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Multe, De Santis (FdI): “La stucchevole guerra agli svizzeri, quegli input alla Polizia locale e i furbetti italiani”

E’ stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del neosindaco Alessandro Rapinese: il cosiddetto “carro attrezzi anti ticinesi”, una sorta di servizio esclusivo sulla base della carta d’identità o della cittadinanza che, ovviamente, nella realtà non può esistere.

Ciònondimeno, si susseguono ampie cronache di interventi della Polizia locale con rimozioni e multe per auto con targa ticinese, che per la verità – esattamente come dovrebbe accadere con quelle di qualsiasi altra provenienza – vengono giustamente sanzionate ma perché in divieto di sosta e non perché provenienti da un altro Paese.

Sulla questione, oggi ospitiamo un articolato intervento dell’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Sergio De Santis.

Lo pubblichiamo di seguito integralmente.

In riferimento alle notizie dei verbali elevati ai cittadini svizzeri che violano il nostro Codice della Strada, trovo controproducente, e forse stucchevole, continuare a parlare di una sorta di “Como contro il Canton Ticino”, quando invece dovremmo tutti lavorare per migliorare i rapporti di buon vicinato. Senza contare che ci sono altrettanti furbetti italiani, che a loro volta non pagano le multe prese in Svizzera (l’81% delle sanzioni non pagate nel Canton Ticino da parte di cittadini comunitari sono riconducibili a debitori residenti in Italia, per uno scoperto complessivo di 782.014 franchi – da Comozero del 23 marzo 2019).

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Sottolineo poi come la Polizia Locale di Como, sinceramente, non credo abbisogni di input da parte di nessuno per lavorare come ha sempre fatto, e come ho potuto apprezzare nei miei 5 anni di mandato consiliare.

Ma tornando all’annoso problema, ricordo a me stesso che si parlò delle difficoltà ad ottenere il pagamento delle sanzioni da parte degli stranieri, in Commissione Speciale Sicurezza Urbana, Reati ambientali, Mafie ed Ecomafie, di cui ero Vicepresidente, del 22 giugno 2020 (Comozero del 5 luglio 2020), con l’allora Comandante della Polizia Locale di Como.

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In quella circostanza emerse innanzi tutto che i tassi di pagamento spontanei erano in effetti molto limitati, e che però non era vero che svizzeri, tedeschi e francesi pagassero meno degli italiani. Ma il problema principale stava proprio a monte, e cioè nella difficoltà a notificare le multe all’estero per svariati motivi. In conclusione, l’ex Comandante disse che avrebbe potuto avviare il ricorso a una società esterna, cosa che credo sia stata ripresa, con risultati ottimi in prospettiva, dal nuovo Comandante.

Penso, in conclusione, che sia questa la strada da percorrere, e cioè quella delle norme e degli accordi internazionali, e quella del profilo istituzionale, senza ulteriori tensioni, che non aggiungono nulla alla risoluzione dei problemi.

Ringrazio per l’ospitalità.
Dott. Sergio De Santis
già Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia di Como.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

7 Commenti

  1. Ieri al carrefour di via recchi un suv parcheggiato da cani sul marciapiede: svizzero! La Polizia Locale giustamente ha chiamato il carro attrezzi: risultato multa cash e carro attrezzi. La multa che c’era su era di 87 euro e si è pagato pure il carro attrezzi..io avevo parcheggiato regolarmente in via Vittorio Veneto negli stalli blu, giusta la sanzione e la rimozione!
    De Santis si è candidato o vuole una poltrona?

  2. Quello che dice il colonnello De Santis è assolutamente condivisibile. Un divieto di sosta non è italiano o straniero ma è un divieto di sosta e basta. L’unica cosa che deve essere messa a punto è un sistema di riscossione delle contravvenzioni che attraverso stanze di compensazione tra Stati dia la possibilità a ognuno di essi di sanzionare i propri cittadini anche per contravvenzioni contratte all’Estero. È utilizzato questo sistema dalle Compagnie di Assicurazioni per sinistri causati da cittadini fuori dai propri confini e da quello che so, funziona da molti anni. Sono accordi che riguardano la politica nazionale e comunitaria non certo il Comune di Como.
    Il tema che è accennato dall’intervento di De Santis è invece diverso ma altrettanto interessante. Le contravvenzioni non devono essere uno strumento di propaganda politica. La Polizia Locale lavora sempre indipendentemente dal Sindaco o dall’Assessore di turno. Non dà più multe ora che prima. Far passare come un successo della politica qualche contravvenzione ai cittadini svizzeri è un modo infantile per farsi propaganda attraverso la pubblicizzazione del sistematico del lavoro di altri. Per intendersi, la professionalità e serietà dei Vigili non cambia a seconda del Sindaco anche se si atteggia a dittatore dello stato libero di bananas. 😊

  3. Caro De Santis è singolare che un politico “difenda” chi non rispetta la legge Italiano o Svizzaro che sia, il suo intervento è proprio fuori luogo e i cinq6anni passati con mandato consiliare sono stati sprecati inutilmente e gli imput che lei non ritiene necessari sono invece indispensabili se si pensa che proprio la politica “frenava” certi interventi. Ora che finalmente qualche intervento si vede ritengo il suo intervento completamente fuori luogo e senza senso.

  4. L’ex consigliere fratellitaliota si spende in un’ovvia quanto ragionevole considerazione colma di senso di responsabilità, quasi fosse un piddino. E’ il marketing elettorale, bellezza.

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