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“Parassiti”, “Sfigati”, “Fate schifo”: ecco a voi la Como degli adulti che vomita bile su 40 adolescenti

“Parassiti”, “Ridicoli”, “I campi vi aspettano (come se le professioni agricole fossero un’offesa, ndr)”, “Sfigati”, “Che schifo”, “Nullafacenti”, “Sfaticati”, “A pedate nel culo a ripulire (per le scritte sicuramente sbagliate apparse nel sottopasso di piazza Vittoria, ndr)”. E potremmo continuare per molto ancora.

Questo è quello che gli adulti comaschi sui social (non solo il nostro, anche su pagine di altre testate, basta dare un occhio su facebook) hanno avuto da dire oggi ai giovanissimi – liceali, adolescenti – che hanno partecipato alla manifestazione in centro. Probabilmente, tra chi ha sfogato tanta rabbia volgare su un gruppo di ragazzini, ci sarà anche qualche padre o qualche madre, chissà.

Sicuramente chi ha metaforicamente sputato (almeno sentenze) contro quel corteo, è stato ed è figlio. Eppure, evidentemente, il social – o almeno l’uso barbaro del social – permette di liberare anche questi istinti: prendere una quarantina di giovanissimi, non considerare nemmeno il fatto che possano avere una qualche ragione (giusta o sbagliata che fosse) e dunque colpire, colpire, colpire: a colpi di tastiera, conati di rabbia, insulti. Senza riconoscere alcuna “attenuante”, ovviamente, a chi nemmeno è maggiorenne: non la giovane età, non un pizzico di buonafede, nemmeno l’ingenuità dell’adolescenza, forse non vissuta da questi picchiatori da pc. A prescindere da tutto, il tribunale adulto di facebook ha scaricato su 40 studenti tanto livore, tanta cattiveria, tanta frustrazione da sommergerli senza alcuna possibilità di appello. Senza alcuna comprensione umana (e pensare che nemmeno hanno bloccato il traffico, il metro di giudizio unico in città per valutare qualsiasi evento).

Viene da chiedersi come guardino i loro figli, i loro nipoti e in generale i giovani, questi adulti che colpiscono senza freni e senza pietà una quarantina di liceali che magari avranno anche soltanto “bigiato” ma chissà – buttiamo lì un’ipotesi sconvolgente – magari avevano anche sperato di poter dire qualcosa, di poter comunicare qualche idea, di esprimere un qualche disagio. Ipotesi eh, non chiamate la polizia: nessuno qui lavora ad alleanze complottiste con i giovanissimi che hanno sfilato stamane a Como per instaurare assieme una dittatura del proletariato under 18.

Solo è terrorizzante, ma veramente terrorizzante, l’idea che persone più o meno adulte possano infierire su un gruppo innocuo di ragazzini bollandoli come “parassiti sfigati che fanno schifo”. Chissà se un domani, questi stessi magnifici adulti, saranno pronti a comprendere e accettare identici insulti vomitati sui loro figli, magari nulla più che mischiati a un corteo di compagni di scuola.

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17 Commenti

  1. Joe, prima di tutto se tu non sai (come dichiari) se a Como ci sia gente peggiore che altrove…viaggia, GUARDATI IN GIRO…leggi le notizie, senti cosa succede!

    Basta dire che i comaschiiiiiiiii! I comaschi sono anche migliori di altri. Un po’ di giusta autostima!

    Io non ho mai notato che i commenti riportati sotto gli articoli di ComoZero siano particolarmente aggressivi o offensivi, vengono anche letti e valutati. I miei sempre pubblicati.

    Ho notato però che c’è chi cambia nickname adattandolo all’ argomento. Si dovrebbe tenere lo stesso, anche se è sempre legato alla email o numero telefonico.

    Io direi che i frustrati ci sono sempre stati! Gli invidiosi ci saranno sempre! Quelli che si sentono “sollevati” a criticare tutto esistono! Anche quelli che si consolano guardando, ed esasperando, le piccole disgrazie altrui senza considerare che la loro realtà è peggiore…perché hanno le macerie a casa loro e non le vogliono vedere!

    Ma quanti libri sono stati scritti? Quanti romanzi. Quanti agiscono nell’ ombra. E’ anche la realtà.

    Dai ragazzi, non abbiamo scoperto l’acqua calda! Basta ignorare. Che i ragazzi tirino avanti per la loro strada. Valutino però come spendere bene il loro tempo! E basta!

  2. Sicuri che queste esternazioni dei giovani siamo frutto di una loro convinzione e non di una precisa strumentalizzare politica? dico questo perché è singolare che con i governi di sinistra studenti e sindacati si sono guardati bene dal protestare.

    1. Buongiorno. Guardi, prima di scrivere commenti qualunquisti la inviterei a darsi una lettura della storia dei movimenti studenteschi da 10 anni a questa parte; non si preoccupi non è molta roba (; Io, da pericoloso sedizioso che ieri era tra quei 60, posso confermarle che eravamo in centinaia di migliaia in piazza contro la Buona Scuola del governo Renzi, contro i decreti Minniti del governo Gentiloni, contro le misure della ministra della scuola Azzolina durante il governo PD-5Stelle. E piuttosto di associarci a questa gente preferiremmo, ciascuno di noi 60, emigrare, lontano da questo Paese che o ci chiama “perditempo” che passano le giornate al cellulare, o ci vomita insulti quando chiediamo cambiamenti, peraltro utili non solo a noi, ma anche alla vostra generazione di giudici assoluti e boia da tastiera. A Como SEMPRE ci troverete dalla stessa parte, i vostri commenti non fanno che aumentare la nostra voglia di lotta. Buona giornata e buon lavoro.

  3. Strano perché pensavo che i parassiti fossero quelli ai quali regaleranno l’ennesimo condono delle cartelle esattoriali…

  4. Non so se Como sia un luogo in cui la gente è peggiore che altrove. Certo è che le reazioni da web ben stigmatizzate nell’articolo non sono casi isolati. Anzi, persino tra le istituzioni si odono simili toni. L’intolleranza che diventa violenza, quantomeno verbale, ormai, a Como, sembra essere non soltanto sdoganata, ma persino applaudita.

  5. “Studenti in lotta contro il sistema” è uno slogan che sembrava anacronistico negli anni della contestazione studentesca invece non lo è affatto oggi. La società contemporanea, quella che Bauman descrive come liquida, è quella che si fonda sull’omologazione del singolo alla società. Come un liquido che si adatta alla forma del suo contenitore, un individuo è costretto ad adeguarsi a quello che la società chiede in termini di competenze, modello di consumo, evoluzione tecnologiche. Chi non ci riesce diventa un “inadeguato” e sfoga la sua frustrazione contro tutto e tutti. È il motivo per cui l’aggressività è sempre più diffusa e ormai fa parte della nostra quotidianità. Continuate a lottare ragazzi, lo state facendo proprio per chi vi insulta e non capisce neppure perché lo fa.

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