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Tre casi eclatanti e una domanda: i comaschi quando si ribelleranno a essere trattati da sudditi?

I comaschi quando impareranno a farsi rispettare un po’ di più? E, invertendo l’ordine, quando i politici impareranno a rispettare un po’ di più i comaschi? Le ultime settimane, con un’accelerata spiacevolissima nell’ultima in particolare, sono state veramente esemplari di come questo felice angolo di mondo – così tanto celebrato da riflettori e copertine – a livello di rapporto tra governanti ed elettori sia ancora concepito dai primi in maniera primordiale, dove i secondi vengono sovente trattati da sudditi muti a cui è chiesto solo di recepire annunci e capricci dei potenti. Con l’unica facoltà di sgranare gli occhi e abbozzare qualche mugugno, ma unicamente col senno di poi e senza grandi speranze di cambiare le cose. Anzi.

Insomma, c’è una logica padronale da parte di chi governa a vari livelli questa fetta di Lombardia bagnata dal Lario che è decisamente imbarazzante. Tre almeno gli esempi freschissimi.

Tutto nasce, ovviamente, dall’assurda fuga in avanti di venerdì scorso – che in realtà, vogliamo scommettere? si rivelerà nel prossimo futuro come una astutissima preparazione del terreno – dell’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, sull’ospedale di Menaggio, il cui pronto soccorso è stato chiuso dall’interessato con un’intervista rilasciata alla chetichella al di fuori da qualsiasi cornice istituzionale, formale, concordata e diciamo pure minimamente rispettosa delle migliaia di vite su cui andava a incidere. E’ esattamente l’atteggiamento da monarca assoluto verso i sudditi che si accennava prima: il metaforico incoronato arriva nel contado e tra una cosa e l’altra annienta il senso dell’ospedale più importante di un pezzo di provincia. E i pazienti, i residenti, i turisti: muti.

Come sappiamo, da quel momento in poi si sono scatenate polemiche e baruffe tali che la chiusura del Pronto Soccorso ora sembra formalmente rientrata e le decisioni rinviate (non annullate, rinviate). Ma la bastonata scomposta e a sorpresa negli stinchi di Menaggio e di questa provincia in generale, rimane.

Altro caso esemplare, spostandoci nella città di Como, è quello del cantiere più impattante degli anni recenti sulla viabilità, quello in arrivo su via Borgovico nuova: un paio di mesi a senso unico in una delle (pochissime) arterie fondamentali di ingresso e uscita dal capoluogo, per di più in direzione ‘Lariowood’. Insomma, un casino assicurato. E fin qui, al di là dei disagi, c’è comunque poco da eccepire: l’importanza dell’intervento sulle reti dell’acqua è conclamata e certificata, e prima o poi quell’asfalto andava squarciato. Ma quello che interessa qui, come sopra, è la modalità di gestione: l’intervento viene buttato là dal sindaco un mesetto prima, nel corso di una delle placide dirette televisive del venerdì sera. Ovviamente, in termini generici, ancora senza una data precisa, senza indicazioni specifiche, un po’ come un “boo! paura eh?” tra amici. O giusto per dire: “Io ve l’ho detto!”.

Passa una ventina di giorni e spunta – come al solito inizialmente da indiscrezioni più meno chiare – la data di inizio lavori, attesissima: 8 luglio 2024. Ok, va bene, si prende nota e ci si fa il segno della croce. Ci si prepara. Almeno fino a ieri pomeriggio, quando improvvisamente il Comune di Como, con una nota, fa sapere di averci ripensato: si anticipa di una settimana, martelli pneumatici in azione dal 1° luglio. Insomma, il preavviso si riduce a 4 miseri giorni. E se lunedì vi troverete intrappolati un po’ a sorpresa, tanto più o meno si sapeva, no? Che poi, certo, lo sappiamo benissimo che una settimana prima o dopo non cambia il mondo, anche se magari per organizzarti o anche solo per informare – chessò – clienti, fornitori, turisti e via dicendo, dopo che per 10 giorni è stata ribadita e confermata un’altra data, qualcosina incide. E’ però soprattutto una evidente questione di forma (mentis), di chiarezza e rispetto. E poi ci pensate se una comunicazione del genere l’avessero fatta Landriscina o Lucini, cosa avrebbe detto l’attuale sindaco allora all’opposizione?

