In principio (molto tempo fa: diamo al “Buongiornissimoooo!” quel che è del “Kaffèèèè?!”) furono i grupponi Facebook.
Quelli che sette-otto anni fa improvvisamente proliferarono sotto l’etichetta “Sei di qualcosa se…” nelle varie declinazioni locali: Roma, Milano, naturalmente Como, e poi via via a stringere, fino a entità unipersonali il cui unico iscritto propone il “kaffèèèèè” a se stesso e ne nasce una rissa furibonda.
Poi, astutissimo e dopo evidente osservazione del fenomeno, è arrivato Matteo Salvini. A lui – o forse meglio alla “Bestia” social alimentata dal suo media manager Luca Morisi – si deve l’elevazione al rango di letteratura moderna dei vari “Buongiorno Amici! Ma quanti siete? Mi seguite? Cosa gli diciamo al gattino? Sei già andato in bagno?”, con scientifico corredo di tinelli anni ’80, pareti grondanti Padri Pii, acquerelli di zio Teomondo, calciatori in bianco e nero, lampade in vetro di Burino e così via.
Infine, l’onda lunga è inevitabilmente planata anche sulla bacheca social del politico comasco. E i frutti di questo alberello virtuale sono magnifici.
Ne abbiamo vari tipi. La prima e più importante gemmazione del modello Salvini si è avuta ovviamente nel pianeta leghista. L’ex vicesindaco e ministro, nonché attuale deputata Alessandra Locatelli è uno dei modelli più fedeli all’originale. Tra un “pensiero e tre preci a scelta per il nostro Paese” e una mezza dozzina di “mi seguite?” al giorno (ma quante Locatelli ci sono per stare contemporaneamente su Rete4, Italia1, Rai2 e TelePortoChiuso? Roba da matti, direbbe il Capitano), l’onorevole alterna momenti di grande semplicità lacustre a delicatissimi pensieri politici (“AZZOLINA HA QUATTRO NASI! DIMISSIONI!”, “HO TROVATO SEI MIGRANTI NEL FRIGO! GOVERNO AL ROGO”).
Ma se tutto sommato l’ex ministro celebra una notorietà oggettiva, un filo più umoristici sono gli oscuri consiglieri comunali che tentano di seguire il modello Bestia: “Vado dal panettiere in streaming. Mi seguite Amici?”. Ma perché dovremmo?
Anche Fratelli d’Italia, sull’esempio di Sora Meloni, ha dato forte impulso all’impiego dei social. Ma qui, se prendiamo il Capo Supremo Alessio Butti, il caso è diverso. E’ più spesso il gattino il vero protagonista, apostrofo pelosetto tra un post di profonda riflessione sociale sull’immigrazione (Blocco Navale subito! Blocco renale poi!) e un invito all’immancabile raccolta firme del weekend (ma quando ci arrivano ‘ste enciclopedie è ancora un mistero).
Ci sono poi le scuole autonome di social, alla Anna Veronelli. La quale quando non è in overdose da cappuccino con le amiche/cugine/parenti/intellettuali/scrittrici/passanti a caso, sciorina foto naturalissime e per nulla studiate (tipo quella qui sotto) che farebbero sembrare anche Jacqueline Kennedy ‘na gattara der Testaccio.
Forse soltanto la Zarina di Palazzo Cernezzi, Elena Negretti, risulta più spontanea quando posta frasi del Mahatma Gandhi all’alba, prima di incenerire qualche collega di giunta così, per puro piacere.
Chi invece è molto indietro su questo fronte sono i Democratici. Le foto del capogruppo in consiglio comunale Stefano Fanetti sono Bibbia in merito: quando proprio vuole esagerare in glamour posta foto dalla pizzata di partito in tangenziale o dalla Cima del Monte Opposizione. Semplicità vera.
Ma se alla fine ci si volesse distrarre un attimo su Facebook dalla fanta-narrazione dei partiti tradizionali, c’è sempre Alessandro Rapinese. Che un pensiero gentile antipartisan ce l’ha sempre. Tipo “vi anniento tutti”.
E ora, kafèèèèèè???
Un commento
Si, ok. Ma se stanno sempre sui social quando lavorano???…dai risultati direi che si capisce…