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Estate sul Lago di Como ok (e non nelle solite mete) ma: “Locali con cibi precotti a caro prezzo? Il tema esiste”

“Siamo soddisfatti, il lago ha retto bene e adesso la sfida è andare oltre l’estate“. Luca Leoni, presidente degli albergatori di Confcommercio Como e vicepresidente di Federalberghi Lombardia, non ha dubbi: il bilancio della stagione 2025 è positivo, con alcune aree in crescita (Porlezzese e alcune zone della Brianza grazie ai resort) e un progetto che prende forma, la destagionalizzazione.

“L’Alto Lago e il Porlezzese hanno registrato ottimi risultati – spiega Leoni – Como città un leggero aumento, mentre il Centro Lago ha viaggiato quasi al 100% come lo scorso anno. Certo, c’è stato un calo nei passaggi giornalieri a causa della chiusura della ferrovia per Varenna, ma non ci è dispiaciuto: si è lavorato bene pur senza le file fuori dai ristoranti che caratterizzavano altre stagioni. Nel complesso siamo soddisfatti”.

Le provenienze dei turisti

Sul fronte dei mercati, Leoni segnala un leggero calo degli americani, “dovuto all’incertezza legata a dazi ed economia”, mentre hanno inciso molto le presenze arabe e francesi.”Stanno arrivando anche indiani e altri turisti extraeuropei, che potrebbero diventare un mercato importante, gli americani però restano centrali nonostante il calo. L’italiano invece non rappresenta un bacino significativo, sono solo il 2, 3% dei turisti: il lago non è un’area a buon mercato e oggi gli italiani preferiscono mare e montagna. Una volta c’erano gli anziani che passavano un mese sul Lario, ora il turismo è completamente cambiato”.

Bellagio e le altre località

Nelle mete più note come Bellagio si registra solo un calo dell’1-2%, “ma parliamo pur sempre di quasi piena occupazione”, precisa Leoni. Al contrario, hanno registrato incrementi altre aree come i resort della Brianza. Sul fronte dei trasporti, “ci sono stati meno problemi rispetto al passato, anche grazie agli sforzi di ASF e Navigazione, ma serve un piano diverso: i mezzi veloci dovrebbero essere dedicati a pendolari e studenti, quelli più lenti al turista. Se facciamo contenti i residenti, facciamo contenti anche i visitatori”.

L’obiettivo: prolungare la stagione

La sfida ora è allungare la stagione fino a dicembre-gennaio. “Alcuni alberghi resteranno aperti fino a gennaio – spiega Leoni – È un cambiamento graduale ma necessario, e credo porterà benefici, soprattutto se sarà accompagnato da un’offerta più ampia di servizi, dalla navigazione ad attività ed eventi, per sostenere forme di turismo slow, che valorizzano anche i periodi meno tradizionali. Noi stessi stiamo preparando iniziative come passeggiate organizzate e alcuni eventi natalizi. Ma serve un impegno corale del territorio con più eventi in bassa stagione. Se le ville restassero aperte anche in autunno, e se venissero proposte iniziative culturali e popolari, si potrebbe prolungare la stagione fino a novembre. È un processo graduale, ma necessario. L’obiettivo deve essere puntare sulla qualità, non sulla quantità. Qualità non significa solo clientela “ricca”, ma visitatori interessati e rispettosi, in grado di garantire un turismo sostenibile e distribuito durante l’anno. Questo avrebbe anche un effetto positivo sull’occupazione: meno contratti precari e più stabilità per i lavoratori. Destagionalizzare, infatti, significa anche avere personale assunto tutto l’anno e famiglie con maggiore sicurezza economica“.

Un aiuto in questa direzione è arrivato dalle nuove norme sulle mance elettroniche, che hanno garantito, sottolinea Leoni, “incrementi in busta paga tra i 500 e i 600 euro mensili, rendendo più appetibile il lavoro in albergo”.

Le critiche della giornalista britannica

Negli ultimi giorni ha fatto discutere la recensione di una giornalista inglese che, dopo un soggiorno a Bellagio, ha dichiarato di non voler tornare per tre motivi: chiusure serali anticipate, cucina deludente e troppa commercializzazione.

“Devo dire che su certi punti sono d’accordo – ammette Leoni – Bellagio dovrebbe avere più negozi aperti la sera e un po’ di musica fino alle 23, non certo fino a tarda notte per non dare fastidio, ma così il paese sarebbe più vivo. Quanto alla ristorazione, purtroppo è vero: ci sono troppi locali che servono piatti precotti al microonde e i prezzi non sono sempre in linea con l’offerta. Non è la norma, ma resta un problema. Come ha già suggerito Paolo Peroni (proprietario dell’Hotel Argegno e della Locanda Sant’Anna e consigliere dell’Associazione albergatori di Confcommercio, ndr), sarebbe utile introdurre un sistema di segnalazione che distingua i ristoranti con cucina di qualità da quelli che non hanno nemmeno uno chef. Sui trasporti, piccoli miglioramenti ci sono stati, ma bisogna continuare a lavorare. Probabilmente la giornalista ha esagerato nei toni, dipende anche dai giorni in cui è venuta, ma resta il fatto che sono ottimi punti di riflessione su cui potremmo migliorare“.

Il bilancio dell’estate 2025 sul Lario resta dunque positivo, ma con la consapevolezza che occorre lavorare sulla qualità più che sulla quantità, e soprattutto sul prolungamento della stagione turistica. “Se riusciamo a spalmarla su dieci mesi – conclude Leoni – ne guadagnano tutti: turisti, lavoratori e territorio”.

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