“Svuotamento del centro storico”. “Grande centro commerciale all’aperto”. “Solo case vacanza”. Sono i tre assi su cui si muove il cuore delle riflessioni urbanistiche, commerciali e antropiche quando si guarda la città murata del nuovo millennio. Ospitiamo molto spesso su queste pagine interventi che possano contribuire a un’osservazione piena dell’indubbio mutamento del cuore del capoluogo (così come da settimane raccontiamo i quartieri con approfondimenti specifici). Ma i tre assi di cui sopra sono dogmi inscalfibili e acquisiti o meritano osservazioni più in controlouce? Ne parliamo con l’ex assessore all’Urbanistica, giunta Lucini, Lorenzo Spallino.
Primo dato, lo svuotamento del centro storico. Residenti in fuga?
Il fenomeno esiste anche in città omogenee a Como come Bergamo ma posso dire con certezza che fino a cinque anni fa, quando era in carica la nostra giunta, i dati sulla città murata segnavano un aumento dei residenti. I numeri dell’ultimo quinquennio non li conosco perché non sono stati aggiornati sul sito del Comune. So solo che la tendenza allora era quella. Bisogna certo dire che Como ha un’età media più alta rispetto al resto del Paese, questione di benessere e servizi. Per questo aveva senso la nostra idea di Ticosa.
Intende l’housing sociale.
Sì, un’edilizia pensata per chi ha un reddito troppo elevato per le case popolari e troppo basso per vivere in centro città. Abitazioni per la classe media che entra nel mondo del lavoro, poi ha figli e che decide di lasciare il capoluogo per questioni di costi. In quel modo avremmo riportato in città le famiglie abbassando nettamente l’età media appunto e ripopolando una Convalle che sta invecchiando. A Milano lo hanno fatto e funziona.
La città murata è diventata, dice qualcuno, ‘un grande centro commerciale all’aperto’.
Non mi piace l’espressione. Posso dire che è vero che c’è una rotazione violentissima delle unità commerciali in favore delle catene. E sicuramente c’è stata una commercializzazione del tessuto urbano. Il punto è che la città murata deve mantenere attrattività per i residenti, cioè tenere i servizi. L’idea di spostare il Comune in Ticosa e altri uffici pubblici nella Caserma de Cristoforis porterà a un decadimento della residenzialità. Perché uno deve pagare cinquemila euro al metro quadro se poi non ha niente?
E arriviamo all’esplosione delle case vacanza.
Il Comune può fare poco, semmai la Regione secondo cui un B&B è sempre una residenza. Vero, se sono io che affitto ai turisti il mio appartamento. Ma se una grossa società, cosa che succede, arriva in città e acquista un intero immobile per farne case vacanza è dura parlare di residenziale.
Catene, case vacanza, pochi negozi di vicinato, riduzione dei servizi. Se questo è l’orizzonte in cui ci muoviamo qual è il rischio?
Che accada quanto successo a Firenze che dall’oggi al domani ha visto sparire 20mila residenti dal centro storico.
Però diceva che cinque anni fa registravate un aumento.
Siamo all’inizio, il fenomeno case vacanza è partito con Expo. Tutto può essere ancora governato.
Come?
Concordando con Regione e operatori politiche che distinguano le operazioni del privato da quelle dei grossi gruppi, per esempio.
Siamo nella morsa del turista?
In balìa più che altro. Quando fu stilata una classifica dei brand turistici italiani più noti al mondo, dopo Venezia, al secondo posto, c’era Como. Prima di Roma e Firenze.
Serve un piano di sviluppo e gestione del turismo.
E’ difficile con questi numeri, lo so. Ogni anno ci sono milioni di visitatori in una città da 80mila persone. All’epoca iniziammo un lavoro con Tim per l’osservazione, ovviamente anonima, dei dati sulla rete cellulare. Avevamo analisi sul gradimento, sugli spostamenti, sulla nazionalità. Sono dati che permettono di comprendere i fenomeni. Per esempio, scoprimmo che durante il giro di Lombardia ci sono mediamente più tedeschi. Le code alla Funicolare si possono prevedere e la città può interagire col turista per esempio dicendogli: ‘Non stare due ore in viale Geno, prima fai un giro al Tempio Voltiano’. Serve informare.
Voi avete pedonalizzato via Plinio, Piazza Grimoldi e via Garibaldi. La Ztl va allargata ancora?
Sì, a tutta via Nazario Sauro, lasciando il transito ai bus del trasporto pubblico e per l’ingresso al parcheggio Arena.
L’intervento su Piazza Roma invece non è stato un successo.
Non è così. E’ un pezzo di un percorso ora in una mediazione non fruttuosa. Il piano a medio-lungo termine vedeva l’addio ai bus turistici. Io avrei poi installato una fontana e realizzato i campi da bocce sul modello francese, anche lasciando i posti auto dei residenti. Oggi non funziona perché non è completata.
Ultima cosa, stiamo all’esistente. Il centro è preda dei mezzi per le consegne. E’ un intasamento oggettivo.
Vero, mi chiedo se la regolamentazione degli ingressi sia rispettata. Ma si pone anche il problema della consegna Amazon sotto casa al privato, non c’entrano solo i negozi. Non importa che il furgone sia a benzina, idrogeno o elettrico, se c’è una consegna ci sono sempre duemila chili di ferro che entrano in centro. Serve un accordo con le società di trasporti. Bisogna pensare ad aree di interscambio, di scarico. Siamo anche qui solo all’inizio. Con la pandemia, lo sappiamo bene, il settore della logistica e dei trasporti è esploso. Ora va governato.
2 Commenti
Spostare gli uffici comunali non serve, a breve i contatti saranno sempre più digitali, quindi non ci sarà nessuna utilità semmai aprirei un punto comunale di assistenza agli anziani per i servizi informatici, Si potrebbe sfruttare l’ormai ex-infopoint dietro via Albertolli.
Per il turismo leggevo che a Venezia stanno valutando la possibilità di limitare le licenze di street-food e paccotaglia in certe zone, per poterle riconvertire in negozi di vicinato.
L’idea del navettamento merci da Montano al centro era già stata presentata, mi sembra, sul modello di Padova, anche se mi sembra che l’on-line si stia già attrezzando in proprio con mezzi di ridotte dimensioni; il rifornimento ai negozi dovrebbe essere effettuato in orari limitati al mattino presto. Il traffico andrebbe gestito con molti più posti d’interscambio esterni e collegamenti pubblici costanti, il parcheggio in centro andrebbe disincentivato con il costo (per i turisti, non i residenti), sfruttiamo il collegamento diretto Tavernola-Piazza Cavour nei periodi ed orari di massima affluenza, è ovvio il parcheggio a Tavernola va incrementato (tantopiù che è gratis al momento).
pienamente d’accordo, soprattutto sul fatto di non spostare servizi alle caserme o in ticosa. per la questione case vacanze sarebbe utile inserire dei limiti al quantitativo di appartamenti che un soggetto (sia società che privato) può gestire a scopi turistici, nel medesimo comune.