RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità, Cronaca

Caso Pallanuoto Como, ecco le motivazioni della sentenza. Il Club: “Infangati dall’attuale sindaco”. Dato: “Responsabilità precise, non solo politiche”

Dopo il ‘non luogo a procedere’ e la caduta delle accuse a carico di Pallanuoto Como (era il 25 gennaio 2023: qui la cronaca), sono arrivate le motivazioni della sentenza. Ricordiamo in breve: il Tribunale penale di Como, con il Giudice per le indagini preliminari, Walter Lietti, ha deliberato il non luogo a procedere con formula piena nei confronti di Giovanni Dato, presidente di Pallanuoto Como, di Federica Dato, amministratrice della stessa società e di Carlo Lazarich, legale rappresentante di Crocera Stadium. L’accusa era di turbativa d’asta e falso ideologico indotto nella Commissione Aggiudicatrice, asseritamente occorsi durante l’assegnazione del compendio sportivo in Viale Geno 14, a Como.

Così la società sportiva ha diramato una nota in queste ore:

Sono state depositate le motivazioni della sentenza di non luogo a procedere emessa dal Giudice dott. Walter Lietti, nei confronti di Giovanni Dato, presidente di Pallanuoto Como, di Federica Dato, amministratrice della stessa società, e di Carlo Lazarich, legale rappresentante di Crociera Stadium. L’accusa era di turbativa d’asta, che sarebbe intervenuta durante il bando per l’assegnazione del compendio sportivo in viale Geno 14, Como. La conclusione messa nero su bianco dal Giudice per l’udienza preliminare è inequivocabile: “il fatto non sussiste”.

È l’ultima tappa di una vicenda obiettivamente surreale, nella quale Pallanuoto Como ha avuto varie sentenze amministrative a favore e vinto anche un bando-ponte, e ciononostante non solo non si è mai vista consegnare le chiavi del compendio ma si è anche trovata a fronteggiare accuse gravissime e una feroce campagna mediatica avversa, alimentata da soggetti che oggi ricoprono alti ruoli istituzionali. Ebbene, oggi emerge chiaramente come queste accuse e questa campagna fossero completamente infondate. Da oggi, quindi, si apre il momento delle domande, legittime, e dei chiarimenti dovuti.

Citiamo dalla sentenza: “Dalla semplice lettura degli atti amministrativi e soprattutto dai provvedimenti giurisdizionali, emerge come l’interpretazione delle clausole del bando emesso dal Comune di Como non fosse affatto perspicua e univoca, cosicché appare finanche singolare la scelta di costituirsi parte civile da parte dell’Amministrazione comunale”. Già, perché il Comune si è costituito parte civile impegnando le risorse dei cittadini comaschi in un procedimento così privo di fondamento? Perché il Comune stesso, l’allora assessorato al Patrimonio, i dirigenti e i tecnici che si sono occupati della pratica, hanno finito per sposare acriticamente una linea che addirittura contestava reati a Pallanuoto Como, linea rivelatasi completamente priva di fondamento? Perché, come ricorda anche la sentenza, la società Como Nuoto è “stata sempre mantenuta nel possesso dell’area oggetto di gara, malgrado la scadenza della concessione e malgrado i pronunciamenti della giustizia amministrativa nel frattempo intervenuti”? Il Comune di Como è stato davvero un arbitro imparziale in questa vicenda? Perché nessuno si è posto “l’elemento logico” ricordato dal dispositivo, ovvero “la circostanza che furono proprio gli attuali imputati ed in particolare Dato Giovanni a promuovere il contenzioso amministrativo nel quale sarebbero prima emersi e poi sarebbero stati ulteriormente commessi i fatti in contestazione”? Infatti, “appare piuttosto singolare che un imputato che sapeva di avere commesso dei reati faccia di tutto per farli scoprire. In altre parole la verifica della legalità della procedura da parte di un soggetto che per primo l’aveva violata pare logicamente poco sostenibile”.

Di logica, in questa storia, se n’è vista davvero poca. Si sono viste, viceversa, abbondanti dosi di pressapochismo e di propaganda, a spese del buon nome di Giovanni Dato e di Pallanuoto Como, tra l’altro infangati dall’attuale sindaco di Como in vari video condivisi sui social network e addirittura in interventi nell’aula del Consiglio Comunale, tutte azioni rivendicate dall’attuale sindaco nell’ultima campagna elettorale.

