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Comaschi nel mondo e Covid. Severino dal Senegal: “Pochi casi e importati. Popolo giovane, clima, anticorpi forti e tracciamento”

Ci sono momenti in cui tiri un sospiro di sollievo. Capita quando chiami Severino Proserpio Maspes, storico fondatore comasco insieme a sua moglie Ornella dell’associazione onlus “I bambini di Ornella”, per chiedergli come sta andando in Senegal con la pandemia da Coronavirus e lui ti racconta che nell’Africa subsahariana “la situazione è tranquillissima”.

“Calcolando che con il clima di quest’area stare con la mascherina è sostanzialmente impossibile e che le strutture sanitarie sono pochissime e a pagamento – racconta Severino – in tempi di pandemia la situazione in questa parte del mondo è potenzialmente esplosiva ma paradossalmente tranquilla perché ci sono solo 12 positivi ufficiali in questa zona e si tratta in quasi la totalità degli episodi di casi importati dall’estero”.

COMASCHI NEL MONDO E COVID: TUTTE LE STORIE

Severino, che vive buona parte dell’anno in Senegal ed è tornato a Como solo per le vacanze estive in agosto, giudica positivamente come si è mosso il governo senegalese per far fronte fin dall’inizio dell’epidemia al contrasto del diffondersi del contagio.

“Il Governo non appena ha capito quello che stava accadendo nel mondo, in Cina e in Europa, ha subito chiuso le frontiere e in particolare l’aeroporto – racconta Severino – oggi è parzialmente riaperto ma ci sono controlli molto severi per chi arriva in Senegal: fanno i tamponi in aeroporto e se qualcuno risulta positivo vengono tracciati tutti contatti per contenere il contagio e la persona viene posta in isolamento”.

Le scuole restano per la maggior parte chiuse, fatta eccezione per alcuni istituti privati, mentre i mercati continuano a lavorare come se nulla fosse. Il volontario comasco ha cercato di farsi un’idea del motivo di questa tranquillità.

“Ho letto diversi studi che cercano di capire perché, fortunatamente, nell’Africa subsahariana il contagio è contenuto – spiega Severino – i ricercatori ipotizzano in primo luogo perché la popolazione è molto più giovane rispetto all’Europa e quindi combatte meglio la malattia; in secondo luogo le alte temperature di questa parte del mondo evidentemente indeboliscono il virus, un po’ come è accaduto in estate in Europa. Inoltre potrebbe influire anche il fatto che queste popolazioni hanno anticorpi molto più forti dei nostri essendo quotidianamente a contatto con malattie che in Europa sostanzialmente non ci sono più”.

COMASCHI NEL MONDO E COVID: TUTTE LE STORIE

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Un commento

  1. Conosco da 4/5 anni Severino, anche x aver visto Con i miei occhi quanto stia portando avanti con l’associazione Bambini di Ornella, a favore dell’educazione dei bambini, questo i realtà non certo semplici, sotto tanti aspetti.
    Chapeau

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