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Sanità

Infermieri e operatori degli ospedali privati in sciopero. Sindacati all’attacco: “In un momento come questo guardano al profitto”

Per mesi, in piena emergenza Covid, si è parlato di eroi. Questo sono stati medici, infermieri, Oss e tutti i lavoratori del comparto sanità. Nessuno si è chiesto in quel momento se lavorassero per strutture pubbliche o private, erano tutti sullo stesso piano. Oggi, per il rinnovo di contratto che manca da 14 anni, chiedono la stessa cosa: gli operatori del privato vogliono di essere equiparati a livello economico e di tutele al pubblico.

Così oggi, davanti alla sede di Confindustria Como, si è tenuto un presidio organizzato da Cgil, Cisl e Uil i cui rappresentanti sono stati ricevuti dall’associazione degli imprenditori.

“Abbiamo ribadito con forza di fronte ai rappresentanti di Confindustria l’importanza della sanità privata sul territorio comasco, dalle strutture ospedaliere alle Rsa – hanno spiegato le sigle sindacali – Noi vogliamo il contratto collettivo nazionale, la nostra posizione è ferma. Noi abbiamo ribadito la nostra disponibilità ad un confronto ma non siamo più disponibili  mettere a disposizione la nostra dignità e vederla calpestata e umiliata come avviene da 14 anni”.

“Nonostante oggi a Como sia una giornata particolare, vista la tragedia dell’omicidio di don Roberto che, ieri, ha colpito duramente la nostra città – sottolineano Alessandra Ghirotti, Nunzio Praticò e Vincenzo Falanga segretari generali di FP CGIL Como, CISL FP dei Laghi e UIL FPL del Lario – un gruppo di lavoratori della sanità privata è riunito in presidio davanti a Unindustria Como, perchè riteniamo sia importante, pur adottando toni più morigerati, proseguire sulla nostra linea di protesta per la difesa dei diritti di una categoria che non vede un rinnovo del proprio contratto da 14 anni”.

“Il rinnovo del contratto oggi è un simbolo – sottolinea Umberto Colombo della Cgil – Questi lavoratori sono stati decisivi per trovare soluzioni nel periodo del Covid, hanno aiutato a uscire dalla crisi e ora non si concede loro un diritto fondamentale: non solo il rinnovo a livello economico ma anche condizioni di lavoro adeguate. Chiediamo al presidente di Confindustria Como Manoukian che si faccia portavoce con le aziende”.

Le sigle sindacali concludono: “Il periodo storico vi ha riconosciuto come fondamentali e indispensabili. La vera essenza è uscita dall’altra parte: in un periodo di tale difficoltà hanno voluto chiedere nuovi margini di profitto”.

 

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