E chiudiamo la carrellata con quella che è difficile non chiamare la farsa del lungolago. Dopo una delle più grottesche inaugurazioni di sempre – quella del marzo scorso, con l’apertura di un mezzo spicchio di marciapiede giusto per le elezioni europee allora in arrivo, con più politici schierati che cubetti di porfido posati – ora apprendiamo da La Provincia (peraltro dal sindaco che è tornato gentilissimo da quelle parti, e non dalla Regione come sarebbe sembrato più ovvio) che l’apertura finale e definitiva non sarà più il 4 luglio prossimo ma il 23. Motivo? Quello che era evidente a chiunque, in realtà: il cantiere è tutt’altro che finito tra locali tecnici da completare, parapetti dispersi all’orizzonte, pezzi ancora da completare e così via.

Dopo 16 anni e 35 milioni spesi, è ovvio che cambi poco vedere le dentiere politiche ammassarsi davanti al taglio del nastro il 4 luglio o 20 giorni dopo. Il metodo, però, resta sempre quello, un marchio di fabbrica: a un settimana da un momento strombazzato per mesi, si cambia tramite due parole informali del sindaco, senza alcuna comunicazione ufficiale (peraltro, mettendo in difficoltà Etv che ancora ieri, incolpevole e non messa al corrente dalla soffiata di turno, dedicava un ampio servizio al giorno del 4 luglio). Insomma, la sostanza non cambia: che si tratti di un ospedale, di un tombino o delle paratie, il comasco deve ascoltare, tacere e sperare di aprire il giornale o la tv nel giorno del proclama giusto. E comunque, da buon suddito, adeguarsi. Punto.

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23 Commenti

  1. La colpa è del suffragio universale. Finché si permette di votare a chiunque sarà facile per certi turlupinatori circuire l’incapace di turno.

  2. Assurda la richiesta di chiusura di Menaggio. Per fortuna c’è stato il dietro front della Regione che nonostante lo sfacelo delle politiche sanitarie (figuraccia COVID) viene sempre rivotata quindi è democraticamente la preferita dai lumbard. Noi elettori della lista civica del rosso prendiamo atto degli estemporanei provvedimenti del Sindaco e ci adeguiamo, perché dopo tanto immobilismo meglio uno che decide piuttosto che tentennare. Mancano 3 anni al suo mandato e ritengo che non verrà rieletto ma intanto ci divertiamo a vedere gli oppositori schiumare bile! Allora pure l’opposizione è vitale! Merito di questo sindaco averla risvegliata

  3. Il mio sará il commento di un’illusa che l’utopia esista: sanitá ed istruzione non vanno gestite come aziende, possono anche andare in perdita, in uno stato che si cura dei suoi cittadini. La salute non era un diritto? L’istruzione forse anche?

  4. Il territorio del lago è quello a densità più alta di elettori di destra. Per paradosso mi verrebbe da tifare per la chiusura completa degli ospedali di Menaggio e Gravedona e di quella totale della statale Regina per tre mesi. Chissà se insegnerebbe qualcosa a costoro. Adesso si cucchino l’amministrazione regionale che hanno voluto riconfermare nonostante le nefandezze abbondantemente compiute.

  5. Storicamente gli italiani sono sempre stati un popolo di sudditi, sempre in cerca di un carro del vincitore su cui salire e di un padrone cui genuflettersi per elemosinare prebende personali. I comaschi non sono diversi (la vicenda di Menaggio e più in generale lo smantellamento della sanità comasca a favore di quella varesina targate Lega ne sono un esempio).
    La variazione degli orari per i lavori in Borgovico mi sembra marginale e lo slittamento dell’apertura di un altro tratto del lungo lago una non notizia dopo 15 anni di attesa. E poi brutto com’è il nuovo lungolago……………
    Per concludere con il Sindaco tutti lo conoscevano dopo i lunghi anni all’opposizione ed è coerente con la sua immagine e la sua giunta non poteva che essere costituita da contenitori vuoti. Bastava non votarlo

  6. Un articolo che condivido al 100% , 3 casi eclatanti , ma il lungo lago più lungo della terra ,partito nel 2008 le batte tutte ,il consigliere regionale Sertori (Lega Salvini…) ancora a fine 2023 dischiarò ! ; “entro capodanno 2024 sarà terminata la passeggiata lungolago” di poi in poi neanche alla fine 2024 il tutto verrà terminato.

