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“Io frontaliere ho fatto il mercenario e il ‘morto di fame’. Ma a 42 anni mi licenzio e mi godo la vita”

Tra le tante testimonianza sulla ‘vita da frontaliere” che sono arrivate alla redazione di ComoZero in queste settimana, quella che segue è senza dubbio una delle più originali poiché racconta di una scelta piuttosto inusuale. Ovvero, la decisione – vivendo in Francia, nella zona del Lago Lemano – di lavorare in Svizzera, dove comunque gli stipendi sono maggiori, con il solo obiettivo di risparmiare molti soldi per godersi la vita con la famiglia in giovane età (l’autore del racconto ha 42 anni). Il tutto senza nascondere la sensazione di disagio vissuta in tutti questi anni di lavoro ‘da mercenario’, come egli stesso si definisce ma nello stesso tempo vedendo come una sorta di liberazione dal sistema di vita e dal mondo del lavoro svizzeri. Di seguito, il contributo integrale esattamente come è arrivato – tramite registrazione mail – alla redazione (per storie, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla pagina facebook).

Anche io faccio il frontaliere da 15 ann (non vivo in Italia, ma in Francia, in zona lago Lemano). Il mio stipendio a parità di lavoro è 4 volte ciò che prenderei in Italia o Francia e ho un contratto da quadro superiore quindi pagato ben più di 100k/annui. Ma la vita del frontaliere è ricca di “inganni”: non sei né carne né pesce, cazziato in Italia (o Francia nel mio caso) per gelosia dei tuoi compatrioti, vieni spremuto, considerato poco e bistrattato dai tuoi colleghi svizzeri (anche lì in parte per gelosia, poiché a parità di stipendio, il tuo potere d’acquisto è molto più alto, e in parte perché sei considerato il “capro espiatorio” di tutti i mali sociali del Paese).

Ti passi ore e ore nel traffico, e sai benissimo che lo fai semplicemente per SOLDI. Mi sento un MERCENARIO, alla stregua degli svizzeri durante il medioevo, che facevano i mercenari perché il loro Paese all’ epoca non dava opportunità. Ma se uno è intelligente, questa vita la fa “a tempo”, fai in modo di guadagnare il massimo e spendere il minimo, non facendo MAI il passo più lungo della gamba, proprio per non rimanere bloccato nella trappola del “debito” e quindi dover accettare questa “neo-schiavitù’” fino al rimborso (quindi spesso, molto a lungo). Io desidero crescere mia figlia, andare in vacanza, godermi mia moglie, non solo partire alle 6 del mattino e rientrare alle 6 di sera.

Però in tutto questo “tristume” mi sento quasi felice, perché il prossimo anno ho deciso di licenziarmi. Ho 42 anni, una casa pagata sulle rive del lago Lemano (vale circa mezzo milione) l’ altra metà del milione in banca e soprattutto una moglie felice e una figlia di 4 anni adorabile (anche se molto energivora ;).

Se volessi continuare ad accumulare denari, in cambio di una vita di sacrifici, cosa potrei guadagnare ancora in più? In realtà avrei solo molto da perdere, poiché ogni giorno perso, nella vita, non torna più! Ma a questo ci sono arrivato con grandi sacrifici, con i primi stipendi d’oro in CHF, invece di prendermi il macchinone, mi sono preso una Peugeot 207 di terza mano (adesso ho una Dacia, quindi niente di molto meglio); la casa, invece di farla costruire da 1 milione facendo debitoni, l’ho fatta costruire da 110 M2, e il cartongesso e le pitture interne le abbiamo fatte io e mia moglie durante le ferie guardando i tutorial su YouTube (e la casa è stata quindi pagata senza fare debiti). Quando gli amici ci invitavano in pizzeria si diceva di no: o li si invitava da noi a fare una pizzata (fatta ovviamente in casa) o si rifiutava l’invito. Le ferie, per più di 17 anni a casa dei miei in Italia (invece di fare viaggi più “esotici” e quindi più cari). Insomma: pur con uno stipendio da Re, ho vissuto da pseudo morto di fame!

Mi fa onore? Non lo so, l’ unica cosa che so, è che ora, posso palesemente sputare a testa alta nel piatto in cui ho mangiato per anni (soffrendoci molto devo dire) perché non ho più BISOGNO di mangiare quella pietanza, fingendo di ridere alle battute dei miei colleghi, e fingendo di essere felice in ciò che facevo, e a metà della mia vita e con una meravigliosa famiglia, posso permettermi di partire, di dire ciao al frontalierato e tornarmene a casa in Italia, ad investire tutti i miei anni di sacrifici, fatti partendo da ZERO (sono arrivato qua con un euro/franco e ho dormito in macchina per mesi 17 anni fa, prima di trovarmi un affitto a poco prezzo e quindi dormire in un vero letto, e prima di lavorare dove lavoro oggi, facevo 4 lavori contemporaneamente a cavallo tra Francia e Svizzera). E desidero passare del tempo con la mia famiglia, con me’ stesso, con i miei amici.

Ringrazierò la Svizzera (che però comunque dal mio lavoro ne ha tratto beneficio…) ma visto che sono un MERCENARIO anche io, adesso, libero dai pesi finanziari, posso permettermi di mandare “AFFANCUORE” quel Padrone che per una buona parte della vita mi ha spremuto come un limone. Meditate gente, fate i frontalieri se volete, la Svizzera ha bisogno di voi/noi, ma siate intelligenti, non fate mai il passo più lungo della gamba, non indebitate i mai, solo così sarete liberi di dire BASTA, quando il “Padrone” comincerà a tirare troppo la corda. Buona vita a tutti dalle rive del lago Lemano.

