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Punti di vista

Prima Minghetti, ora FdI: tutti si affidano al cittadino per il programma. Poi se i candidati dicessero cosa pensano…

L’altro giorno – innescando una polemica incandescente nel mondo ambientalista sul nodo della Tangenziale di Como – avevamo dato conto delle prime linee programmatiche della coalizione di centrosinistra che sostiene la candidata sindaco Barbara Minghetti. Qualche paginetta di enunciazioni del tutto generali, dove nessun tema specifico veniva affrontato nel dettaglio. Ci sta: la campagna elettorale è appena partita sul serio, il “meglio” deve ancora venire. Inoltre, sempre nella stessa coalizione, come già annunciato, Minghetti ha lanciato il suo filo diretto con i cittadini, per ascoltare, confrontarsi e magari cogliere spunti buoni appunto per il programma.

A poche ore di distanza – e mentre il teorico candidato del centrodestra, l’ex primario Giordano Molteni, è stato annunciato ma non ancora ufficializzato e presentato – anche da Fratelli d’Italia, sull’altro versante politico rispetto a Minghetti, giunge un primo colpo sul fronte del programma. Si tratta di una serie di banchetti organizzati a Porta Torre e in via Mentana sabato 5 marzo dalle 9.30 alle 12.30, e poi ancora domenica 6 marzo in piazza Duomo con lo stesso orario, per raccogliere sempre da sostenitori e simpatizzanti suggerimenti su un punto specifico. La domanda a cui i supporters meloniani si troveranno a rispondere, infatti, è decisamente esplicita: Quale futuro vorresti per l’area di San Martino?

Insomma, almeno sul fronte delle due coalizioni principali, l’orientamento generale è chiaro: tendere la mano all’elettore e interessarsi alla fonte sulla sua visione circa i diversi temi della città. Cosa ne sarà, poi, delle indicazioni raccolte in piazza, questo – come sempre – sarà tutto da vedere (e tutto sommato, se anche i partiti stessi si facessero promotori di proposte e progetti dettagliati e supportati da elementi tecnici ed economici su questioni cruciali come Ticosa, stadio, viabilità, servizi sociali, strutture sportive e così via, non sarebbe male eh).

Per quanto riguarda gli altri versanti dell’agone politico, dall’indipendente Alessandro Rapinese passando per il polo in formazione tra Civitas e Cinque Stelle (a proposito, circolano rumors sul pentastellato Fabio Aleotti candidato sindaco dell’eventuale alleanza), fino all’eventuale “creatura” autonoma dal centrodestra legata direttamente al sindaco uscente Mario Landriscina, nessun segnale: un programma reale e puntuale non è ancora alle viste.

Eppure, tenendo conto che con ogni probabilità i comaschi andranno a votare tra meno di 90 giorni, poter offrire all’elettorato qualche ragione concreta, chiara, suffragata da cifre e progetti (non da generiche posizioni di principio o mere contestazioni dell’avversario), non sarebbe male. Sarebbe il modo migliore per caratterizzare la propria proposta politica, guadagnarne in autorevolezza e credibilità andando oltre il “gentismo”, e, in generale, per aprire un confronto allargato su idee e posizioni circa il futuro di Como e dei comaschi. Le cui preferenze sulla scheda elettorale – diciamocelo – nella profonda disillusione generale verso la politica e i politici, giusta o sbagliata che sia, difficilmente saranno regalate.

Più facile che, in tempi di astensionismo crescente, i voti siano da conquistare dai vari candidati quartiere per quartiere, portandovi magari i propri argomenti piccoli e concreti o anche grandiosi ma solidi, più che affidandosi ad assorbire come spugne gli umori del giorno o doparsi d’entusiasmo nella propria bolla social e autoreferenziale, dove l’applauso alla melensa foto del giorno è scontato a priori e non sposta una singola virgola percentuale.

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