  7. In ogni caso, mi sento di aggiungere, la colpa è più della giunta e dei consiglieri che di Superman.
    Lui è così e non cambierà mai, sono gli altri che – di fronte all’evidenza – dovrebbero compiere un gesto di dignità personale e civica.
    Non so, forse tengono a essere ricordati forever come coloro che invece di dimettersi hanno silenziosamente, moooolto silenziosamente e allineati, dato consenso e manforte al nostro.

    1. L’ articolo ben fatto, trovo anch’io stupefacente che i politici lariani specialmente chi siede in giunta regione Lombardia non protestino in maniera vibrante, ma sono in questo caso silenti per non disturbare il manovratore Fontana, che quest’ultimo, non perde occasione per privilegiare la prov di Varese a scapito della prov comasca

  8. Per quanto riguarda Il sindaco, alla prossima elezione. Perché ai casi oggi citati dobbiamo aggiungerne altri, tipo la gestione dei parcheggi dei residenti, la gestione dei consigli comunali, le mancanze di rispetto verso altri paesi, sindaci, autorità, ECCETERA ECCETERA.
    La triplice combinazione (cittadini che non lo avevano mai seguito in consiglio comunale, cittadini che si sono fatti incantare dalle promesse del sindaco che può-tutto, il candidato della destra evanescente) non potrà più ripetersi.

    Per quanto riguarda la regione, Fontana è arrivato ai titoli di coda. Se l’opposizione presenterà un candidato con i controcoyotes, ben deciso a frenare il più possibile sulla privatizzazione della sanità, potrebbe verificarsi un effetto-Todde. Altrimenti ci beccheremo un altro yesman, speriamo meno indisponente.

  9. Forse non se n’è accorto ma i Comaschi hanno già scelto con le elezioni scegliendo chi è capace di prendere decisioni piuttosto che i “decennali scaldasedie” incapaci che tanti danni hanno procutaro alla città, gli stessi danni che ora si chiede al sindaco di riparare con la “bacchetta magica”. Sicuramente anche a questo sindaco non tutte le ciambelle sono riuscite col buco ma preferisco mille volte uno che ci prova piuttosto che “comitati di mangiatoria”, quelli che si erano espressi come opposizione costruttiva. Forse sono io poco attento ma cosa hanno presentato di costruttivo, fattibile e sostenibile per migliorare la città e non la loro posizione sulle poltrone.

  10. Salvo pochissime eccezioni, i consiglieri regionali non studiano e non conoscono molti temi. Si affidano agli ordini di scuderia e stop, tanto, perchè faticare quando arrivano in tasca 15000 e passa al mese? Senza contare i vantaggi vari, relazioni, tavolate, cene….
    E’ ormai così da 30/40 anni, avete forse dimenticato le consigliere gnocche imposte? O quelli che dovevano prendere lezioni d italiano? I comaschi in questo brillano per mollezza.
    Una bella foto di gruppo e via, tutto a posto!

