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Il devastante attacco di Rifondazione Comunista a Como Comune e Minghetti: “In queste elezioni la sinistra non c’è”

L’accusa esplicita al raggruppamento ecosocialista di “Como Comune” di aver infranto l’unità della sinistra a Como, aderendo alla coalizione che sostiene la candidata Barbara Minghetti; il dito puntato sempre su quella stessa coalizione e sulla candidata, di fatto accomunati o quasi con un’area politica più affine al centrodestra che non alla sinstra o al centrosinistra; infine, l’annuncio che – in questo quadro elettorale – “dove la sinistra non c’è” – il loro simbolo non correrà.

E’ densa di delusione e polemica politica la lettera aperta diffusa oggi da Rifondazione Comunista e firmata da Fabrizio Baggi, segretario regionale, e da Pierluigi Tavecchio, segretario provinciale del partito. Nel documento, oltre all’affondo sulla coalizione che fa perno sul Pd, nessun accenno all’altra lista di sinistra in campo, quella che con Civitas sostiene la candidatura a sindaca dell’ex deputata ed ex segretaria provinciale della Cisl, Adria Bartolich.

La lettera integrale di seguito.

Ci raccontano continuamente che aderiscono ai listoni di centrosinistra, all’interno dei quali ci sono e transitano organizzazioni e personaggi improponibili, al fine di “arginare le destre” ma come stanno davvero le cose?

Dov’è che si arginano le destre quando, è il caso di Milano, il centrosinistra vota a favore dell’inserimento del micidiale “taser” tra le armi in dotazione alle pattuglie di polizia locale facendo approdare, per la gioia della Lega, i decreti sicurezza di salviniana memoria nel consiglio comunale della fu Città medaglia d’oro alla Resistenza?

Dov’è che si arginano le destre quando, è il caso di Como, un gruppo come COMO COMUNE partecipa ad una coalizione che:

  • vede candidate e candidati facenti parte della peggior borghesia “turbocapitalista” cittadina e provenienti, in alcuni casi, da FdI e FI;
  • ha il sostegno personale di un uomo della destra economica confindustriale come Carlo Calenda
  • vede la partecipazione di forze politiche che hanno contribuito alla devastazione dello Statuto dei Lavoratori e in particolare dell’articolo 18, che hanno la responsabilità dell’ideazione e dei rinnovi degli accordi criminali con la Libia sulla pelle delle persone migranti, dei nuovi lager (i Centri di permanenza per il rimpatrio – CPR) e via discorrendo
  • ha una candidat(A) sindac(A), Barbara Minghetti, che, nel consiglio comunale uscente, prima si astiene (!!) sull’ipotesi di privatizzazione degli asili nido comunali, facendoci capire che, se dipendesse da lei, privatizzerebbe, e poi, insieme ai consiglieri del PD NON PARTECIPA al voto consiliare sulla sciagurata ipotesi dell’autosilo Gallio ammettendo – tra le righe – di non essere contraria a portare centinaia di auto in pieno centro.

Come si può chiedere, come ha fatto Como Comune, un voto per arginare le destre, quando si è disposti a tutto pur di provare a sedere su una sedia del Consiglio Comunale e, per questa ragione, si rinnegano i valori e gli ideali sempre sostenuti?

La candidata Sindac(A) (continuiamo a nominarla al femminile anche se lei non lo fa) per Como – ha dichiarato che i modelli di amministrazione che rappresentano il gruppo che la sostiene sono quelli di Sala, Bonaccini, e Gori!

Le persone di Como Comune ci stanno quindi dicendo (o non dicendo, visto che l’imbarazzato silenzio prosegue) che i modelli di amministrazione a cui guardano, loro che si sono autodefinite “uscita a sinistra per le prossime elezioni” – sono:

  • Il regionalismo differenziato
  • Gli sgomberi delle persone senza fissa dimora
  • I taser nelle mani degli agenti della locale
  • L’edificazione sfrenata
  • Le privatizzazioni e le esternalizzazioni dei servizi?

È questo quindi il modo in cui si stanno muovendo a Como quelli che, più di un anno fa, hanno deciso di sciogliere definitivamente il progetto di alternativa ai poli esistenti che avevamo costruito insieme nel 2017 attraverso la costruzione della lista “La Prossima Como”?

È attraverso questa scelta che Sinistra Italiana sta rimuovendo, dalla campagna elettorale nella nostra città capoluogo, le questioni della giustizia sociale, dei diritti dei lavoratori, del primato del bene comune sugli interessi speculativi dei privati, dell’accoglienza e della promozione sociale e spirituale di tutti e di tutte.

Dal canto nostro non ci stiamo, non parteciperemo a questo gioco al massacro e visto che crediamo che la politica, quella vera, si faccia nelle lotte, nelle piazze, nei conflitti e nelle contraddizioni create dal neoliberismo, abbiamo deciso, non sentendoci rappresentati da nessuno, di non partecipare a questa campagna elettorale.

