Un’attesa di un anno e otto mesi, poi la beffa: la visita per il riconoscimento dell’accompagnamento, fissata al Poliambulatorio di Via Napoleona, per il 3 settembre è stata annullata a causa dell’assenza del medico. È la disavventura che sta vivendo una signora comasca, che preferisce rimanere anonima. La signora, da mesi si batte per i diritti della madre, 85 anni, invalida al 100%, affetta da gravi problemi cardiaci, diabete, glaucoma e con mobilità ridotta.
“Mia mamma non vede da un occhio e dall’altro ha solo metà del campo visivo – racconta – si muove a fatica con il deambulatore e prende undici medicine al giorno. A dicembre 2023 il medico di base ha fatto la ricetta per la visita pubblica, necessaria a certificare le sue condizioni e a ottenere l’accompagnamento.
Dopo un anno e otto mesi di attesa, l’appuntamento era fissato per il 3 settembre 2025. Poi la telefonata: ‘Il medico non c’è, le proponiamo una nuova visita tra una settimana’. Ma io ero già in partenza per le ferie e non potevo accompagnarla. Ho chiesto allora un nuovo appuntamento: mi hanno risposto che avrei dovuto rifare tutta la procedura con una nuova ricetta. Tempi stimati? Probabilmente un altro anno e nove mesi”.
L’accompagnamento è un assegno economico che lo Stato riconosce alle persone con invalidità civile al 100%, quando non sono più in grado di compiere da sole le azioni quotidiane, come muoversi, lavarsi, vestirsi o mangiare, e hanno bisogno di assistenza continua. Quindi, questa situazione, per la signora, suona come una condanna: “A questo punto dobbiamo aspettare che mia madre muoia?“.
“Un cane che si morde la coda”
Nonostante la gravità delle condizioni della madre, la pratica per l’accompagnamento rischia di non andare a buon fine. “Abbiamo inoltrato la domanda, ma come confermato dal medico e dal call center della prenotazione non sarà presa in considerazione. Per loro serve un certificato di un medico pubblico, non quello privato, senza visita pubblica non si ottiene il certificato. È un cane che si morde la coda”.
La figlia si dice “furente” per un sistema “imbarazzante e crudele. È difficile far fare dei viaggi a mia madre, ogni spostamento è uno sforzo enorme. Ma se vuoi celerità sei costretto ad andare dal privato. Ringrazio Dio che almeno noi possiamo permettercelo, ma penso a chi non ha questa possibilità. Le persone anziane sono le più fragili e vengono lasciate sole. È vergognoso”.
La denuncia
La signora ha segnalato la vicenda a ComoZero nella speranza che possa accendere i riflettori su un problema che riguarda molte famiglie. “Al call center per prenotare una nuova visita mi hanno detto: ‘Signora, queste sono le regole’. Non so cos’altro fare, se non continuare a portare mia madre dai privati e attendere che il pubblico si muova”.
Il caso apre interrogativi pesanti sul funzionamento del sistema sanitario e sulla gestione delle liste d’attesa: “Non è un favore che mi stanno facendo – conclude la signora – È un diritto di mia madre, che ha lavorato e pagato le tasse per tutta la vita. E adesso, quando ne avrebbe più bisogno, si trova davanti un muro di gomma”.