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Rapinese, Rapinese, Anzaldo, Rapinese: il ‘sindaco carioca’ governerà Como fino al 2042, cari mediani

Per carità, non che sia la prima volta che si leggono iperboli simili. Da ‘Superman’ a ‘Real Madrid dell’amministrazione’, fino a ‘Ronaldinho ai tempi d’oro’, il sindaco di Como Alessandro Rapinese si è già autocelebrato in molti pittoreschi modi nel corso di questi 3 anni e mezzo di governo della città. Ci si è abituati alla boutade, insomma, tanto che persino il palcoscenico delle talvolta truci trasmissioni di Rete4 ne ha fatto un ospite quasi fisso. Un po’ come ai tempi del buon Maurizio Costanzo, quando sul palco andavano forte le urla del Vittorio Sgarbi vecchio stile o le improbabili comparsate di altri astuti personaggi di spettacolo e di popolo.

Tutto normale, dunque. Almeno fino al momento in cui non si alza ancora di qualche centimetro l’asticella del buonumore. Ed effettivamente, è accaduto. E sarebbe stato un delitto lasciare nella salamoia e con la sordina il next level dell’orizzonte rapinesiano.

Dunque, a beneficio della giornata di tutti – sostenitori e non – ci pare doveroso ripescare l’ultima rovesciata volante del sindaco, con palla spedita veloce verso i prossimi 17 anni (almeno).

Lo spunto viene dall’imperdibile intervista rilasciata dal “sindaco carioca” a Gisella Roncoroni per l’edizione de La Provincia di domenica scorsa. Quando è stato affidato ai posteri, e ancor più ai teorici pretendenti della sua fascia tricolore (lasciate perdere, è un consiglio), il cammino della poderosa armata per i prossimi tre lustri e un pezzo.

Si parlava del progetto – o meglio, a oggi dei rendering – illustrati sulla futura cittadella dello sport a Muggiò, con un impercettibile scostamento sui celeberrimi 3/6 mesi di soli 7 anni (partenza del cantiere nel 2027, fine nel 2029 allo stato dell’arte). Il terrificante dubbio che possano essere altri a posare la prima pietra o comunque a inaugurare piscine e palazzetto, è stato scacciato con la fascia tricolore come una mosca fastidiosa, grazie a un paio di sentenze inappellabili.

“Il mio mandato finirà nel 2032 – ha notarilmente annotato il quotidiano – ricomincerà nel 2037 dopo Anzaldo (attuale rapinesiano presidente del consiglio comunale, ndr) quindi non solo conto di mettere la prima pietra ma anche l’ultima”.

E se è vero che poi c’è stata una pur minima concessione al senso del reale, con immancabile scarico sui soliti misteriosi poteri che tramano contro il Real Rapi (“Facendosi seri – ha infatti aggiunto Rapinese sempre su Muggiò – purtroppo è una palla che non è nelle mie mani, io ho fatto tutto il necessario, il nostro dirigente di impianti ne ha fatti e a Cantù ne sanno qualcosa quindi le premesse sono buone, ma in un paese complicato come l’Italia realizzare l’impiantistica che abbiamo in mente noi occupa decisamente un sacco di tempo. La componente politica è pronta”), viene comunque da ribadire la raccomandazione a centrodestra, centrosinistra e altri cespugli con vaghe ambizioni di presa del Cernezzi. Per i prossimi 17 anni sul pennone del Comune sventolerà soltanto una bandiera. E avrà il volto – o forse la maglia numero 10 – di Rapidinho.

Ti sei accorta anche tu, che in questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin“, canta Cesare Cremonini. Eppure vi ci dovrete rassegnare, cari medianacci che non siete altro, e aspiranti Batman senza speranza.

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