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VIDEO Chiusura nidi, bufera sul sindaco: le mamme protestano in Comune. Rapinese al Pd: “Poveracci” e manda baci. Civitas: “I cittadini reagiscano”

Clima tesissimo questa mattina a Palazzo Cernezzi dove un nutrito gruppo di genitori si è presentato fuori dalla sala Giunta dove era in programma la conferenza stampa di presentazione della “Programmazione degli Asili Nido per gli anno formativi 2024/2025 e 2025/2026”. A scaldare gli animi l’annuncio, anticipato ieri sera da Comozero, della decisione di chiudere l’asilo nido “Magnolia” di via Passeri già a partire dal giugno di quest’anno e l’asilo “Coccinella” di Monte Olimpino a fine 2025.

Tra cartelli e toni sempre più alti, a cui neanche il sindaco Alessandro Rapinese si è sottratto con un surreale susseguirsi di sfottò con i consiglieri del Pd presenti, mamme e papà hanno chiesto a gran voce le ragioni di questa scelta che penalizzerà diverse famiglie costrette a scegliere un asilo nido lontano dal quartiere di residenza senza neanche la certezza di risolvere l’annoso problema delle liste d’attesa. Domande a cui il sindaco, pur mostrando alcune pagine della delibera, non ha risposto in maniera evidentemente esauriente tanto che i genitori si stanno già organizzando per essere presenti in massa al prossimo consiglio comunale in programma per lunedì sera (dove è previsto l’arrivo anche dei giostrai del Luna Park).

“L’asilo Magnolia è una delle eccellenze della città ed è stato chiuso in un’ottica di razionalizzazione delle scuole, termine che già da solo fa paura perché l’interesse dovrebbe essere quello di offrire servizi in termini di valore, non razionalizzare in termini prettamente economici. Il servizio di nido comunale ha alle spalle un progetto complesso che dura da anni e adesso tutto questo viene interrotto in modo brusco e l’alternativa che ci viene proposta, che non è neanche un’alternativa, è quella di spostarci in un nido a nostra scelta tra nidi comunali ancora aperti più o meno vicini – ha sottolineato una mamma, Alice Ghignone, parlando a nome di tutti i presenti – se avevamo scelto una certa zona è perché ci interessa la continuità con il quartiere e con le altre scuole, oltre naturalmente ad aver valutato le difficoltà nell’accompagnare i bambini ma ci è stato risposto che questi sono problemi organizzativi che tutti hanno dovuto affrontare”.

“Non è vero, come dice il sindaco, che le liste d’attesa sono azzerate, basta guardare il sito del Comune che è aggiornato alla fine dell’anno scorso – sottolinea un’altra mamma – la realtà è che è stato tolto uno dei due scaglioni in cui era possibile iscrivere i bambini quindi le famiglie, che magari già dopo tre mesi hanno bisogno di tornare al lavoro, si organizzano diversamente. Se non apri le iscrizioni, è ovvio che tu poi non abbia liste d’attesa”.

Tra i genitori, erano presenti anche alcuni esponenti dell’opposizione che hanno fatto sentire, in tutti i sensi, la loro voce rimediando un  “poveracci” e “ciao ciao piddì”.

Con tanto di bacio lanciato con la mano dal sindaco prima di chiudersi alle spalle la porta della sala. Qui il video:

“”Penso che chi amministra un Comune deve pensare che è un servizio da dare ai cittadini e non pensare solo a un discorso economico. Gli asili nido sono sempre stati il fiore all’icchiello del comune di Como. Perché dobbiamo distruggerli tutti? – sono state le parole di Patrizia Lissi (Pd) – poi bisogna ragionare su dov’è l’asilo nido. Quello di via Passeri è vicino alla scuola materna e alla scuola elementare. Un genitore porta il bambino all’asilo nido, porta il fratellino alla scuola elementare. Quando si fanno queste scelte bisogna farle con un ragionamento più articolato pensando a tutti gli effetti che queste chiusure portano sul territorio. Gli asili nido non si toccano”.

“La struttura di via Passeri, stando ai dati di dicembre scorso, ha un numero rilevante di lista d’attesa quindi significa che c’è una richiesta rilevante in questa zona – è stata la riflessione di Stefano Legnani (Pd) e poi si chiuderà Monte Olimpino l’anno prossimo, le più vicine resteranno Sagnino e via Italia Libera e dal punto di vista banalmente dell’inquinamento e del movimento delle persone significa gravare la città impoverendo il quartiere di una presenza come già fatto con la scuola materna di Ponte Chiasso.

