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Como, i tigli da tagliare sul lungolago salgono a 20: ma quasi tutti saranno ripiantumati o compensati

Commissione consiliare sul futuro lungolago e sul destino dei tigli a rischio abbattimento, oggi, a Palazzo Cernezzi. La seduta nasceva dalla richiesta trasversale di tre consiglieri: Mario Gorla (FdI), Gabriele Guarisco (Pd) e Guido Rovi (Civitas).

“La mia non è stata una richiesta polemica – ha premesso Gorla, vista l’evidente delicatezza del suo ruolo, essendo esponente della maggioranza – ma io voglio una passeggiata degna della città di Como e della sua bellezza”.

Guarisco ha invece chiesto cosa ha prodotto finora il gruppo di lavoro interno al Comune interamente dedicato al progetto di arredo del lungolago, quali saranno i rapporto tra Palazzo Cernezzi e Regione Lombardia nelle varie fasi di cantiere (compreso il destino di piazza Cavour) e che fine faranno i tigli che secondo la Regione interferiscono direttamente con il progetto messo a punto da Infrastrutture Lombarde.

Rovi ha domandato “perché è stato stralciato il progetto che vinse il concorso di idee nel 2005 e se c’è l’ok della Commissione Paesaggistica sul taglio dei tigli”.

In realtà, è stato proprio questo il tema che ha tenuto banco. L’assessore al Verde, Marco Galli, ha fatto il punto sul caso tigli (quelli sul Lungo Lario Trento).

“Su tutti gli alberi c’è una valutazione della Riva Giardini del 2019 – ha detto – Si tratta di due gruppi di 6 tigli: uno in discrete in condizioni vegetative, l’altro in scarse condizioni e con altre problematiche. Di questi, due alberi sono morti e in assenza di foglie ma la Commissione Paesaggio ha dato parere negativo all’abbattimento perché ritenuti ancora vivi. Decisione confermata anche dalla Provincia, anche se la proposta prevedeva la ripiantumazione”.

E’stato però l’ingegnere del Comune, Ciro di Bartolo – che ha ricordato come anche nella terza perizia di variante del 2015, giunta Lucini, fosse previsto un abbattimento di alcuni alberi del lungolago – a fare il punto anche numerico sul destino dei tigli: di fatto 8 nella zona Ceccato (Lungo Lario Trieste) più i 12 già noti davanti a via Cairoli (Lungo Lario Trento).

La buona notizia è che, sui 20 da tagliare per interferenze con la realizzazione del cantiere, 8 saranno certamente ripiantumati, possibilmente anche gli altri 12. E ove non fosse fattibile riavere 20 tigli su 20 – eventualità probabile – nelle zone degli interventi tornerà comunque il verde con sostituzioni/compensazioni tramite essenze che si integrino e siano compatibili con il futuro disegno della passeggiata.

Alla fine, con queste rassicurazioni, nessuna polemica particolare e una sostanziale soddisfazione da parte dei commissari dei vari schieramenti.

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5 Commenti

  1. “sostituzioni/compensazioni tramite essenze che si integrino e siano compatibili con il futuro disegno della passeggiata”… concetto interessante.
    Tradotto in soldoni: togliamo i tigli, mettiamo altro (al diavolo l’uniformità), magari due cespugli di rose (compatibili col disegno futuro perché non hanno radici profonde che interferiscano con i sottoservizi) e magari se proprio lì non ci sta nulla, li metto in un’altra posizione. Al parco Negretti, per esempio. Così l’ambiente è salvo.
    Il tema è un altro: si parla di funzionalità ed estetica, di un progetto globale dell’area.
    Non ci siamo proprio

  2. Rovi si concentri e vada a documentarsi: i progetti del Concorso del 2005 erano irrealizzabili, incompatibili col progetto tecnico delle paratie e non accettati dalla Soprintendenza. Quello che di buono era presente in quei progetti era stato comunque valorizzato nel progetto paesaggistico della giunta Lucini, sviluppato fino al livello esecutivo, quindi appaltabile. Si trattava di un progetto paesaggistico complesso, non del banale arredo di immense superfici vuote. Tutti dovrebbero esserne a conoscenza dato che era stato presentato più volte pubblicamente. Il progetto attualmente in fase di realizzazione ha ripreso tali e quali i profili delle rive del progetto paesaggistico Lucini, ma non la sistemazione degli spazi interni. Basterebbe andare a recuperare quel progetto dai cassetti del Comune: tutto era già stato risolto egregiamente, anche la gestione delle alberature.

  3. Il tiglio andava di moda decenni fa, tagliateli tutti e ripiantumate con altre essenze, le panchine sono sporche di resina, le radici demoliscono i viali.

  4. Solo in Italia che al forum Ambrosetti in Pompa MAGNA si vanta di essere tra le prime 8 economie al mondo CHI HA DEVASTATO PER OLTRE UN DECENNIO IL LUNGOLAGO CON CANTIERI ETERNI…. E HA DANNEGGIATO DEI MERAVIGLIOSI TIGLI….. NON PAGA UN TUBO…. TANTO PAGA PANTALONE.

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