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Passeggiate, pic-nic tipici, bellezze nascoste (e il vampiro): Slow Lake Como, il lago fuori dalle masse

Viaggiare lenti, cercando di scoprire gli angoli nascosti del territorio. Questo è l’obiettivo di “SlowLakeComo”, azienda nata nel 2017, dal sogno di Daniele Corti e Davide Bareggi, due amici che da qualche anno cercano di promuovere un turismo molto diverso da quello che si è visto negli ultimi decenni sul territorio comasco (qui tutti gli itinerari). Bellezze dimenticate, passeggiate buon cibo, storia locale (vampiro di Como incluso) sono gli ingredienti che muovono la piccola azienda dei due “soci” (come affettuosamente si appellano tra di loro).

Per saperne di più abbiamo parlato con Daniele, che ci ha raccontato un po’ più in profondità di SlowLakeComo.

Da dove parte il vostro progetto?

L’idea nasce nel 2017 da alcune nostre passioni. A noi piace passeggiare lungo il nostro territorio, degustando sempre del buon cibo tipico. Così abbiamo aperto questo sito che inizialmente aveva lo scopo di attirare l’interesse dei nostri conoscenti e magari di qualche nuova persona. Poco dopo ci siamo resi conto che queste nostre passeggiate venivano frequentate da molti estranei ai nostri gruppi, e tra loro c’erano anche molti stranieri. Da qui abbiamo deciso di prendere l’idea più seriamente. All’inizio era solo un lavoro part-time. Poi dal 2019 abbiamo lasciato i nostri lavori e ci siamo concentrati completamente su questo progetto.

Com’è un’esperienza tipo?

Abbiamo sia passeggiate che percorsi gastronomici. Il nostro tour storico, che ha sempre più seguito, si chiama “Sulle orme dei contrabbandieri”, una passeggiata che si svolge nel Parco Spina Verde e dura alcuna ore in cui facciamo avanti e indietro tra le reti che dividono l’Italia e la Svizzera. Qui avviciniamo i visitatori alle vicende e alle leggende di un tema storico che sta diventando romantico e di interesse comune. Sempre in questo tour facciamo un pic-nic con prodotti locali di una serie di aziende agricole del territorio con cui collaboriamo. La parte culinaria è sempre presente nelle nostre esperienze e a volte si svolge anche in ristoranti e baite.

Invece per i turisti stranieri?

Proponiamo solitamente il Ponte del Diavolo tra Bellagio e Lezzeno, trekking in Valle Senagra, passeggiata al giardino del Merlo di Musso oppure da Brunate a Torno e molte altre esperienze (qui tutti gli itinerari).

Voi lanciate un turismo slow, in forte controtendenza rispetto a quello di massa che si sta affermando negli ultimi anni.

Noi partiamo innanzitutto dalla destagionalizzazione, spalmando i tour durante tutto l’anno e non concentrandoli nei periodi in cui c’è già una forte pressione sul territorio. Il turismo “slow” ti permette di visitare luoghi più sconosciuti ma ugualmente meravigliosi, non solitamente previsti negli itinerari classici. L’idea è quella di spostare in queste zone una parte dei flussi di visitatori, per portare lavoro e ricchezza alle attività locali.

L’amore per il territorio quindi è un tema al centro del vostro progetto.

Questo è stato il motivo che ci ha mosso inizialmente. Poi la nostra è comunque un’azienda a tutti gli effetti. Il nostro territorio è tutto molto bello ma il turismo è concentrato solamente in una piccola fetta.

Sul vostro sito si parla molto di filosofia. Se si potesse riassumere in una parola quale sarebbe?

Direi proprio “slow”. Noi proponiamo un turismo lento che permette di prendersi il tempo per esplorare senza essere trascinati dalla fretta e in più è rispettoso nei confronti del territorio circostante.

Avete anche a che fare con il Baradello, è corretto?

Sì, assolutamente. Noi gestiamo le visite al museo e stiamo cercando negli ultimi anni di rivitalizzare questo nostro meraviglioso monumento.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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