“La parola d’ordine del sindaco Rapinese è chiusura: chiusura rispetto ai cittadini, chiusura delle porte nelle conferenze stampa, chiusura degli asili nido, chiusura del bocciodromo, chiusura del Luna Park – gli ha fatto eco Luca Gaffuri, ex consigliere comunale e regionale e storica anima del pd comasco- Como è una città che non si ritrova, che non ha luoghi di incontro e non è al servizio dei cittadini.

Sulla questione pubblichiamo due interventi. Il primo è dell’associazione e lista Civitas, fondata dall’ex assessore Bruno Magatti. Eccolo:

Ci sono temi che suscitano indignazione.

Oggi svetta l’annuncio del sindaco di Como che intenderebbe chiudere a giugno il nido comunale di via Passeri e quello di Monte Olimpino, l’anno prossimo.
Sa il Sindaco che i bambini sono il futuro? Sa che la denatalità non è solo un dato problematico ma indice di un problema che riguarda un’intera generazione?
Sa il Sindaco che mettere al mondo figli, nella nostra società, è impresa sempre più onerosa che richiede ogni giorno coraggio e un’ottimismo che confina con l’incoscienza?
Coloro cui è stato affidato il compito di amministrare “beni” di noi tutti dovrebbero essere consapevoli della priorità del sostegno alla genitorialità in ragione del fatto che i bambini sono investimento collettivo e non una mera scelta privata.
Gli attuali amministratori della nostra città, invece, intenderebbero proseguire nell’ostinata demolizione di un servizio essenziale per i genitori. Inoltre è un’esigenza indispensabile per le donne che lavorano e  non intendono rinunciare a essere madri. È solo una coincidenza il fatto che oggi sia l’ 8 marzo!
Respingiamo da subito argomentazioni che rimandassero a una mediocre contabilità di terz’ordine ma incapaci di considerare economie di “sistema” e invitiamo la cittadinanza a contrastare questa pericolosa deriva.

È urgente ribadire che oggi:

  • troppi genitori non trovano posto per i loro bambini nei nidi comunali e sono costretti a inventarsi soluzioni spesso onerosissime,
  • l’annuncio getta nello sconforto chi vede sfumare all’orizzonte un servizio che considerava disponibile,
  • ogni società avanzata considera i nidi un servizio essenziale, invocato là dove non c’è,
  • la nostra città è stata un’avanguardia e l’ultima cosa di cui ha bisogno è di qualcuno che distrugga ciò che di meglio chi lo ha preceduto ha saputo realizzare,
  • l’indiscussa qualità del servizio offerto nei nostri nidi comunali è frutto di grandi investimenti economici del passato e dell’impegno appassionato e del lavoro qualificato di moltissime educatrici: distruggere tutto ciò è indice di una pochezza inqualificabile,
  • è facilmente dimostrabile come da molti lustri il servizio “nidi comunali” abbia dato risposta alle attese e ai bisogni di centinaia di famiglie e offerto spazi educativi e relazionali ai piccoli.Su questo tema CIVITAS si è ripetutamente battuta e non intende indietreggiare. Si tratta di un tema cruciale dai profondi risvolti sociali e culturali.

In queste ore abbiamo ricevuto segnali di frustrazione, allarme e rabbia da giovani genitori. Siamo allarmati con loro e per loro e non siamo disposti a stare a guardare chi si sente autorizzato a demolire un bene prezioso che altrove ci invidiano non sapendo costruire risposte ai bisogni delle persone. Chiediamo alla cittadinanza di reagire a questa retrocessione in serie B. Sappiamo di esprimere pensieri largamente condivisi e siamo pronti a unire la nostra voce a quella scandalizzata di coloro che hanno fruito di questo servizio per i propri figli e nipoti. Siamo pronti a metterci a loro disposizione perché le voci indignate si uniscano per fermare questo scempio.

Il secondo è di Cgil, Cisl e Uil:

L’amministrazione Rapinese chiude due asili nido della città e lo annuncia nel giorno internazionale della donna, notoriamente giornata di rivendicazione anche di tutti quei servizi di welfare in grado di supportare le famiglie, e spesso solo le donne, nel lavoro di cura.

Una decisione, questa, assurda e tesa a smantellare il sistema capillare di asili nido che avevano fatto di Como una città all’avanguardia, dalla Giunta Spallino in avanti: 10 asili nido pubblici nei quartieri a garantire sussidiarietà territoriale.

L’idea di servizi di welfare alla cittadinanza di questa giunta è inesistente. Si preferisce tagliare e accorpare in “macronidi” invece che ampliare i servizi di quartiere vicini alle famiglie. Una scelta antistorica in un momento in cui l’UE chiede all’Italia di ripensare il sistema dello 0-3 anni considerato che solo il 33% dei bambini italiani accede al nido, contro il 50% e più di Spagna e Francia e il 70% di Olanda e Danimarca.