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14 Commenti

  1. Nel lontano 1976,se ricordo bene,sono entrato,con permesso stagionale,per la prima volta nella Confederazione Svizzera.Passato un po di tempo ho potuto valutare le differenze tra Italia e Svizzera.Dopo tre stagioni ho avuto il permesso annuale e dopo altri due il permesso C.Ho continuato per altri vent’anni e posso affermare di non avere mai avuto complessi di inferiorità o problemi come quelli che ho letto nei commenti.Posso affermare di essermi sentito sempre,in ogni momento,protetto dall’autorità e,nel campo lavorativo trattato come uno Svizzero.Sono grato alla Confederazione Helvetica e,avendo lavorato praticamente a molte latitudini,se volessi fare paragoni,la Svizzera ne uscirebbe sempre vittoriosa.Mi dispiace per quelli che non si sono trovati bene.Alessio Gava.

  2. Si ma che palle con sta storia dei frontalieri, sembra che lavorino, facciano sacrifici, stiano nel traffico ecc solo loro! Lavoriamo tutti per campare!! Tutti noi dipendenti patiamo più o meno disagi nel traffico, tutti abbiamo colleghi o superiori più o meno stronzi, tutti paghiamo le tasse, tutti riceviamo più o meno gli stessi servizi dallo stato, cioè francamente non capisco quale sia il punto! Loro hanno scelto di lavorare all’estero facendo le opportune valutazioni, altri hanno trovato lavoro in Italia facendo le opportune considerazioni, non ho capito, bisogna fargli un monumento in dogana? Un inchino quando tornano a casa la sera? Ripeto, lavoriamo TUTTI al mondo per mantenerci e per vivere

    1. La differenza tra loro e noi è che i vecchi fronta pagano solo imposta alla Fonte, davvero poca cosa. Noi invece alla Svizzera lasciamo quasi DUE stipendi in tasse!
      Oggi sono i (vechi) fronta ad essere avvantaggiati e noi quelli fregati. E meno male che questo divario tra noi e NUOVI fronta si è un pò ridimensionato, meno male, era ora che Roma si svegliasse!!. Ora aspettiamo un adeguamento onesto anche per i vecchi. Sarebbe il minimo!

      E cmq stiamo ANCHE noi ore incolonnati tu pensa un po.

      1. Sono piuttosto certo che se fossi entrato prima di luglio 2023, ora non chiederesti nessun aumento delle tasse ai vecchi frontalieri… 😉 ma poi scusa, cosa ci guadagni ad aumentare le tasse ai tuoi colleghi? forse la spesa di un paio di scatole di Maalox in meno?

  3. Non riesco a capire come mai Comozero stia focalizzando l’attenzione sul tema frontalieri, evidenziandone peraltro come non sia poi così conveniente fare tale scelta di vita lavorativa. A quale pro? Disincentivare forse la migrazione di lavoratori italiani? Si può dire quello che si vuole ma quando si ha una busta paga che mediamente è pari al minimo tre volte quella di un italiano tutti le “lettere” del Frontaliere “pentito” non hanno più alcun valore, tenendo anche conto che non sono solo i frontalieri che si fanno chilometri di code ogni giorno. Per cui basta lamentarvi. Licenziatevi e lasciate il posto a qualche italiano kamikaze che cambierebbe volentieri il suo lavoro da 1,5k con il vostro da 5k.

    1. La differenza tra loro e noi è che i vecchi fronta pagano solo imposta alla Fonte, davvero poca cosa. Noi invece alla Svizzera lasciamo quasi DUE stipendi in tasse!
      Oggi sono i (vechi) fronta ad essere avvantaggiati e noi quelli fregati. E meno male che questo divario tra noi e NUOVI fronta si è un pò ridimensionato, meno male, era ora che Roma si svegliasse!!. Ora aspettiamo un adeguamento onesto anche per i vecchi. Sarebbe il minimo!

      E cmq stiamo ANCHE noi ore incolonnati tu pensa un po.

    2. No. Licenziatevi che ci sono i Ticinesi che non trovano più lavoro perché le aziende preferiscono i fronta. Che per lo stesso stipendio di uno Svizzero ne prendono 2 frontalieri.

  4. Ammiro quest’ uomo. Al di là del lavoro in Svizzera o in Italia, la lezione che ne ne esce è che dovremmo recuperare una sobrietà nel nostro modo di vivere, essere disposti a sacrifici senza lamentarsi troppo, per arrivare all’obbiettivo che ci siamo prefissi. Io ho un collega che ha lavorato come infermiere per 10 anni in Svizzera,poi quando i “vaffa..” erano arrivati alla gola (come dice lui..), è tornato a lavorare in Italia in ospedale senza nessun rimpianto. Si è potuto comunque fare una bella casa per la sua famiglia, e quello era il suo obbiettivo.

  5. Ma con 500k in banca, una famiglia e una sola casa piccola non è che andrai tanto lontano. Non lavorando le spese aumenteranno e spero che di soldi se ne investiranno nell’educazione della bambina. Insomma, ok, qualche anno di stop, ma pochi, a erodere il capitale, ma poi si torna “schiavo”, o comunque a “lavorare” come ogni persona civile sa di dover fare, certo magari scegliendo anche un lavoro che gli piaccia minimamente. Vero che ormai i nonni/genitori inizieranno ad essere anziani, magari da lì arriverà il jolly per andare avanti oltre?!

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