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Ok, Villa Bernasconi is the new Villa Olmo. E si fa bella con i quadri che la Pinacoteca di Como tiene in magazzino

Il ritorno della Lombardia in zona gialla permette una boccata d’ossigeno anche al mondo della cultura e delle mostre. E mette in luce anche un piccolo (ma forse poi nemmeno tanto piccolo) paradosso artistico che si snoda tra Como e Cernobbio.

Mentre il capoluogo attende ancora l’eterno e incompiuto rilancio vero, definitivo di Villa Olmo – prigioniera del cantiere da sogno finanziato con i famosi 5 milioni di Fondazione Cariplo ma ancora ben lungi dall’essere liberata – a Cernobbio spalanca nuovamente le porte il museo di Villa Bernasconi.

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Accadrà per l’esattezza venerdì 30 aprile 2021, con il nuovo orario, in ottemperanza alle norme emanate per l’emergenza Covid: dal venerdì al lunedì, dalle ore 10 alle ore 18, con prenotazione obbligatoria a questo link e biglietto unico di Euro 5,00 (gratuito under 15, over 75, Cernobbiesi, Abbonamento Musei Lombardia. E’ previsto lo sconto di 1 euro per chi in possesso del ticket del parcheggio per l’Hub Vaccinale di Villa Erba).

Ma se (d’accordo, magari, un po’ in piccolo) Villa Bernasconi is the new Villa Olmo – almeno per il momento – decisamente suggestivo è anche un secondo aspetto.

Dal 14 maggio, infatti, le stanze cernobbiesi ospiteranno l’esposizione “Visioni del lago da Villa Bernasconi”. Con quali opere? Quelle provenienti dalla Pinacoteca civica di Como, naturalmente. Collaborazione eccellente e meritoria, in sé, naturalmente. Ma certo fa specie che siano le manchevolezze (cantiere eterno di Villa Olmo) e i gioielli (i quadri di Palazzo Volpi, peraltro lì non visibili) a far brillare la dimora di Cernobbio.

E meno male che proprio in queste ore Miniartextil ha portato un raggio di luce vero, autentico. Uno spiraglio di bellezza sul futuro che sarà, speriamo.

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Ad ogni modo, viva l’arte a prescindere, ed entriamo nei dettagli della mostra a Villa Bernasconi. Saranno sei i dipinti della prima e della seconda metà dell’Ottocento a tema lacustre e una raffigurazione, tesori dai depositi del museo normalmente non visibili al pubblico: cinque vedute del lago, tra cui un grazioso olio su tela con Cernobbio vista dal porto, e l’opera “Il racconto del naufrago” attribuita al pittore e patriota italiano Gerolamo Induno.

Le prime due opere, Veduta del porto di Cernobbio e Como vista da Sant’Agostino, di ignoto autore e datate entrambe 1804, sono due fedeli riprese della realtà paesaggistica ritratta dove il paesaggio assume un ruolo di primo piano mentre la presenza umana rimpicciolisce relegata quasi a una dimensione di contorno dell’ambiente circostante.

Sulla riva del porto di Cernobbio si avvicendano poche e minuscole figure umane sovrastate dalla rappresentazione della natura (gli alberi, le montagne, il cielo) e dagli edifici; ugualmente nella veduta della città di Como dal Borgo di Sant’Agostino, ripresa dalla riva delle lavandaie.

Anche le tre opere attribuite alla pittrice Maria Teresa Mariani (Veduta di Menaggio, 1874, Como vista da S. Agostino, 1875, Castello di Brivio, 1882) s’inseriscono nel filone della pittura di paesaggio; con La fioritura (1890), Agnese Mylius – artista specializzata nella raffigurazione di fiori – pur adottando un linguaggio pittorico formale, dimostra di essere aggiornata sulle novità che il naturalismo aveva introdotto in pittura negli ultimi decenni del secolo.

La mostra ha il patrocinio della Camera di Commercio di Como e Lecco.

LE NOVITA’ DELLA CASA CHE PARLA

Le novità che aspettano i visitatori a Cernobbio, comunque, non sono finte qui.

Fino al 13 maggio Villa Bernasconi ospiterà la mostra “Dipingimi su seta: tra Liberty e moderno” con le opere di Rosanna Pressato: foulard di seta dipinti a mano, ispirati ad artisti diversi del primo Novecento.
Si tratta di opere nate durante la pandemia, in maniera spontanea, quasi terapeutica, e riproducono su seta – un tessuto che si lega strettamente con la storia della Villa e del suo primo proprietario, l’imprenditore serico Davide Bernasconi -, i lavori di alcuni grandi artisti del Novecento.

Si passa così dallo stile liberty di Alphonse Mucha, con il suo decorativismo, all’astrattismo geometrico del suo coetaneo Wassily Kandinsky, dal realismo cubista dell’americana Georgia O’Keeffe e dai rimandi geometrici di espressionismo astratto del suo conterraneo Mark Rothko, fino alla pop art di Andy Warhol e al minimalismo di Sol Lewitt.

CACCIATORI BOTANICI
Infine, i visitatori potranno partecipare a una divertente attività trasformandosi in “Cacciatori botanici”. E’ infatti questo il titolo della nuova esperienza di visita, che mira a valorizzare il ricco repertorio di decorazioni liberty a tema vegetale di Villa Bernasconi. Il gioco è semplice: il visitatore sceglie a quale categoria partecipare (foglie, fiori, frutti) e in biglietteria gli viene fornito un link per visualizzare sul proprio telefono un kit di tre schede botaniche che riportano il disegno della decorazione e una breve descrizione botanica della pianta con un approfondimento sulle curiosità dal mondo del verde.

Como

Il kit scelto contiene inoltre la lista delle decorazioni in gioco: quando il visitatore è sicuro di aver trovato l’elemento botanico raffigurato sulla cartolina, deve scattare una fotografia. Una volta terminato il gioco, mostrerà le foto alla fine del percorso di visita e, se avrà trovato tutte le decorazioni, riceverà un premio.

“Cacciatori botanici” si basa su due princìpi: dare voce alle decorazioni vegetali presenti nella villa che parla, e comunicare agli ospiti un nuovo punto di vista sul mondo vegetale e naturale. La villa infatti custodisce mille storie tra le sue decorazioni vegetali, storie che parlano di mondi lontani e vicini, di avventure stupefacenti: tutti questi racconti hanno come protagoniste le piante. Alcune specie sono presenti anche all’interno del giardino della villa e questo consente di “toccare con mano” quello di cui si parla nelle schede botaniche.

“Cacciatori botanici” trae ispirazione dalla mostra “Taccuini botanici” (2020) a cura della classe terza dell’Istituto Tecnico Agrario di Fondazione Minoprio, che ha studiato le decorazioni provando che le raffigurazioni non sono frutto di fantasia bensì realistiche ed è stato ideato da Giorgia Acquaviva, Ambasciatrice del Verde.

Le visite al Museo di Villa Bernasconi #lacasacheparla si svolgeranno nel rispetto delle misure di sicurezza anticovid-19 e per ascoltare tutte le voci della villa in sicurezza si potrà usare l’app “Villa Bernasconi” (da scaricare sul proprio device personale).

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