  11. La sudditanza nasce dall’ignoranza dei fatti amministrativi e politici da parte degli elettori. La gente non partecipa alla vita pubblica. è concentrata sul proprio particolare e quando si apre al mondo legge i titoli dei giornali e non le notizie, legge i post sui social e senza pensarci troppo alimenta la becera propaganda politica con quattro like. I partiti della prima Repubblica avevano strutture locali che fungevano da cinghia di trasmissione tra il territorio e le elites politiche. La scelta di Menaggio è emblematica: la Lega in quella zona vince con percentuali bulgare, nessuno ha chiesto agli attivisti della Lega sul territorio? Non posso credere che gli attivisti della Lega (non Fermi, Molteni, Zoffili e Locatelli che rappresentano le elites) non hanno portato obiezioni alla scelta della Ragione e non hanno spiegato a chi decide, cosa rappresenta il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Menaggio per gli abitanti del lago.
    D’altro canto, la sudditanza nasce dall’arroganza con cui i politici trattano il territorio. Gli attuali partiti, Partito Democratico in testa, trattano le loro strutture locali come mezzo per organizzare la loro propaganda elettorale (gazebi, affitto locali, ecc). I Circoli del PD non contano nulla nemmeno se si tratta di eleggere il Segretario Provinciale figuriamoci quello nazionale che, tra l’altro, è eletto attraverso le primarie non aperte agli iscritti. Gli altri non vanno meglio. Emblematico è il caso di Fratelli d’Italia: un Presidente del Consiglio che cerca di accreditarsi in Europa, che cerca di sdoganare il proprio passato, che si allinea al mondo occidentale nella solidarietà nei confronti di Israele, è sbugiardata dagli slogan (alcuni chiaramente antisemiti) e dalle dichiarazioni degli esponenti dell’organizzazione giovanile del suo partito. Slogan che in pochi minuti hanno smontato il tentativo di far percepire FdI come forza moderata, conservatrice e antifascista. Non posso credere che i vertici di FdI sapessero e tollerassero certe affermazioni. Sarebbe un insulto alla loro intelligenza.
    La mancanza della “cinghia di trasmissione” tra territorio ed elites politiche è quello che consente anche in città come Como, e non solo nei piccoli centri dove la conoscenza personale è ancora fondamentale, l’affermazione di liste civiche. Emblematico è il tema degli asili chiusi nelle zone periferiche dove evidentemente Rapinese Sindaco non ascoltando prima le esigenze dei cittadini, ha deciso esclusivamente per ragioni economiche.
    L’unico modo per sbloccare la situazione è la partecipazione attiva. Ben vengano i Comitati di scopo, ben vengano i post sui giornali, ben venga tutto ciò che consente al cittadino di acculturarsi per non farsi schiacciare dall’arroganza del sistema politico. Non sarà facile perché oggi alla politica fa comodo, un cittadino suddito.

  12. Probabilmente il sindaco si tende a fotocopia di Dalì, con la differenza che l’originale ha dato vita con le sue opere alla bellezza ed all’equilibrio dell’incongruenza e del caos, il secondo usa i pennarelli Jumbo.
    Un quadro oggi potrebbe essere un pannello fotovoltaico appoggiato su un mercato coperto ospitante una piscina vuota con disabili volanti, infanti vestiti da mosche morte, fontane-parchimetri con monetine a cascata, dita minacciose indicanti roteanti anziani attorno ad una palla da boccia che sfonda il tetto di un teatro rosso sangue abbandonato.

  13. Emanuele Caso ha una sorta di angelo custode che protegge i giornalisti che dicono la verità al potere? Perché da quello che abbiamo visto finora, il giornalismo clientelare è estremamente popolare, soprattutto in un’epoca di populismo e sudditanza.

  14. Dovere di un giornale: ricordare SEMPRE ai cittadini ,fino alle prossime elezioni, il comportamento di questi politici…dovere di un cittadino: ricordarsene SEMPRE fino all’ingresso nella cabina elettorale..

    1. Lucini sempre stato contrario a queste paratie, e visto i tempi e i costi direi che unico ad avere un po’ di visione sul domani, bene ha fatto a non presentarsi a quella farsa di semi-inaugurazione.
      Poi vorrei chiedere (chissà se avrò risposta), ma come mai fatto il marciapiede rialzato, le paratie, il lago da quel che ho letto rientrava in piazza dai tombini.
      Ma troppo spesso alla fine del mandato noi non votiamo chi ha fatto bene ma chi più promette per il domani.
      Poi sa colpa del mancato lavoro fatto sarà sempre di altri, dell’Europa ecc
      Poi ci lamenteremo di nuovo….. Siamo italiani
      P. S., prima di lamentarci dell’Europa andiamo a vedere come funziona da loro, poi vediamo chi è il colpevole.

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