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Caso Como Nuoto, l’assessore Fontana: “Sì, sono socio e lo rivendico. Dovrei mettermi l’elmetto e andare in viale Geno?”

Como Nuoto, parla l’assessore Alberto Fontana. Dopo la bufera scoppiata ieri sera in Consiglio comunale, con l’opposizione di Svolta Civica sempre più sulle barricate per cercare di avere risposte sull’assegnazione del compendio comunale di viale Geno 14 alla storica società sportiva (qui il racconto della serata), abbiamo contattato il responsabile della delega, tra le altre, a Bandi e Contratti. Non poche le segnalazioni alla redazione fin da ieri sera, soprattutto dalla parte politica, che hanno definito “quantomeno inopportuno” che il rappresentante della giunta intervenisse sul tema, visto il suo possibile status di socio, appunto, in Como Nuoto.

Così abbiamo chiesto direttamente all’interessato se sia reale o meno l’attuale tesseramento al club, anche perché nel curriculum segnala di essere stato membro del Consiglio della società dal 1994 al 2009. “Si lo confermo, lo sono (socio, Ndr) da quando avevo 14 anni, adesso ne ho 61. Cosa dovrei fare? – spiega Fontana  – Non capisco quanti parlano di ‘opportunità’. Non ho in alcun modo dato valutazioni sull’assegnazione ne ho mai in alcun modo fornito indicazioni a favore della Como Nuoto. Questo non si può in alcun modo sostenere. Ditemi cosa dovrei fare? Mettermi l’elmetto e andare direttamente in sede in viale Geno?”. E sull’assegnazione in sé è altrettanto chiaro. “Chiedete a me un intervento sulla verifica delle regolarità dell’assegnazione? Non è ipotizzabile, tali verifiche e controlli rientrano nelle competenze tecniche che devono essere eseguite dagli uffici. Ci sono i settori del Patrimonio e delle Opere pubbliche preposti a compiere tali atti, non la parte prettamente politica rappresentata dal sottoscritto. Il tutto a prescindere dall’essere o meno socio, cosa che rivendico. E per quanti sostengono che fossi anche un atleta senior, non è così”.

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5 Commenti

  1. Se deve mettere l’elmetto vuol dire che ha paura che gli caschi qualcosa in testa. Quindi lavori non eseguiti.

  2. Una cosa semplice: fornire chiarezza ai cittadini su come è stato usato oltre mezzo milione di euro.

    Se la risposta spetta agli uffici, bè può girarla a loro, sollecitarla, si dia da fare.

    Se invece preferisce girarsi dall’altra parte con approccio da “non spetta a me”, continuando il Ping pong iniziato dal suo sindaco, bè qualche critica se la può aspettare.

  3. La risposta del socio assessore lascia perplessi. Forse dovrebbe chiedere al suo leader Maximo come, da consigliere di opposizione, si è scagliato contro la parte politica e mai contro gli uffici, per difendere unicamente le sorti della Como Nuoto.

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