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Chiusura nidi a Como, i sindacati proclamano lo stato di agitazione: “Grave perdita. Non disperdete un patrimonio di 40 anni”

Le chiusure dei nidi decise dal sindaco Alessandro Rapinese, in via Passeri e a Monte Olimpino, continuano ad agitare la città. Alle proteste e alle iniziative del Comitato Genitori, che conta oltre 300 aderenti, oggi si uniscono quelle dei sindacati che dichiarano lo stato di agitazione del personale. Ecco quanto fanno sapere:

Il personale degli asili nido di Como e le organizzazioni sindacali di FP CGIL CISL FP e UIL FPL riunite in assemblea questo (ieri, 18 marzo, Ndr) pomeriggio proclamano lo stato di agitazione contro la chiusura dei nidi di via Passeri e Monte Olimpino.

Il personale non condivide la scelta dell’amministrazione di razionalizzazione degli asili nido chiudendo due strutture e accentrando il servizio con grave perdita dei percorsi educativi e della presenza nei quartieri.

Inoltre, l’assemblea e le organizzazioni sindacali richiedono la riapertura dei concorsi pubblici per l’assunzione di nuovi educatori e personale ausiliario e cuoche al fine di proseguire e non disperdere il grande patrimonio acquisito in 40 anni di pubblico servizio, atteso che la situazione di oggi è ben diversa da quella del 2016 in cui sussisteva il blocco delle assunzioni.

FP CGIL Stefania Macrì CISL FP Nunzio praticò UIL FPL Antonio Durante

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2 Commenti

  1. Le scuole fanno crescere e insegnano a pensare con la propria testa grazie alla dedizione degli insegnanti e all’autonomia diversificata degli Istituti.
    Chiudere, accorpare e omologare i diversi modelli pedagogici vuol dire non considerare adeguatamente le i luoghi principi dello sviluppo di una comunità. Si possono intuire le ragioni per cui la crescita intellettuale delle persone sia invisa a qualcuno: vuoi perché ai propri scopi si consideri scomoda l’evoluzione del senso critico; vuoi per il brutto rapporto personale avuto in passato con la stessa istituzione.

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