Ci fermiamo un giro e lavoreremo con le persone, con le esigenze quotidiane di tutte e tutti ed alla costruzione di qualcosa di realmente alternativo, a partire dalle lotte nelle quali siamo quotidianamente.

Non daremo quindi alcuna indicazione di voto quest’anno.

Per noi quest’anno la sinistra nella competizione elettorale non c’è.

Como, 04 aprile 2022

© RIPRODUZIONE RISERVATA

10 Commenti

  1. Ennesimo episodio della serie “io sono di sinistra e solo io posso dare le patenti di vera sinistra agli altri”.

    Tanto patetico quanto inutile, altro che devastante: ogni tanto una bagno di realtà non guasterebbe.

  2. La sinistra in Italia è scomparsa da tempo e il colpo di grazia lo diede Renzi: per quel che mi riguarda ci vorrebbe un/una giovane istruito/a e coscienzioso/a con un entourage di elementi efficienti e innovativi, altro che Landriscina, Minghetti e Rapinese: con loro non andiamo da nessuna parte

  3. cos’e’ di sinistra lo decidono loro,a quanto pare…bene:facciano proposte,purche’ non siano le stucchevoli e inutili dichiarazioni di principio,i soliti generici grandi sogni;insomma si propongano per governare la citta’ o per sostenere costruttivamente un candidato.Oppure tacciano,finalmente.

  4. Sono d’accordo con Baggi: il polo sedicente “ecosocialista” ha svenduto i valori politici che rappresentava mettendosi al servizio della Donna-in-carriera e dei consigli di amministrazione delle lobby che rappresenta. All’interno della ex sinistra ci sono anche persone in buona fede che hanno semplicemente sbagliato analisi politica, per ottimistica ingenuità o sprovvedutezza. Ma vedrete che se ne pentiranno e prima o poi lasceranno la coalizione, anche se sarà troppo tardi avendo ormai completamente perso la loro credibilità. Baggi non ascolti i grilli parlanti della reazione e si dia realmente da fare per consapevolizzare e coinvolgere la cittadinanza che conserva ancora un minimo di ragionevolezza.

  5. L’offerta politica segue la domanda. Voglia di sinistra non c’è e soprattutto non c’è a Como e a dire il vero, da quando l’emergenza migranti è stata sostituita dall’emergenza Covid e dall’emergenza Ucraina, non c’è neppure troppa voglia di destra. Non è un problema di destra o di sinistra. A Como i problemi sono strategici. Come si posizionerà la città tra venti/trent’anni? E pratici, come risolviamo il problema del traffico e dei servizi di trasporto pubblico? Come risolviamo il problema del degrado del patrimonio comunale che nessuno ha il coraggio di svalutare? I temi sono questi. Il resto è “peanuts”. La destra punta a un conservatorismo spinto per evitare che le associazioni loro amiche perdano le rendite di posizione senza capire che sono proprio quelle che stanno affossando le categorie che rappresentano. Il centrosinistra di Minghetti spera in un rapido ammodernamento della città confidando in qualche successo iniziale per far capire a tutti che hanno i mezzi per fare bene e per far dimenticare le opere incompiute di Lucini. Rapinese spera di inventarsi qualcosa che piaccia il tempo sufficiente per farsi votare, poi spera di arrangiarsi prima che tutti si accorgano della sua inconsistenza. Destra o sinistra non frega nulla a nessuno. La scelta semmai è tra chi vuole andare avanti voltando pagina e riscrivendo tutto da capo (Minghetti) e chi continuerà a scrivere lo stesso romanzo copiando quello che hanno già scritto altri (Molteni, Bartolich) e chi non sa cosa fare ma vuole solo essere eletto (Rapinese). La sfida è questa.

  6. Gentili Baggi e Tavecchio.
    Vi conosco da parecchio tempo… siete persone serie, idealisti e sognatori, persone oneste…
    Non vi comprendo, non vi capisco.
    Non vi siete seduti a nessun tavolo e non avete rivendicato niente, nessun assessorato, nessun posto nelle municipalizzate e/o in altre strutture… ma non volete mostrare le vostre idee e la vostra correttezza…
    Chi si occupa di politica a Como sorride dicendo che non avete 32 persone da mettere in lista… io so che le persone da mettere in lista e da candidare le avete…
    Stare fuori sempre non serve… serve partecipare…
    Fate vedere che esistete…
    Non vincerete ma la Vostra preparazione sociale e politica in Consiglio Comunale sarà parte importante per un corretto controllo democratico…

  7. In realtà la sinistra non c’è più da un tempo immemore o meglio da quando un notissimo regista disse: “fate qualcosa di sinistra”.
    Non esiste più neppure un Centro riformatore e progressista ma un polo reazionario, ultraconservatore di ultra70enni. In ogni caso non si vede all’orizzonte nulla di cui ci si possa entusiasmare. Che dire? Più il potere resterà in mano ai reazionari più guerre ci saranno e forse prima o poi qualche vecchio nostalgico premerà il tasto sbagliato del missile carico di testate nucleari vere e allora qualcuno capirà che abbiamo sbagliato tutto.

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