Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
Gentile Comozero,
sono un dirigente sportivo di una società comasca, molto amareggiato dopo aver letto che (sempre se partirà) il cantiere per il nuovo palazzetto di Muggiò dovrebbe partire entro il 2021. Ovvero, tra tre anni!
Sono amareggiato perché, negli anni scorsi, insieme ad altri colleghi dirigenti ho partecipato a vari incontri presso il Coni di Como, con l’allora delegato provinciale Marco Botta (figlio del mai abbastanza compianto ex Presidente, Alberto Botta) e l’architetto Andrea Colombo del servizio impianti sportivi del Coni regionale, grazie ai quali è stato realizzato uno studio di fattibilità per la realizzazione di un nuovo centro sportivo nell’area di Muggiò.
L’aspetto stimolante, per me e penso per gli altri partecipanti, era che si voleva mettere al centro del progetto le nostre società sportive, valorizzando le nostre esperienze: raccogliendo anzitutto le esigenze, proposte, e consigli; sfruttando le competenze di ciascuno nella gestione di impianti (o anche solo la conoscenza di costi di affitti e utenze, e frequenze all’interno degli impianti o dei campi) per la propria disciplina; da ultimo, mettendo a nostra disposizione uno studio di fattibilità in modo che, chi avesse voluto, avrebbe poi potuto unirsi in una squadra che proponesse al Comune di Como l’intervento di recupero, con l’appoggio di operatori specializzati per la realizzazione.
Ne è risultato uno studio, a costo zero per le società sportive e per la città (e già solo per questo darei l’Abbondino d’oro a Botta e a Colombo per averlo regalato alla città), depositato in Comune, cui la giunta Lucini, in extremis, a poche settimane da fine mandato, come ben saprete, ha attinto a piene mani per ottenere i famosi 3,5 milioni di contributo da Regione Lombardia.
Cosa è rimasto di quell’esperienza, oggi?
Purtroppo, nulla. Il Coni di Como, con il rinnovo dei vertici locali, evidentemente non ritiene che occuparsi degli impianti sportivi sia un tema rilevante. A richiesta, ci sentiamo dire dal delegato Coni che di questo progetto non sa nulla, si informerà e ci farà sapere. Attendiamo da un anno, pazienti, ma ancora tutto tace.
E sì che dovrebbe essere evidente che l’unico vero problema per lo sport a Como sono gli impianti, che i dirigenti di società sugli aspetti strettamente sportivi stanno lavorando bene, e che le nostre associazioni (sia le più piccole sia le più grandi) da sole non sono in grado, sia per capacità sia soprattutto per i limitati mezzi economici, di costruire un progetto per un nuovo centro sportivo.
E quindi in questa fase di totale abbandono cosa sta succedendo? Stiamo tornando al vecchio sistema: un impianto sportivo comunale, con tempi di realizzazione che, non per cattiva volontà dell’assessore Galli, sono inevitabilmente lunghissimi, vista la burocrazia infinita del nostro Paese; nessuna volontà di aiutare le società sportive a crescere, unendosi, collaborando, e assumendosi responsabilità nuove; e ciascuno che torna a pensare solo al proprio piccolo orticello, sperando che piova dal cielo una palestra nuova, possibilmente gratis.
Che amarezza, e che peccato.
(Lettera Firmata)