L’esplosione del turismo sul Lago di Como non è certo più una novità. Ma i riflessi di questo autentico boom sono ovviamente molti, al di là della fama e dell’affollamento (talora eccessivo) delle varie località. Dal presidente del Circolo Cultrale Willy Brand di Como, Giuseppe Doria, arriva una riflessione su uno dei risvolti più macroscopici, cioè quello economico. Con obiettivo puntato, in particolare, sugli albergatori.
Di seguito il testo integrale.
Como e il Lago: gli albergatori come nuova élite economica?
Sul Lago di Como il turismo non è più soltanto un settore trainante: è diventato un terreno di confronto tra capitali storici e nuovi investitori globali. Le famiglie che da generazioni custodiscono le icone dell’ospitalità, come i Fontana di Villa d’Este e i De Santis del Grand Hotel Tremezzo e di Villa Passalacqua, si trovano oggi a condividere la scena con i fratelli Hartono, miliardari indonesiani e proprietari del Como 1907, pronti a ridisegnare anche il volto dello stadio Sinigaglia.
L’élite storica: Fontana e De Santis
Villa d’Este a Cernobbio e il Grand Hotel Tremezzo sono più che hotel: sono simboli internazionali di un territorio. I Fontana e i De Santis hanno costruito negli anni un patrimonio che non è solo immobiliare, ma anche reputazionale.
La capacità di attrarre clientela d’élite, di ospitare eventi globali e di investire nella riqualificazione di dimore storiche come Passalacqua ha reso queste famiglie attori economici con peso politico e culturale. La loro forza sta nel coniugare continuità familiare e capacità di innovazione, mantenendo saldo il ruolo di “custodi del brand” Lago di Como.
I nuovi arrivati: gli Hartono
Diversa la traiettoria dei fratelli Hartono. L’acquisto del Como Calcio non è solo un investimento sportivo, ma il tassello di una strategia che unisce sport, intrattenimento e sviluppo immobiliare.
Il progetto di riqualificazione del Sinigaglia, affidato allo studio Populous, prevede non solo il rinnovamento dell’impianto ma anche funzioni commerciali e, almeno nelle ipotesi iniziali, un hotel integrato. Non esistono oggi legami formali con i grandi operatori locali, ma l’ingresso di un capitale estero di tale portata ridisegna gli equilibri: se realizzato, l’albergo nello stadio introdurrebbe un concorrente dal potere finanziario superiore a quello delle famiglie storiche.
Convergenze e tensioni possibili
L’arrivo degli Hartono apre scenari inediti. Da un lato, la possibilità di alleanze strategiche: pacchetti “sport + luxury”, co-marketing con gli hotel di prestigio, governance condivisa del brand territoriale. Dall’altro, il rischio di conflitto: concorrenza diretta sul mercato dell’hospitality, pressioni urbanistiche, resistenze istituzionali e sociali contro un’ulteriore “turistificazione” della città.
In gioco non c’è solo un settore economico, ma l’identità stessa del territorio: equilibrio tra crescita e vivibilità, tra attrazione globale e tutela locale.
I nodi strutturali
Dietro la vetrina del lusso restano nodi irrisolti. La stagionalità limita la stabilità del settore; la carenza di alloggi per i lavoratori stagionali mette in difficoltà gli albergatori; il mercato immobiliare, sospinto dal turismo, spinge fuori i residenti. Le amministrazioni locali e la Soprintendenza, già critiche verso i volumi aggiuntivi previsti nello stadio, rappresentano un contrappeso che non potrà essere ignorato.
Verso quale élite?
Alla domanda se gli albergatori siano la nuova élite economica di Como e del suo lago, la risposta è duplice. Da un lato sì: i Fontana e i De Santis controllano asset simbolici e producono un indotto che influenza politiche e immaginario collettivo. Dall’altro, il loro primato è oggi sfidato dall’ingresso di capitali esterni come quelli degli Hartono, che non hanno radici locali ma possono ridisegnare l’economia cittadina.
Il futuro dipenderà da come e se questi mondi sceglieranno di interagire: competizione dura, o cooperazione per consolidare Como come una delle capitali mondiali dell’ospitalità di lusso.
In entrambi i casi, il settore turistico-alberghiero si conferma già oggi non solo un motore economico, ma il vero baricentro del potere sul Lago di Como. Resta allora aperta una necessità di riflessione ulteriore: questo nuovo equilibrio tra famiglie storiche e capitali globali potrà incidere …
Solo riempiendo questi puntini, e riunendo le prospettive che ne derivano, sarà possibile comprendere quale sarà davvero la direzione che Como e il suo lago sceglieranno per il proprio futuro
Torneremo a breve su queste riflessioni con iniziative specifiche.