Dichiara Giovanni Dato, presidente di Pallanuoto Como: “È la fine di un incubo, di un polverone totalmente infondato che ha travolto per anni il mio nome, quello di Pallanuoto Como e quello della mia famiglia. Anni in cui siamo sempre stati in silenzio, sempre rispettosi delle istituzioni, sempre fiduciosi nel lavoro della giustizia, che ha sempre riconosciuto le nostre ragioni. Oggi, a maggior ragione di fronte alle motivazioni della sentenza di non luogo a procedere che mostrano la nostra integrale trasparenza dall’inizio alla fine di questa storia, siamo sollevati, ma non possiamo essere felici. Non possiamo essere felici, perché chiunque in questa città voglia partecipare a un bando pubblico con un serio progetto imprenditoriale (e per inciso offrendo una proposta economica doppia rispetto al concorrente, come rammenta la sentenza) non può essere travolto da un’odissea kafkiana solo perché infastidisce certi interessi consolidati, abituati ad avere certe sponde politiche. L’odissea che ci ha riguardato implica delle ben precise responsabilità non solo politiche e i soggetti interessati da questa vicenda vorranno rispondere del proprio operato nelle sedi opportune”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

36 Commenti

  1. Se la risposta si riferisce al mio commento, io non ho scritto di parzialità o di norme…semplicemente ho riportato un dato di fatto, che sarà sicuramente rispondente alle leggi, ma suona abbastanza singolare.
    Starei, poi, attento a parlare di incompetenza e ignoranza e, soprattutto, prima di farlo impararei ad utilizzare le virgole e i punti, perchè ci vuole un attimo a passare dall’altra parte…

  2. È come se:
    -essendo lo stadio Sinigaglia un bene pubblico, viene messo a bando
    -partecipano alla gara il Como 1907 e la società calcistica Amatori di viale Varese, che milita in Prima Categoria e però è consorziata con la Sampdoria
    -vince il bando la Amatori/Sampdoria, ma la Amatori vince perché dichiara come “atleti agonisti” anche i fratelli minori dei giocatori, fatti talvolta entrare in campo a tal scopo, nonostante la FIGC preveda criteri stretti per dichiarare “agonista” un atleta, criteri in questo caso non rispettati
    -la Sampdoria nel giro di poco tempo si “mangia” la Amatori di viale Varese, e avendo a disposizione il Sinigaglia ne fa ciò che vuole, certo non per far giocare il Como 1907
    -il Como 1907 giocherà le partite di serie B in casa a Monza, di sabato perché la domenica gioca il Monza
    -la Amatori di viale Varese, recentemente retrocessa in Seconda Categoria, lotta per la salvezza per non retrocedere in Terza Categoria

    Distopia o realtà?

    1. spiderman ti manca un concetto base.
      dove sta scritto che lo stadio Sinigaglia deve essere concesso sempre, di defaulf, ad uso (qualunque esso sia) esclusivo del Como 1907?
      L’ha prescritto il medico? È scritto nel Vangelo o nella Bibbia? Lo dice la storia?

      1. @Filippo
        Soffermati sui punti 3 e 6 della mia distopia…
        Se poi la città accettasse di veder subentrare al Sinigaglia l’Ardisci e Spera (con tutto il rispetto, è solo un esempio..), spedendo il Como 1907 a giocare a Monza, per me non ci sono problemi.
        Fatte le debite proporzioni, è quello il rapporto fra la Como Nuoto (che ha una squadra di pallanuoto femminile in A1, una maschile in A2, tutte le squadre giovanili femminili e maschili di pallanuoto, molte delle quali alla testa delle rispettive classifiche, più centinaia di atleti di nuoto) e la Pallanuoto Como, che ha una prima squadra maschile in serie C che sta anche rischiando di retrocedere, e una manciata di giovanili, solo pallanuoto, punto.
        Se il bando non fosse stato scritto da una Giunta incompetente e dagli uffici da questa politicamente diretti, non saremmo neanche qua a discutere, perché il problema non si sarebbe posto.

    2. Peccato che:
      1- gli “atleti agonisti” e la FIGC , del caso la FIN, non sono richiamati nei requisiti del bando bensì si parli di “atleti tesserati che svolgono attività agonistica nell’ambito degli sport acquatici e natatori”, quindi eventualmente appartenenti anche ad un’ipotetica Federazione di Pippo Pluto e Paperino,
      2- anche la categoria non è richiamata nei requisiti dei partecipanti al bando, a prescindere che all’epoca dei fatti entrambe le società se non erro militavano in serie B;
      3- essendo l’impianto di viale Geno un bene pubblico , come tutte strutture pubbliche non gestite direttamente dal Comune, viene concesso in uso nel rispetto di una precisa normativa che prevede una durata limitata e quindi la soc. che vince, ha vinto e vincerà il bando, non può gestire la struttura a vita;
      4- come spesso accade si parla a vanvera senza conoscere ne informarsi ( il bando è pubblicato sul sito del Comune di Como come previsto dalla normativa vigente) e quindi i vuole poco per non fare figure da cioccolatino sciolto;
      Un caro abbraccio spiderman, manco con i super poteri te la cavi.

