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Punti di vista

I fantasmi e noi: i senzatetto che si aiutano, il coraggio dei volontari, l’indifferenza della città

Con il reportage che trovate qui, in queste pagine, non abbiamo la presunzione di sapere davvero cosa sia la povertà.

Piuttosto, abbiamo voluto mettere un volto umano alla disperata situazione dei senza fissa dimora comaschi, spesso descritta a cifre e dati e conferenze stampa, con parole che diventano tecniche o si ingentiliscono, con romantici francesismi che alleggeriscono una tragedia che si consuma ogni giorno nelle nostre strade.

Da un lato il nostro viaggio ha confermato quanto sia bastarda la vita di strada, in tesa contraddizione con la ricchezza evidente di una città come Como.

Da clochard, per le persone, per i passanti, sei un fantasma. Chi ti passa accanto andando al lavoro potrebbe anche passarti attraverso che nulla cambierebbe.

Quando hai bisogno di un bagno, usare un angolo di via Mentana è davvero l’unica scelta. L’euro per il caffè al bar è un lusso che non ti puoi permettere e tanti auguri se azzardi a chiedere di usare la toilette senza consumare.

Quando il tuo tempo non ha profondità perché non rientri in alcuna logica produttiva allora la depressione è nemica. Senza rafforzare uno stereotipo, sfido chiunque ad affrontare un orizzonte infinito di precarietà costante in totale sobrietà.

Passare qualche ora da ultimo, con gli ultimi, ha poi però portato alla luce aspetti che distruggono i più meschini luoghi comuni sulla grave marginalità. Qualcuno ha dovuto scegliere la vita di strada come unica alternativa, ma non sulla base di circostanze cercate.

Immaginate di rimanere senza lavoro improvvisamente. Quanto a lungo potreste durare, prima di perdere tutto? Qualche mese? Chiedere aiuto ai propri familiari, a fratelli o genitori, non è un opzione. Insomma, potremmo trovarci tutti in coda per un pasto caldo, da un mese con l’altro.

Ph: Pozzoni

Questo breve viaggio, ha poi portato in luce la splendente e calda solidarietà che fiorisce tra le sfilacciature dei margini della società. In una notte da senzatetto, l’unica presenza delle istituzioni è stata la macchina della Polizia girava attorno a San Francesco, quasi a rimarcare la povertà come problema unicamente di ordine pubblico. Se l’aiuto non viene dall’alto, tra senza fissa dimora ci si aiuta sempre. Stefano e Pietro (nomi inventati per proteggere due persone meravigliose) mi hanno mostrato dove dormire, dove prendere i documenti necessari per mangiare, come mettermi in coda in mensa senza farmi superare.

Non scorderò chi ha condiviso con me metà del proprio coniglio di cioccolata sorridendo: “Mangia che sei giovane”. E poi c’è la gentilezza dei volontari che fanno di tutto per rendere meno meschina la vita di strada, con un sorriso, un tè, una stretta di mano.

La rete di associazioni che si occupa di chi vive in situazioni di grave marginalità è una macchina formidabile per organizzazione e prontezza, oliata da decenni di necessità e dal bisogno di mettere toppe a una coperta troppo corta mentre l’inverno sta arrivando.

La considerazione finale di questo viaggio è che la situazione dei senzatetto, ormai assurta a consuetudine, non può essere tollerata. Nessuno (bianco, nero, giovane, vecchio, in regola, senza documenti) dovrebbe mai e poi mai essere costretto a una vita da strada.

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11 Commenti

  1. Scusate, cosa deve fare uno che la casa ce l, ha, fatiscente, coi bagni fuori uso, in sedia a rotelle, può usare i bagni dei senza tetto x farsi un bagno o una doccia? Grazie

  2. “…… Nessuno (bianco, nero, giovane, vecchio, in regola, senza documenti) dovrebbe mai e poi mai essere costretto a una vita da strada”.
    Questo è scritto nella conclusione di una bell’inchiesta giornalistica ma rappresenta un messaggio politico che sarebbe stato bello ascoltare da qualche politico locale (preferibilmente di opposizione…).
    Oggi, purtroppo, c’è una profonda confusione tra la Politica e la Gestione amministrativa della cosa pubblica. La Politica è fatta, anche e soprattutto, di valori, di ideali e di una chiara visione tra ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare; tra ciò che si deve fare subito e ciò che può attendere. La gestione amministrative della cosa pubblica è mettere a terra questi valori e queste priorità finalizzandole attraverso progetti, piani e iniziative.
    A Como quello che è importante, per stessa ammissione del nostro “buon” Sindaco in un’intervista di qualche mese fa a ETV, è l’ordinaria amministrazione, cioè il minimo sindacale della Gestione Amministrativa della cosa pubblica: asfaltatura delle strade, parcheggi e poco altro.
    Il quadro è desolante, non c’è che dire.

  3. Ciao a tutti
    La cronaca serve a sensibilizzare gli animi della gente
    A mio modesto parere non è la carta stampata che deve prendere decisioni nel merito ma parlarne in punta di piedi sicuramente serve con quella delicatezza che contraddistingue i cronisti di COMOZERO

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