(SATIRA)
Che poi, uno se li vede Fabrizio Turba e Alessandra Locatelli, all’albeggiare delle domeniche, aggirarsi per la Spina Verde a cavallo di un triceratopo, in pelle d’orsetto e calzari in callo di tapiro, con l’arco Fisherprice spianato per cacciare i cinghiali.
E’ un’immagine che molti si saranno già figurati ben prima dell’approvazione da parte del consiglio regionale lombardo (no, non è Lercio, ma questo lo sapete già) di una mozione presentata dalla Lega per affrontare un problema in realtà serio ma con un’aggiunta degna di Robin Hood: la caccia a Pumba “anche con l’arco come strumento ecologico […] per il controllo delle popolazioni”.
Il documento, in omaggio al contenuto, è stato presentato all’aula su tavoletta di polenta con incisioni protorupestri, ed è poi stato votato per punti a colpi di paiolo. Contrari all’arco, il Pd, da tempo senza frecce, e il M5S. Quest’ultimo, però, propenso a introdurre la caccia con scie chimiche al tartufo. Alla fine, comunque, il “Paragrafetto Sherwood” è stato approvato con i gong del centrodestra.
D’altro canto, vuoi non figurarti pure il solitamente elegantissimo Alessandro Fermi, che del consiglio regionale è presidente, battersi il petto ignudo sul terrazzo di casa, alle prime luci dell’aurora, e poi fiondarsi per le selve comasche fasciato da una sola, velatissima foglia di fico, per scagliare dardi qua e là, alla vista di mammiferi artilodattili, uccelli pterodattili, politici Rinaldodattili? Certo, lui potrebbe anche cacciare la cinghialessa con la sola occhiata birbante della celestissima pupilla, notoriamente assassina. Ma come rinunciare alla prova di primordiale coraggio virile?
Tra l’altro, si pensa già, nel centrodestra lariano, a spedizioni miste, tipo Turba-Fermi. I quali – maschiamente avvinghiati alle liane delle foreste erbesi, novelli Di Caprio-Winslett su Lucia vegetale – voleranno leggeri, fusi in un sol corpo guerriero, come il Bombo che non può volare ma non lo sa, da un faggio all’altro piluccando archi come Cetre e ululando in Gutturale antico. Testi Apicella-Mahmood, dirige Peppe Vessicchio.
Come accennato, nel preistorico dibattito si è lanciato sdegnato anche il democratico comasco Angelo Orsenigo. Tra le ipotesi alternative ad arco e frecce, il consigliere regionale Pd ha proposto una Grosse Koalition che vada da Calenda e agli ungulati, per un centrosinistra più ampio e peloso. “Ripartiamo dal salmì”, lo slogan.
Non è nota nei dettagli la posizione di Fratelli d’Italia, ma vuoi che Giorgina non trovi un cinghiale migrante, prima o poi, da sbattere su Facebook?
Infine, Salvini. Silente, sul tema, per ora. Ma l’hashtag è già pronto: #chiudiamoiporci.
Un commento
Ma perchè non se ne vanno a casa ? Forse impossibile visto il potere che hanno accumulato e a cui non vogliono rinunciare.