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Como, la battaglia per la scuola materna. Le mamme: “Non chiudetela, non abbandonate Ponte Chiasso”

Un intero quartiere intento a difendere la sua scuola materna. Non l’edificio di via Don Luigi Monza, che pur si teme possa trasformarsi in un’area dismessa, ma il servizio, necessario per i residenti con figli in età prescolare. Ponte Chiasso ha reagito mobilitandosi alla notizia della prossima chiusura della scuola materna comunale. Prima un’assemblea pubblica (a cui si riferisce la foto in alto, ndr), a cui ha partecipato anche l’assessore alle Politiche educative e vicesindaco Nicoletta Roperto, finita per essere bersaglio delle proteste dei residenti, ora una raccolta di firme che sta procedendo a grande ritmo.

Il fronte della protesta è ampio, dai consiglieri di opposizione fin alla direzione scolastica di Como Nord, che invece vorrebbe una soluzione interna, ossia ospitare nel plesso della primaria di via Brogeda anche i bimbi della materna, in spazi che necessiterebbero solo di pochi adeguamenti. Le mamme di Ponte Chiasso confidano che alla fine sindaco e giunta possano rivedere la decisione.
“Credo che anche la raccolta firme possa dare la dimensione del problema” dice Eleonora Cresta, mamma di due bambine una all’infanzia e una alla primaria. “Io sono nata e cresciuta a Ponte Chiasso e ho vissuto tutte le mutazioni del quartiere. Oggi collaboro anche con la scuola come educatrice e non credo si possa chiudere la materna. E’ stata presentata dalla dirigente scolastica una soluzione di buon senso. Dall’altra parte, con il trasferimento a Sagnino saremmo difronte a un disservizio pesante per le famiglie”.

Eleonora sottolinea come in diverse famiglie, con genitori stranieri non vi sia un’auto di proprietà. “Chi vive a Ponte Chiasso per andare a Sagnino deve prendere due bus. Per arrivare a Monte Olimpino fare una scarpinata in salita, raggiungere il centro di Como è impegnativo. Spesso mia mamma si occupa di recuperare le bambine a scuola e va a piedi non so come farebbe con il trasloco della materna”.

Eleonora sottolinea anche un altro rischio, ossia che trasferendo la materna a Sagnino nel giro di pochi anni si andrebbe a chiudere anche la primaria. “Alla fine le famiglie si sposterebbero direttamente tutte nell’altro quartiere – spiega – non voglio neppure pensarci. E confesso di essere preoccupata anche del destino dell’edificio di via Don Luigi Monza. Basta vedere cosa è diventato il nido di Ponte Chiasso che andava demolito vent’anni fa. C’è un alto rischio di degrado. Non ultimo esiste il discorso del personale oggi occupato nelle scuole di Ponte Chiasso. Che fine farebbe?” si chiede mamma Eleonora.

Rosella Malune, avvocato e mamma, ha una bambina alla primaria e una storia davvero da raccontare, visto che da poco ha scelto di vivere a Ponte Chiasso proprio per i servizi pubblici. “Sono sarda di origini, ma ho vissuto tanti anni a Firenze dove ho aperto uno studio legale. Quando ho scelto di trasferirmi a Como la decisione è ricaduta sulla zona di via Brogeda perché c’erano sia la scuola elementare sia l’asilo a poca distanza. Se ora si chiude la scuola per il quartiere si tratta di un disservizio importante”. A Firenze come funzionavano le cose? “C’è una divisione in cinque quartieri, ma l’organizzazione dei servizi e delle scuole è molto curata, esiste anche un presidente di quartiere – spiega Rosella – credevo di trovare una soluzione simile anche in una città più piccola, invece no. Per non parlare di come si danno le informazioni. Sette famiglie hanno già portato i figli a Maslianico invece di entrare nella primaria di Ponte Chiasso, perché temevano di avere un percorso di studi interrotto dopo uno o due anni”.

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