In principio fu Darko Pandakovic e, a guardare le ultime scelte fatte dall’attuale amministrazione, viene da pensare che avesse proprio ragione lui, almeno nelle intenzioni.
Qui abbiamo anticipato la rivoluzione voluta dal sindaco Saffioti:
Come non ricordare, dunque, la mossa a sorpresa fatta dall’architetto, allora sindaco di Brunate, quando nel 2008 emise un’ordinanza che vietava il transito in paese, residenti esclusi, di automobili “con diametro pneumatici superiore a 730 millimetri o larghezza oltre i 184 centimetri”, come si leggeva sui cartelli comparsi all’ingresso del territorio comunale? I Suv, in pratica.
Una crociata nata dalla volontà di evitare ingorghi tra i tornanti e le strette vie del paese, che però aveva sollevato le proteste di commercianti e ristoratori preoccupati che questa decisione potesse penalizzare il turismo e che, in fin dei conti, si era rivelata fin da subito più simile a una lotta contro i mulini a vento, seppur animata dalle migliori intenzioni.
Dopo un anno, infatti, a fronte di una sola vettura colta in flagrante e multata, le vie di Brunate continuavano ad essere percorse da auto teoricamente “fuorilegge” munite, però, di autorizzazione poiché di proprietà di residenti. Centoquattordici, infatti, i permessi rilasciati su 1100 famiglie, un Suv ogni 10 nuclei famigliari insomma. Numeri di tutto rispetto che, uniti alla comparsa di nuovi modelli di auto che, pur non essendo Suv, risultano addirittura più ingombranti, hanno però reso inefficace l’ordinanza tanto da indurre nel 2015 il nuovo sindaco, Davide Bodini, a cancellarla.
Il principio che l’aveva animata, però, era evidentemente buono e il problema di un paese invaso, in alcuni momenti dell’anno, dalle auto, negli anni non si è sicuramente risolto tanto che oggi (vedi sopra) si è arrivati addirittura a una decisione ancora più radicale: tutti fuori da Brunate, sebbene solo nei weekend estivi, a prescindere dalle dimensioni o dalla disponibilità di parcheggi in paese.
2 Commenti
Le buone idee, per essere tali, devono anche trovare una modalità concreta di esecuzione.
Altrimenti son destinate a rimanere semplici sogni.
Sarebbe da imitare all’istante in certe via della città lacustre. Aspettiamo il ferito grave o il morto come da ormai consolidata tradizione italica.