  3. Complimenti al sig. Dato che ha dato dimostrazione di grande signorilità affidandosi al giudizio della giustizia.
    La Como Nuoto non può pretendere nulla su un area data in concessione quindi, se ci sono stati fondi privati investiti, e nei commenti ne date ampio sfogo, è anche corretto andare a verificare tutte le azioni messe in campo dal Comune come compensazione per il rientro dei fondi privati (andateli a vedere). I ricchi comaschi, così attaccati ai loro privilegi, da non capire che quelli comunque li vogliate far apparire, sono privilegi di pochi a differenza di molti che pagano interamente le loro tasse. Fatevene una ragione questa colta siete Voi che non li avete visti arrivare.

    1. ” i ricchi comaschi, così attaccati ai loro privilegi, da non capire che quelli comunque li vogliate far apparire, sono privilegi di pochi ” risposta: i ricchi comaschi sono cosi attaccati ai loro privilegi che hanno donato soldi tempo e volontà per costruire 1 piscina e donata alla como nuoto. Privilegi donati ai ragazzi e tutti i soci della Como nuoto . E sentite cosa vogliono i comaschi!

  4. Indipendentemente dall’esito di questa diatriba e dal modo, a dire il vero poco lineare, in cui la vicenda è stata trattata dall’Amministrazione, è evidente che Rapinese Sindaco dovrà mettere mano alle tante concessioni ad associazioni private sugli spazi pubblici a lago. È curioso, infatti, che alcuni club, così elitisti da rendere per loro troppo popolare il termine associazione, mantengano da decenni il monopolio di spazi pubblici prestigiosi a costi ridicoli e che in quegli spazi in concessione alberghino ristoranti ed esercizi. I veri “poteri forti” della città sono quelli che hanno appoggiato chi non era in grado, per volontà o capacità, di scardinare queste rendite di posizione. Dai Rapi, “castigamatti dei poteri forti”, facci sognare! 😊

    1. Como Nuoto, Canottieri, Yacht Club: tutti circoli privati che usano spazi pubblici escludendo la cittadinanza con la scusante di una presunta promozione sportiva.
      Eccoli serviti i poteri forti di Como.

      1. Tutte le società hanno soci che pagano 1 quota che serve x mantenere le strutture in ottimo stato pulite e belle oltre a pagare tutte le tasse comunali! Cosa che viene costantemente elusa da immobili gestiti dal comune o dai sbarlafuss! Gli sportivi di Como nuoto ,Canottieri e Yacht Club hanno fatto la storia sportiva e continuano a farla! Gli altri sono una manica di sporivi dilettanti messi insieme in una qlc maniera solo x accaparrarsi un bene avviato da altri, con sacrifici e costruiti nel tempo.

  5. Ma più che altro, la cosa che più mi stupisce, al dilà degli aspetti penali, avendo letto solo di sfuggita i vari articoli relativi alla vicenda, è che, se non sbaglio, per potersi aggiudicare il bando era necessario avere un numero minimo di soci (penso per garantire che poi la struttura fosse uilizzata da tot persone con le rfelative entrate) e la Pallanuoto Como, per arrivare a questo numero, si è associata con un società di Genova, che ha portato in dote i propri iscritti: ora, non credo che questi ultimi, presumo residenti in Liguria, usufruiranno della struttura di Viale Geno…

    1. Quanta ignoranza e incompetenza. E quindi da quello che scrivete fateci capire come sarebbe stato un bando imparziale se creato con dei vincoli di questo tipo. ? Dovete informarvi e studiare le norme se volete dire la vostra.

  6. Non è un bene pubblico ma un immobile e impianto costruito su suolo pubblico con i quattrini di privati. Ě ben diverso! Ristorante, solarium, spogliatoi , ristrutturati e messi a nuovo con soldi di privati. sdraio comprate da privati. Piscina realizzata con i soldi di privati! Comodo ora x altra società usufruire di un bene senza spendere 1 lira. E no.

    1. Non è un bene pubblico? Quindi la società como nuoto ha comprato il terreno ? Quindi tutti quelli che negli anni si sono iscritti o hanno dato soldi ora sono proprietari di una piccola parte della società ? Quella struttura ormai è vecchia e senza la minima manutenzione. quindi va bene cosi? Adesso iniziate di nuovo con i pianti da vittimismo.