D’altronde l’amministrazione non è nuova a chiusure con riaperture annunciate e mai attuate: piscina di Muggiò, piscina di via del Dos, asilo nido di Albate, piscina Sinigaglia. Riteniamo che chiudere i servizi ai più piccoli sia l’ennesimo errore di questa amministrazione, sempre più lontana dalle esigenze delle famiglie che sostiene di rappresentare.

Ci batteremo, con genitori e lavoratori, perché i nidi di Como rimangano aperti e pubblici.

FP CGIL Stefania Macrì CISL FP Nunzio Praticò UIL FPL Antonio Durante

 

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31 Commenti

  1. Vivo sul Lago lato Bellagio: l’anno.scorso hanno chiuso la scuola.elementare di palazzo accorpandola a quella di Torno. Gravi disagi per i genitori , ma la scuola aveva costi insostenibili per il.piccolo comune e inoltre c’erano 10 bambini per tutte le classi con pluriclassi ,pochi servizi extra. Ovviamente Rapinese non c’entra . Possiamo avere dei numeri sugli asili in questione ? Numero di bambini , insegnanti , servizi extra ?!

  2. Su questo tema l’attuale amministrazione comunale è lontana dalla realtà e quotidianità dei cittadini. Magari mi sbaglio, ma ho sempre ritenuto che chi governa una città abbia come obiettivo dichiarato quello di migliorare la vita di chi in essa ci vive. Questa scelta va invece palesemente nella direzione opposta: un fatto evidente a chi è coinvolto direttamente nella gestione di uno o più figli che frequentano i nidi comunali di Como ma curiosamente non evidente a chi prende le decisioni per la collettività.
    Proverò allora a offrire un esempio concreto dell’inadeguatezza dell’idea di accorpare gli asili riducendo la capillarità del servizio sul territorio. Credo che molti si riconosceranno nella mia esperienza personale. Fascia oraria delle 7.30-8 circa (la prima per portare i bambini all’asilo), figlia iscritta in asilo a 15 minuti a piedi dal centro storico, mia abitazione sempre a 15 minuti dal centro storico a piedi. Tempo per portare mia figlia a piedi: poco più di 15 minuti per tratta (totale 30 minuti). Considerando che lavoro fuori città (30 minuti di auto a tratta, in condizioni di traffico scorrevole) ovviamente prendo l’auto e poi mi dirigo verso il lavoro. Quanto tempo ci metto? Una delle ultime tempistiche per una tratta di andata casa-nido in auto in un giorno di pioggia è stata di più di 20 minuti, trascorsi in coda già a partire dalle vie residenziali attorno a casa mia. Si tenga presente che in condizioni di traffico normale ci vorrebbero 5 minuti di auto per percorrere la mia tratta casa-nido. La mia media in auto per quella tratta in orario di entrata al nido è di 15 minuti. È un problema? Si, per chi non è libero professionista ed è tenuto ad arrivare al lavoro a un orario prestabilito. Io attualmente usufruisco di un nido di quartiere ma non oso immaginare quali sarebbero le tempistiche se dovessi portare mia figlia in un nido più lontano. Non è questione di partire prima, perché tanto se il primo orario di apertura del nido sono le 7.30, io comunque a quell’ora mi troverei fermo nel traffico cittadino (che per la cronaca è folle: ho provato a partire dal nido alle 7.35 più di una volta e per percorrere un tratto urbano che comprendeva tangenziale e borgovico sono arrivato a metterci 40-45 minuti ultimamente).
    Quanti vivono quotidianamente questa situazione? Tanti concittadini e non certo quei pochi genitori che giustamente sono andati a manifestare la loro esistenza in Comune. Perché per prendere decisioni per la collettività è necessario confrontarsi con essa e ricordare che il servizio pubblico va efficientato ma non gestito secondo logiche puramente commerciali o di mercato: il servizio pubblico ha come obiettivo il perseguimento dei valori previsti dalla Costituzione italiana e non il perseguimento del capitale. Detto questo, tutti sappiamo che non è facile governare ma scegliere di fare le rivoluzioni sulla carta, a tavolino, secondo il volere di pochi e senza un confronto con i cittadini che ne vengono toccati direttamente, è controproducente.

