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Cadorago progetta in grande: un polo delle biotecnologie nella ex Bombyx. Altissima ricerca e 450 posti di lavoro

Un polo di ricerca applicata e un luogo dove sviluppare delle start up nel campo delle biotecnologie verdi a Cadorago, sullo stile di Como Next. Il progetto che ha già il supporto di una delle aziende leader del settore e che poggia anche sulla collaborazione delle Università è stato presentato dal sindaco di Cadorago Paolo Clerici. L’operazione, dal costo che oscilla tra i 60 e 100 milioni di euro, punta “a intercettare i fondi del Pnrr oppure, se il capitolo dedicato dal piano di ripresa fosse troppo complicato, si punterebbe ai prossimi bandi europei del 2023 in materia. Noi da tempo abbiamo avviato lo studio e ci siamo anche appoggiati al progetto Seav (il servizio Europa d’Area Vasta promosso da Regione Lombardia, Anci Lombardia e Upl che consiste nell’attivare una cooperazione amministrativa tra enti come Regione, Provincia, Comuni, Camera di Commercio) allo scopo di attrarre e gestire fondi europei)”, spiega il sindaco.

Obiettivo, la realizzazione di vero incubatore di biotecnologie verdi, con finalità agroalimentari e tutela della biodiversità, attraverso la creazione di un “Polo di Aggregazione” fra Università, industria e istituzioni locali. La base strutturale su cui poggerebbe l’intervento è quello della rigenerazione urbana dell’area ex Bombyx di Cadorago (20.000 metri quadrati), già oggetto di un masterplan dettagliato realizzato dal Politecnico nel 2013 che fungerebbe da base su cui approfondire il piano.

Questo polo infatti nascerebbe su questa immensa area oggi abbandonata. L’incubatore accoglierà ricercatori, start-up, e studiosi, “in sinergia con la realtà industriale e scientifica di eccellenza mondiale, esistente sul territorio, Sacco System SpA. azienda, all’avanguardia che ha sviluppato tecnologie innovative come ad esempio una metodologia per salvare le api dalla moria causata dall’inquinamento, individuando dei batteri intestinali protettori, che ne rinforzano le difese immunitarie”, racconta Clerici.

Per attuare il piano entrerebbe in campo una società pubblico-privata, “con la partecipazione delle istituzioni locali (Provincia di Como, Camera di Commercio di Como, Fondazione Cariplo) oltre ad aziende del territorio. L’Ente attuatore realizzerà l’intervento e gestirà l’infrastruttura, assicurando la copertura dei costi di funzionamento e la propria stabilità economico-finanziaria grazie ai ricavi generati dagli utilizzatori del polo tecnologico”, spiega il sindaco che ha illustrato il piano anche al Tavolo per la Competitività davanti a tutti gli attori interessati.

“A regime, la nascita di questo nuovo polo potrebbe generare, in base alle stime e agli studi, fino a 450 posti di lavoro. L’area si trova in una posizione strategica fra la città di Milano, l’aeroporto di Malpensa e i collegamenti autostradali con la Svizzera e il Centro Europa (30 minuti in treno da Milano e 40 minuti da Malpensa, 4 minuti dall’Autostrada Milano – Chiasso – Svizzera). L’area ha compatibilità ambientale e urbanistica, essendo inserita nell’ambito strategico del Pgt di rigenerazione urbana, nel cuore dell’area verde del Parco del Lura, con potenzialità di mobilità dolce, utili per creare un campus tecnologico simile ai grandi esempi inglesi e americani”, spiega ancora il primo cittadino.

 

Paolo Clerici

Il Progetto di Fattibilità è stato realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano (Dipartimento Architettura e Studi Urbani), grazie a un finanziamento di Fondazione Cariplo. Infine un cenno sull’area ex industriale Bombyx che oggi versa in condizione critiche. Fortemente degradata per il mancato utilizzo di molte sue parti, rappresenta una porzione cospicua di territorio da riqualificare. “Il suo deperimento fisico e strutturale (alcuni solai sono collassati e vegetazione spontanea e infestante sta progressivamente invadendo i fabbricati) è un processo da fermare al più presto per sfruttare il potenziale urbano di questo luogo, in grado di configurare un nuovo grande contenitore di spazi pubblici aperti e coperti per il paese di Cadorago. All’ingresso del bel portale in granito, testimone di un passato recente glorioso, l’edifico ovest che borda l’attuale strada provinciale è in parte abitato nel secondo livello, mentre gli altri corpi di fabbrica sono utilizzati solo parzialmente in modo produttivo, come deposito e stoccaggio”, si legge nello studio. “Questo polo potrebbe attrarre cervelli in fuga all’estero e generare un superamento del divario territoriale dell’area Bassa Comasca, depressa a seguito della dismissione dell’industria tessile tradizionale, con ampia disoccupazione, pendolarismo, e fuga di cervelli verso la Svizzera e la Germania”, si evidenzia nel piano

 

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