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Como, il caso Carducci e il tentativo di sgombero: “Ennesima vergogna, Rapinese inaccettabile. Un triste spettacolo che nutre il suo ego”

“L’ennesima vergogna. Nella giornata di ieri abbiamo assistito, ancora una volta, a una manifestazione di forza da parte del sindaco che, in nome di una decisione del tribunale non ancora notificata, si è presentato alla sede dell’associazione Carducci con la Polizia Locale per pretendere la restituzione dei locali” affermano i consiglieri comunali del Partito Democratico Patrizia Lissi e Stefano Legnani. Il riferimento è a quanto raccontavamo ieri:

2 –Como, l’associazione e il tentativo di sgombero: “Rapinese passeggiava avanti e indietro aspettando che io andassi via” (Video)

Aggiungono: “Ancora una volta Rapinese ha messo in atto un comportamento inaccettabile, ben lontano da quello che il suo ruolo pubblico, a servizio della città e dei cittadini, e che l’etica politica imporrebbero. Un atto di violenza totalmente ingiustificato da parte del Comune. Ancora una volta si è dimostrato incapace di utilizzare il dialogo, scegliendo la via della prepotenza, restando addirittura a debita distanza per evitare interazioni con l’associazione e probabilmente non vedendo l’ora di poter filmare la ‘riconquista’ dell’immobile. Lo stesso stile di quando si è presentato nelle scuole sperando di filmare delle infiltrazioni dal tetto che però non c’erano. Anche ammesso che vi sia un provvedimento del tribunale che dia ragione al Comune, il buon senso e la correttezza nei rapporti imporrebbe che prima se ne parli e ci si confronti in modo civile”.

“Ancora una volta è andato a minare il tessuto sociale della città, colpendo un luogo di cultura e di aggregazione. L’ennesimo triste spettacolo che nutre l’ego del sindaco ma getta un velo di tristezza e di desolazione sulla città. Sotto questo aspetto, Rapinese continua a perdere ma, purtroppo, perde anche Como. All’associazione Carducci va la nostra vicinanza per quanto accaduto” concludono i consiglieri.

Sul tema è poi intervenuto il consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo:

Scene mai viste e che speriamo di non rivedere mai più, né a Como né altrove. Ieri sera il sindaco di Como Alessandro Rapinese chiede lo sfratto e l’avvio dello sgombero dell’associazione Carducci, che gestisce gli spazi con tante attività culturali aperte a tutti gratuitamente e gestisce il Museo Casartelli.
Tutta la solidarietà alla presidente Maria Cristina Forgione che si è opposta fisicamente al tentativo della polizia di murare gli ingressi perché mancava la documentazione, ma si è guadagnata una denuncia, o una minaccia di denuncia, per resistenza a pubblico ufficiale.
Mentre si svolgeva questo spettacolo grave e indecoroso, il sindaco passeggiava e da lontano guardava i risultati del suo operato. Al di là della vicenda giudiziaria, che tuttora non risulta chiara, non è davvero possibile tollerare oltre queste gravi mancanze di rispetto per i cittadini da chi rappresenta le istituzioni”.

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9 Commenti

  1. finalmente un sindaco e abbiamo da ridire dopo anni di persone che occupavano una poltrona da cui si alzavano solo per presenziare alle ricorrenze , chi ha idee può trovare consensi o no , vai Rapinese e trasforma questa città

    1. Ma sì, Rapi, trasforma questa città: solo resort di lusso e B&B, solo turisti, e fuori dalle scatole la cultura, fuori dalle scatole i vecchietti che giocano a bocce, fuori dalle scatole gli agricoltori locali che interessano solo ai cittadini morti di fame, fuori dalle scatole il luna park e quelli che pretenderebbero di andare a farsi una nuotata in piscina. E chissenefrega delle scuole, che potrebbero essere usate assai meglio, una volta vendute e trasformate. E speriamo che le torri medievali, vecchiumi inutili, cadano presto e lascino lo spazio a nuove e moderne strutture ricettive di lusso. Il rudere del Politeama invece lo teniamo caro, ché un po’ di ambiente pseudo-distopico tira sempre.

  2. nella mia ignoranza non sono convinto però che la associazione possa far valere l’usucapione, basta una ricerca su google

    A norma dell’art. 823 c.c. il bene demaniale non è per sua natura suscettibile di usucapione, salva la sdemanializzazione del medesimo. Se il bene è demaniale esso non può essere oggetto di compravendita né può essere usucapito. Il suolo del demanio comunale non è acquisibile dal privato per usucapione.

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