    2. Anna Anna Anna, cosa stai dicendo esattamente?
      Le strutture e gli impianti saranno anche state costruite anni addietro da una società privata, vero. Peccato che l’accordo di concessione col proprietario dei terreni, il Comune, prevedesse proprio che queste strutture e impianti diventassero poi di proprietà del Comune.
      Sostanzialmente il privato ha pagato negli anni l’uso di uno spazio pubblico sottoforma di costruzione (e teoricamente manutenzione) di strutture.

      Le sdraio e quant’altro serva alla gestione e al funzionamento dell’attività è naturale che siano comprate (e di proprietà) di chi gestisce l’impianto. Tendenzialmente le tazzine e i bicchieri di un bar son di proprietà del barista, mica del proprietario dei muri.

    3. Se è così pagatevi interamente le manutenzioni ordinarie straordinarie senza battere cassa al Comune o alla Regione, visto è considerato che questi non elargiscono soldi per beni dei privati.

  7. Giusto! La Como Nuoto è storia. Ma allora, perché la società sembra non essere più la casa dei comaschi, ma la sede di un, pur apprezzato, ristorante: “La vitaèbella”? E’ lecito disporre di aree in concessione senza benestare del concedente ?

  8. Incredibile leggere certi commenti, in attesa che venga fatta chiarezza sull’assegnazione. In questa vicenda spicca il ruolo del grande, unico, straordinario, Rapiscina che ha usato la clava contro la Pallanuoto Como unicamente per dispute elettorali

  9. La Como Nuota non merita di stare dove sta per legge divina. Il Bene pubblico deve essere dato in concessione a chi più merita, e questi non è certo la conservatorissima “Como Nuoto.
    Rapinese risolverà anche questo errore non appena avrà terminato la piscina di muggio!

    1. La storia è che uno dei fondatori della Como nuoto è l ing. LucianoTrolli olimpico di nuoto a rana.Che quello che era una piccola area verde e piccolo lido è stato trasformato in una struttura bella per gli atleti Veri e per tutti i soci e amici! Che la giovanile di nuoto è stata ideata dal precedente Presidente Meroni con l ing Trolli , Vittori etc che hanno portato la palla nuoto in serie A e i nuotatori ai podi internazionali e olimpiadi. Ecco la storia e tanto altro. Facile ora accaparrarsi 1 bene costruito con soldi dedizione e fatica da altri x un bando tarlocco, avvelendosi di “atleti” non comaschi e di discutibile vers attività sportiva.

  10. Capisco il disappunto dei soci della Como Nuoto e dei loro amici, ma una Società sportiva dovrebbe avere come principi fondamentali il rispetto delle regole e degli avversari. Questa sentenza mette un punto fermo in tema di “rispetto degli avversari”, in attesa di quella in merito al rispetto delle regole.

  11. Pubblicate anche i commenti che non gradite. La Como nuoto deve rimanere nella Sua sede di sempre costruita a spese della ns società . La piscina è stata costruita dall’ex Presidente sig. Meroni con alcuni privati x i ragazzi della Como nuoto. É storia!

    1. Betti la storia però va anche capita. Andiamo a vedere gli accordi fatti col sig. Meroni e le successive concessioni

  12. A prescindere dalla spiacevole vicenda La COMO NUOTO DEVE RIMANERE NELLA S U A SEDE DI SEMPRE. LA PISCINA È STATA COSTRUITA DA PRIVATI X I RAGAZZI DELLA COMO NUOTO! È LA LORO PISCINA. E lo vogliono anche i comaschi.

    1. Io sono comasca e non voglio che un bene pubblico sia a gestione esclusiva di una sola società. Non è un bene “privato” ma pubblico, è del Comune di Como che deve affidarne la gestione ad evidenza pubblica seguendo la Legge. Se non vi sta bene, è un problema vostro, o vi aspettate che il buon Sindaco gestisca il bene pubblico ad personam?

    2. Di suo non c’è nulla. e i comaschi non sono le poche famiglie che da anni ci vivono dentro. Ci sono le leggi e vanno rispettate.

    3. Potrei contestargli tutto, in primis dal fatto che non sia sempre stata lì la sua sede al come è stata costruita e agli accordi di concessione di suolo pubblico (suolo pubblico!) ma limiterei a risponderle sull’ultima frase.

      “E lo vogliono anche i comaschi.”
      Ne siamo sicuri? Che rappresentanza ha la Como Nuoto? Quanti sono i suoi soci? Quanti di loro vivono a Como?
      Quanto costa l’iscrizione annuale? Di quali servizi si gode?

      Onestamente non sono certo che la maggioranza dei comaschi condivida le sue posizioni; sia socia della società; frequenti il Circolo e il ristorante. Sarei ben lieto di vedere tutti i dati e che mi venga risposto alle domande che ho posto.
      Al confronto (e anche all’eventuale cambio di idea) son sempre disponibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo