Tirata espressamente in ballo dall’ex assessore al Patrimonio Marcello Iantorno, Patrizia Maesani (consigliera del Gruppo Misto) ha replicato punto su punto sulla possibile destinazione (in realtà ormai sfumata) del collegio di Santa Teresa a dormitorio. Pubblichiamo il testo integrale della consigliera di seguito.
Gentile Redazione,
ho letto la nota dell’ex assessore Iantorno che ringrazio per il contributo , arrivato peraltro fuori tempo massimo vista la bella notizia comunicata dalla Università con la nota dei giorni precedente.
Conosco bene la storia ed i vincoli del Convitto, l’amministrazione Botta recuperò l’immobile grazie a fondi regionali e stipulò un accordo di programma. Conosco il vincolo di destinazione, eccome. Stupisce che il Collega dimentichi che dal punto di vista normativo i vincoli di destinazione siano, a differenza di altri vincoli, non perpetui.
Per contro lo stato di necessità per far fronte a particolari situazioni sociali ed il non uso (se non erro è da qualche anno che l’università non lo utilizza) consentono al Comune di modificare con la Regione il protocollo d’intesa firmato.
Ciò detto, Santa Teresa era solo un’ipotesi, peraltro indicata come struttura di seconda accoglienza, con ciò intendendo struttura destinata a persone inserite in un percorso strutturato di reinserimento sociale.
Penso alle madri o padri separati in situazione di momentanea difficoltà, penso ad uomini e donne che versano in temporanea difficoltà abitativa che pur avendo un lavoro, a causa di una separazione o altre situazioni, si trova momentaneamente senza un alloggio.
Ora l’Università ha comunicato che Santa Teresa avrà una nuova vita e ne siamo tutti felici, vedere l’immobile abbandonato a se stesso da anni era ed è un insulto. Ne sono felice io ed i miei colleghi della Giunta Botta che per anni abbiamo assistito al triste abbandono di Santa Teresa, ne sono felici tutti coloro che in questi giorni sussurrano il mantra “troppo chic per i poveri”.
Personalmente ritengo che prima di parlare di struttura poco chic sia opportuno considerare se essa sia adatta all’uso e se sia in zona opportuna.
Una struttura al Castel Baradello è in zona non opportuna in quanto non raggiungibile, una struttura in città murata è in zona non opportuna in quanto il centro già dà tanto alla causa; rammento che in città murata esistono due mense ed il centro diurno.
Onestamente, nell’individuazione dell’immobile il mio buon senso ed i miei valori mi inducono ad utilizzare quei criteri e non certo quello del maggior o minor lusso, parametro pericoloso. Ai poveri solo cibo scaduto? Ai poveri solo abiti laceri e sporchi? Boh ognuno ha i suoi valori.
Un invito al Collega Iantorno in qualità di ex assessore e uomo di sinistra (deduco che nella sua posizione politica sia favorevole ad una struttura per i meno fortunati).
Visto il suo ruolo di ex assessore al Patrimonio indichi un immobile del patrimonio comunale adatto all’uso. Oltre alla pars destruens, in politica come nella vita, bisogna saper indicare la pars costruens, in alternativa so rischia solo di esser poco costruttivi e per giunta fuori tempo.