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Lungolago, il nome del paesaggista per arredo e verde. Gervasoni: “Con Lucini via 60 alberi, ma non buttiamo quel progetto”

E’ l’architetto paesaggista novarese Massimo Semola il professionista scelto dal Comune di Como per definire l’arredo e il verde del futuro lungolago. Si tratta di un vero esperto della materia, visto che Semola è socio dell’Aiapp (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), dell’Efla (European Foundation of Landscape Architecture), oltre che delegato Fai per i giardini novaresi.

Il compenso per il nuovo esperto è di 40mila euro.

Semola è, in particolare, esperto di progettazione di parchi e giardini privati e pubblici, giardini pensili, terrazze, piscine, aree verdi per centri commerciali, aziende agricole, strutture ricettive e case di cura, restauro giardini storici.

Sempre sul tema del futuro lungolago, in consiglio comunale è approdata l’interrogazione del consigliere comunale di Svolta Civica, Vittorio Nessi che – per quanto noto finora – ha parlato del rischio che la nuova passeggiata somigli a “una lunga spianata, da qualcuno definita una pista di atterraggio”.

In generale, Nessi ha accusato la giunta Landriscina di essere arrivata “fino a oggi senza nulla di concreto, a parte un improbabile sondaggio della Fondazione Volta sui cittadini” e poi ha attaccato come un “grande spreco” il mancato utilizzo del progetto architettonico per il lungolago messo a punto a suo tempo dalla giunta Lucini.

L’assessore alle Opere pubbliche, Pierangelo Gervasoni, ha risposto a Nessi e ha fatto il punto sul progetto per il nuovo lungolago. Innanzitutto, l’assessore ha affermato che il progetto Lucini “è stato mantenuto dalla società regionale Aria Spa, che ha curato la progettazione e l’appalto delle opere di difesa dalle esondazioni, nelle linee essenziali e funzionali dell’opera idraulica”.

“A titolo di esempio – ha proseguito Gervasoni – è stato mantenuto disegno del fronte-lago con la soluzione dell’angiporto davanti a piazza Cavour disegnato dall’architetto Dal Sasso funzionale ad accogliere la vasca di laminazione tra piazza Cavour e il Bar Ceccato. Così come sono stati mantenuti nella soluzione architettonica e nella posizione i fabbricati della biglietteria fronte Monti, i servizi fronte Hotel Suisse e la cabina elettrica ai giardini a lago”.

“Sono state stralciate alcune opere architettoniche e non strettamente connesse alla funzionalità di difesa, come la rampa di alaggio a Sant’Agostino, le gru storiche (foto sotto e in copertina) e per la stessa motivazione i pergolati, così come è stata abbandonata l’idea dell’abbattimento di diversi esemplari del doppio filare di tigli”, ha aggiunto l’assessore.

Confermate la realizzazione della ciclabile lungo la passeggiata, con alcune modifiche rispetto alla terza perizia di variante, e l’implementazione dell’illuminazione a fronte dell’introduzione di arredo a verde non previsto nelle opere originarie.

L’arredo a verde “integrerà quello esistente” pur con alcune modifiche sempre rispetto alla terza variante risalente alla giunta Lucini.

Gervasoni si è poi tolto un sassolino sul tema dei tigli da abbattere: “L’attuale progetto di Regione prevede abbattimento di 13 tigli il cui apparato radicale interferisce con le opere di adeguamento sismico della vasca B, già realizzata, sulla passeggiata ex Zambrotta. Per quanto riguarda la progettazione degli arredi, l’obiettivo è salvaguardare il doppio filare; rispetto al progetto Lucini non si prevedono nuovi abbattimenti mentre il progetto di terza perizia prevedeva l’abbattimento di 60 esemplari dislocati su tutto il fronte, con la riapiantumazione di 20 esemplari per un saldo negativo di 40”.

Sul fronte costi, Gervasoni ha specificato che il progetto Lucini è costato circa 103mila euro, mentre il costo di progettazione attuale è quantificato in 16mila euro grazie al fatto che il lavoro è tutto svolto dagli uffici comunali. A questa somma vanno aggiunti i 40mila euro per l’incarico appena affidato dal Comune all’architetto Semola di cui abbiamo riferito sopra.

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Un commento

  1. Certo che è divertente, il progetto del lungolago è stato partorito da una certa parte politica, portato avanti dalla stesse che lo finirà, però sembra che le colpe siano tutte di Lucini e della sua amminstrazione…siamo proprio una città di derelitti.
    E questi sono sempre lì a fare danni.

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