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Centro unico di cottura, accusa dei sindacati: “E’ solo una svendita ai privati. Nessuna certezza per le 40 operatrici”

“Cgil, Cisl, Uil e la Rsu del Comune di Como hanno appreso a mezzo stampa che l’amministrazione comunale ha dato il via ad un avviso esplorativo per affidare a privati la progettazione, l’esecuzione e  la gestione del servizio del centro unico di cottura (qui i precedenti), che servirà pasti ai bambini e ragazzi delle scuole di Como, al centro diurno e al servizio di consegna domicilio ad anziani e disabili, già dalla vicinissima annualità 2023/2024″. Così fanno sapere oggi i sindacati (trovate la delibera della giunta Rapinese in fondo all’articolo).

Così i rappresentanti dei lavoratori attaccano: “L’amministrazione nonostante diversi e continui solleciti da parte delle organizzazioni sindacali e della Rsu del Comune di Como, non ha ad oggi fornito alcuna certezza per il personale comunale che attualmente si occupa di gestire le cucine ancora in capo al Comune. Sono 40 le operatrici che chiedono da tempo quale sarà il loro futuro lavorativo, senza però ottenere alcuna risposta. Stupiscono le dichiarazioni del sindaco rispetto al fatto che non ci sarà alcuna diminuzione di posti di lavoro ma che addirittura “ne verranno creati altri” dal momento che, una volta affidato il servizio a terzi, sarà il nuovo gestore a determinare la politica legata al personale a partire dalle condizioni contrattuali, sicuramente peggiorative rispetto a quelle attuali”.

E dunque: “Ribadiamo, in quanto rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Como,  la nostra contrarietà all’affidamento del servizio pasti ai privati e non, come sostiene il sindaco, per posizioni “vetero – comuniste” bensì perché crediamo fortemente nell’azione pubblica diretta che garantisce erogazione di servizi di qualità e  remunerazioni più dignitose per il personale fuori da logiche di profitto per pochi sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici a cui sono applicate condizioni di lavoro peggiorative.  La privatizzazione della refezione dei pasti preparati per gli asili nido e CDD si configura come una vera e propria svendita del servizio pubblico ai privati che trarrebbero grandi profitti”.

Infine parole anche sulla questione del nido di Albate: “In ultimo, è necessario rilevare come l’amministrazione su altri fronti di interesse contiguo, quale la chiusura temporanea dell’asilo nido Peter Pan di Albate, non si sia minimamente mossa in merito alla possibilità di apertura dell’alternativo asilo Nuvoletta di Camerlata (un edificio nuovo, ad oggi inutilizzato) nel prossimo anno scolastico 2023/2024.  Come richiesto a gran voce da educatrici e genitori questa posizione sorda e intransigente lascerà un intero quartiere senza un  nido di riferimento per almeno tre anni e verso una logica di accorpamento dei servizi pubblici alla primissima infanzia, sempre più lontani da cittadini dei quartieri esterni al centro cittadino”.

QUI L’AVVISO ESPLORATIVO PER IL CENTRO UNICO DI COTTURA

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