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“Bollette del gas passate da 20mila euro a 205mila”. Como, le denunce shock di Brenna e Tessuto

“Nell’ottobre del 2020 la bolletta del gas era pari a 20 mila euro, salita a 80 mila nel 2021 e addirittura schizzata a ben 120 mila nel gennaio del 2022”.

In queste cifre impressionanti e nelle inevitabili conseguenze, per chi fa impresa, si racchiude l’emergenza nazionale scatenata dal caro bollette. Simili conti vertiginosamente lievitati – che rappresentano un esempio tra i tantissimi casi che anche nel Comasco stanno diventando realtà – sono quelli raccontati da Alessandro Tessuto, patron della Clerici Tessuto. “Così, è perfino superfluo dirlo, non si può certamente andare avanti per molto. Il Governo deve intervenire e farlo rapidamente”. Nel frattempo, nel prossimo Consiglio dei ministri, si valuterà un nuovo pacchetto di risorse e di strumenti da mettere a disposizione proprio per riuscire a fronteggiare la situazione catastrofica in atto, ma intanto le aziende rischiano grosso.

“In tanti stanno valutando come e se andare avanti. Senza dimenticare ovviamente anche il rincaro altrettanto importante dei costi delle materie prime e gli aumenti in arrivo sulla bolletta della luce. Insomma, la situazione è molto critica e il 2022 sarà un anno fondamentale per molti imprenditori. Il conto economico sarà determinante per capire se proseguire o decidere di smettere. Ci si deve rendere conto che fare impresa così diventa complicato”, aggiunge l’imprenditore.

I primi interventi del Governo in materia sono state tre misure volute da Draghi per mitigare i rincari che hanno portato a mettere in campo, dal mese di luglio del 2021 fino a gennaio di quest’anno, la cifra di 10,2 miliardi di euro. Risorse che si stanno dimostrando però insufficienti. “Sulla brevissima distanza possiamo ancora riuscire ad andare avanti, ma ci vogliono interventi drastici. Sempre nella speranza che non intervengano ulteriori fattori di natura geopolitica come la guerra in Ucraina. Evento che rappresenterebbe un ulteriore colpo pesantissimo sui costi delle fonti energetiche e, a cascata, su tutti noi che facciamo impresa”, conclude Tessuto.

E anche la testimonianza di Gianluca Brenna, amministratore delegato di Stamperia di Lipomo e vicepresidente vicario di Confindustria Como, fotografa una realtà ormai prossima al punto di non ritorno. “Ci troviamo di fronte a degli aumenti devastanti. I costi energetici sono letteralmente esplosi nel 2021. Nel settore tessile le aziende più colpite sono quelle di nobilitazione perché hanno impianti produttivi che utilizzano il gas. Si parla dunque di stamperie e di aziende che si occupano del finissaggio. Mentre le tessiture saranno più colpite dall’incremento dei costi della corrente elettrica. Insomma abbiamo un’intera filiera produttiva che si trova sotto stress”, spiega Brenna, che porta un esempio concreto che riguarda l’azienda di cui è amministratore delegato. “Siamo passati da consumi per il gas che sono lievitati da circa 43 mila euro del passato addirittura a 205 mila euro. Un incremento insostenibile – spiega Brenna – E i prossimi mesi rimangono ovviamente un’incognita. Se una simile situazione si può reggere nel brevissimo termine, diventa insostenibile nel lungo termine. Il nostro è un comparto che deve fare dei listini almeno semestrali, non possiamo realizzarli settimanalmente. E se i rincari non vengono presto contenuti già i prossimi mesi potrebbero essere difficili da superare per chi lavora”.

Dunque quali soluzioni? “Sarebbe opportuno prevedere delle quote di energia a prezzi calmierati, come ha già deciso ad esempio la Francia, e creare una politica di medio termine che consenta di essere più indipendenti sul fronte energetico rispetto alla Russia, senza contare il preoccupante scenario di una possibile escalation della crisi ucraina”, conclude Brenna.

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