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Altro che ristorni, proposta choc in Ticino: “Trasformare i vecchi frontalieri in nuovi così pagheranno più tasse”

Cento milioni di deficit nel Preventivo 2026 per il Canton Ticino e una spesa pubblica fuori controllo. Da qui – ma non solo – parte la Lega dei Ticinesi per assestare un nuovo attacco ai frontalieri da sempre mirino di molte battaglie. Questa volta nell’obiettivo ci sono i ristorni. Come raccontavamo qui e qui e la cifra di quanto è stato reso all’Italia sotto forma di ristorni per il 2024 è stata molto alta.

E su tale somma si fa leva per attaccare: “Nei giorni scorsi, abbiamo appreso la lieta novella (si fa per dire) che i ristorni dei frontalieri hanno raggiunto la cifra record di 112 milioni di franchi. Le condizioni delle finanze ticinesi sono note. Il Belpaese, sul nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri, ha menato il can per l’aia per anni – si legge su Il Mattino, periodico del partito – Il nuovo accordo presenta qualche vantaggio economico per il Ticino, ma solo per i nuovi frontalieri (quelli che staccano il permesso G dopo il luglio 2023). Inoltre, i ristorni resteranno in vigore fino al 2033. A seguito della melina italica, l’erario pubblico ticinese ha perso decine di milioni di entrate! Di conseguenza, cominciamo ad incamerare i ristorni come compensazione per i ritardi. Altro che versarli!”.

Questa la spiegazione a cui segue l’idea, sempre dalle colonne del giornale: “Poi, visto che i nuovi frontalieri pagano, anche in Ticino, più imposte di quelli vecchi, si potrebbero anche annullare tutti i permessi G rilasciati prima del luglio 2023 e poi ri-emetterli come permessi nuovi. Da dicembre 2022 – dice la Lega dei Ticinesi – l’Italia ha sospeso i trasferimenti Dublino invocando una situazione di emergenza a causa dei troppi sbarchi di finti rifugiati. Adesso è il Ticino ad essere in emergenza finanziaria: il precedente creato da Roma lo legittima ad agire di conseguenza”.

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