  3. L’unico lato positivo è che essendosi inimicato, con le sue mirabolanti idee, tutte le “categorie” di cittadini, probabilmente alle prossime elezioni prenderà giusto il suo voto e quello di qualche fedelissimo assessore. Dopodiché “ciao ciao Superman”…

  4. Il caro sindaco sarebbe forse un buon amministratore di condominio, ma la politica amministrativa è ben altra cosa… gli mancano proprio le basi e non riesce certo a sopperire con il buon senso, che proprio gli difetta di base…. se poi si aggiunge l’indole rabbiosa e l’ego smisurato…. ecco il perfetto cocktail… in definitiva… l ė minga bun…

  5. Semplicemente il numero uno !! Bisogna soltanto inchinarsi e stare zitti davanti a quello che fa. Il resto è tutta roba da prima repubblica, compreso quelle quattro mammine capitanate dallo stato maggiore del PD oggi in aula consigliare. Che pagliacci !!!

  6. In che senso i cittadini dovrebbero reagire? Cosa dovrebbero fare, bloccare la Napoleona? Fate voi un esposto al prefetto.

  7. Sinceramente se vogliamo parlare di educazione i cafoni mi sembrano i genitori (pochi) e la folta delegazione del PD, che urla e insulta in 20 contro uno.

  8. Al personaggio va bene che è un “sindaco” altrimenti prima o poi avrebbe trovato qualcuno che avrebbe risposto per le rime alle sue prese in giro , ma non a parole……

  9. L’obiettivo palese del sindaco è impedire in termini logistici a sempre più famiglie di usufruire del servizio di nido comunale, facendo in modo di avere sempre meno iscritti e poter chiudere tutti i nidi della città. Davvero complimenti.

  10. Grande Sindaco !!! Avanti tutta. È solo invidia la loro. Fateli vedere tutti i filmati, non solo quelli che vi fanno comodo. Un Sindaco che ha le palle chiunque esso sia è quello che ha il coraggio di prendere decisioni giuste o sbagliate che siano. Loro fino ad un anno e mezzo fa hanno starnazzato senza mai decidere niente. E questi genitori che oggi erano in aula a lamentarsi, sono quelli che tutti I giorni rompono i maroni perché nelle scuole piove dentro, perché c’è la muffa perché c’è il vetro rotto ecc. ecc. Che si vergognassero !!!!

    1. Non ho capito!!! Per evitare che la gente si lamenti “perché nelle scuole piove dentro, perché c’è la muffa perché c’è il vetro rotto ecc. ecc.”, la soluzione è di chiudere le scuole? E’ come dire che per risanare il deficit dell’INPS si potrebbe pensare di eliminare i pensionati.

    2. Ahahahahaha a Marioooooo sai che sei proprio un simpaticone. Mi piacerebbe incontrarti per strada, magari nella penombra per scambiare due chiacchiere

    3. Perché dunque a lei sta bene se nelle scuole piove dentro, c’è la muffa, c’è il vetro rotto? Non ci si dovrebbe lamentare per questo? Complimentoni, davvero! Un cittadino esemplare. L’amministratore non deve prende le decisioni a tutti i costi «giuste o sbagliate che siano», deve amministrare, possibilmente bene, per TUTTI i suoi cittadini. Questo sindaco non lo fa, e oltretutto getta fiumi di denari dei cittadini per acquistare luridi ruderi inutili. Se i tifosi “a prescindere” del Sindaco si ricordassero ogni tanto che non sono allo stadio sarebbe un bene per tutti.

    4. Ma Lei dove vive ? A casa sua piove dentro? I muri hanno la muffa? I vetri sono rotti e se li tiene così?
      e quindi per lei questo è tutto normale e ci si deve pure vergognare di far valere il diritto alla decenza?
      Io non ho parole

  11. Sarebbe opportuno che intervenga il Prefetto di Como e, se è possibile interrompere questa insorgenza popolare che è in atto in città, a seguito del comportamento irrisorio e provocatorio che mette in atto il Sindaco di Como negli incontri con i cittadini e, nei Consigli Comunali!!!

  12. Deprimente. Ma Rapinese sa che un sindaco dovrebbe comportarsi in modo corretto con TUTTI i suoi cittadini e non solo con i rapifan. Ma pensa di essere così sicuro di avere sempre la ragione in tasca? Non si mette mai in discussione? E tutti i rapifan sono contenti di non dover più avere opinioni che tanto c’è chi le detiene per loro?

  13. Bruno Magatti dovrebbe avere il buon gusto di tacere dopo che nelle ultime elezioni il suo mancato appoggio a Barbara Minghetti, per gelosie ridicole, ha fatto sì che Rapinese venisse eletto

  14. Vergogna vergogna vergogna…. Mai più votarlo. Va a casa. Non capisce i problemi delle famiglie con figli.

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