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Addio al senatore Luciano Forni, l’uomo della politica nobile e dal garbo antico. Firmò la riforma della Sanità nel 1978

Una figura storica della politica locale e nazionale, indissolubilmente legata alla Democrazia Cristiana.

E’ morto stamani al Sant’Anna il senatore Luciano Forni. Aveva 85 anni. Nato a Asso il 7 febbraio del 1935 è stato maestro elementare e direttore scolastico e direttore della Assl (oggi Ats) territoriale.

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Uomo di raro garbo, fine dicitore, mente acuta, figlio di quella prima Repubblica che, nel bene e nel male, sapeva formare la classe dirigente al compito più alto cui possa essere destinato un cittadino.

Fin da giovane ha aderito al partito fondato da Don Luigi Sturzo diventandone anche segretario provinciale lariano. E’ stato consigliere comunale, assessore comunale e provinciale.

Eletto deputanto nel 1976, fece parte della commissione sanità della Camera dei deputati, firmando quella riforma che è tutt’ora in vigore. Divenne senatore, sempre Dc, nel 1979 e poi eletto vicepresidente della commissione sanità del Senato.

E’ stato nella commissione d’inchiesta sul rapimento Moro e sugli Anni di Piombo, poi componente della commissione antimafia.

Dopo la fine della Dc aderì al Partito Popolare Italiano e poi a La Margherita.

“La vicinanza ad Aldo Moro, i ritorni ad Asso, l’affronto del mancato Abbondino”. Il ricordo di Renato Acquistapace

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9 Commenti

  1. Non conosciuto personalemente, ne ho sentito parlare solo bene. Era un democristiano (nel bene e nel male) ma un gigante a confronto con i nani nero-verdastri odierni

  2. Ho conosciuto Forni quasi vent’anni fa. Non abbiamo avuto molte occasioni per frequentarci. Ci siamo incontrati però molte volte ed ogni volta restavo colpito dalla sua capacità di esprimere le proprie opinioni anche con una sola battuta. Opinioni che ti facevano riflettere. Non era mai banale il “senatore”. Io, come molti altri, lo chiamavamo così. Non Luciano, non Forni ma “senatore” ed era questo un modo per rendere omaggio a lui e alla sua storia. Ricordo che, quando fu fondato il PD, si espresse in maniera decisa e chiara, anche stavolta con una sola frase, pronunciata sempre con molto garbo, rivolgendosi a quelli che provenivano dal suo stesso partito, per metterli in guardia sulle difficoltà che avrebbero incontrato nel rapporto con altre componenti del PD. Ciao “senatore”. Rendo omaggio alla tua persona e alla tua storia.

  3. Arrivederci Senatore
    Gli insegnamenti che ha dispensato a noi ragazzi, il suo garbo, la sua eleganza, la sua azione politica finalizzata al miglioramento delle condizioni materiali di vita delle persone e mai al bieco e cinico calcolo elettorale, ci accompagnano e ci rendono più forti oggi.
    Grazie Senatore

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