarlo, per la sicurezza di tutti. Nella Bibbia è scritto “per ogni cosa c’è il suo tempo” (Ecclesiaste 3, 1-15). Parliamone.
9 Commenti
Penso che non si puo’ discriminare gli ottantenne e neanche i nuovi patentati. Penso che il problema sia nell’auto critica di noi stessi.io sono una donna di 82 anni non ho mai fatto un incidente e uso l’auto x andare al supermercato o andare a fare qualche visita specialistica senza pesare sui miei figli che dovrebbero chiedere permessi di lavoro.
L’altro giorno nel giro di 200 mt ho incrociato 2 persone che parlavano al cellulare… con lo stesso in mano!… e non erano più “anziane” di 40 anni. Alla stessa stregua allora togliamo anche il diritto al voto x incapacità presunta di valutazione oggettiva, o di gestione economica o qualsiasi altro tipo di autonomia… anzi rinchiudiamo tutti gli ultraottantenni in casa di riposo e ci togliamo il problema.
Ritengo che il limite delle funzioni umane come la guida delle auto, ma anche come l’esercizio professionale e intellettuale, non vada imposto in termini generali, semmai con valutazioni individuali. Tra queste, il test più importante è sempre quello soggettivo delle persone umili, attente alla propria salute e a quella degli altri. Ovvero, l’autovalutazione di coloro che comprendono per tempo e autonomamente quando è l’ora di esimersi dalle stesse funzioni
assolutamente da neurologo dovrebbe sapere che i limiti di età sono soggettivi , quindi bisognerebbe essere analizzati , ci sono persone che non dovrebbero guidare già da giovani , quando poi invecchiano sono pericoli
Caro dott.Guidotti non si può generalizzare e dire che agli ultra ottantenni la patente deve essere revocata ecco perchè per ottenere ancora la licenza di guida un ultra ottantenne viene sottoposto a varie visite.Perchè negare la possibilità di guida a chi “sta bene in tutti i sensi”?In ogni caso la maggioranza degli incidenti sono dovuti a persone ubriache, sotto effetto di stupefacenti o perchè chattano mentre guidano e queste persone non sono ultra ottantenni.
Caro Guidotti,
sono in completo accordo con Lei, al 100%, per togliere la patente ai soggetti i quali hanno il “limite biologico” (citazione Sua) insufficiente alla giuda… MA… mi ascolti bene… MA, indipendente dall’età. 😉
Non si angusti per gli anziani alla guida, ma si focalizzi solo sull’utente pericoloso alla guida, di qualsiasi età: vedasi fattoni, drogati, ubriachi…
Le segnalerei anche, inguaribili “TikToker”, “Instagrammer” e “Youtuber” che passano il tempo incollati al telefono a mettere like o vedere video (o peggio farli) per il “grano” facile.
Buona giornata
perchè il parametro deve essere solo l’età. spigatemelo P.F.
Sono perfettamente d’accordo col Dott Guidotti, metterei il limite massimo a 80 anni e per coloro che hanno sempre guidato, raggiunta l’età limite, tessera di libera circolazione sui mezzi pubblici della regione di residenza.
Caro Guidotti, ci sono ultra ottantenni che hanno mente e riflessi più reattivi di una persona 50 enne stressata dalla vita, che mentre guida pensa ai mille problemi da risolvere nella giornata. Per non parlare, poi, di chi guida (tantissimi) usando il cellulare.