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Attualità, scuola

Como, nella scuola bagni chiusi agli studenti e un modulo per utilizzarli: “Siamo costretti ecco cosa sta succedendo”

Bagni chiusi a chiave e un apposito modulo dove registrarsi per usarli. Ecco quanto deciso dalla dirigente dell’Istituto “Pessina” di via Milano Nora Calzolaio, a Como, dopo il ripetersi di episodi di maleducazione avvenuti proprio all’interno dei servizi igienici.

Una misura che, spiegano alcuni dei circa trecento studenti della scuola che hanno contattato la nostra redazione chiedendo l’anonimato, sta creando non pochi disagi.

“Un paio di settimane fa, un ragazzo ha bagnato di urina il pavimento dei servizi igienici, non sappiamo se volutamente o meno, e la dirigente ha quindi deciso di chiuderli mettendo delle restrizioni al loro utilizzo, come l’obbligo di richiedere la chiave ai collaboratori scolastici, di registrarsi su un modulo e di non entrare in più di tre alla volta – ci hanno raccontato – questo si traduce spesso in lunghe code e nell’impossibilità di andare in bagno durante l’intervallo, oppure in ritardi nel rientro in classe con conseguenti richiami da parte dei professori. Anche chiedere di andarci al cambio dell’ora è diventato più complicato, perché i docenti richiedono una motivazione valida e c’è chi, ad esempio, non se la sente di alzare la mano e dire davanti a tutti che ha il ciclo e preferisce restare a casa da scuola i primi giorni per non avere problemi. O chi arriva da lontano, persino da Porlezza, e non può stare ore senza andare in bagno”.

Nonostante le difficoltà, però, i ragazzi mostrano consapevolezza rispetto alle ragioni del provvedimento: “Sappiamo bene che, con questa decisione, si vuole dare un messaggio a chi ha sbagliato e provare a educarlo, ma il disagio per noi è davvero enorme – spiegano ancora – per questo, in attesa che vengano eletti i rappresentanti d’Istituto, già i rappresentanti di classe si stanno attivando per parlare con la dirigente e portare avanti le nostre ragioni”.

Contattata da ComoZero, la dirigente ha quindi spiegato le motivazioni che l’hanno spinta a intervenire con fermezza: “Purtroppo il problema di quelli che possiamo definire veri e propri atti vandalici è un appuntamento quasi fisso a ogni inizio d’anno scolastico – spiega, infatti – nonostante nei bagni ci siano dispenser di carta igienica a singoli strappi e cestini per i rifiuti, è purtroppo frequente che gli scarichi dei wc vengano intasati con assorbenti, carta di varia natura e persino cucchiaini di metallo, tanto da dover richiedere l’intervento di una ditta specializzata per risolvere il problema, con richiamo da parte dell’Amministrazione Provinciale, proprietaria dell’immobile, a un utilizzo più consono”.

E anche quest’anno la situazione non è diversa: “In poche settimane abbiamo già registrato una porta vandalizzata nella sede di Appiano e l’urina sul pavimento a Como – racconta – per questo motivo avevo mandato una circolare interna richiamando i ragazzi a utilizzare in maniera rispettosa la scuola e avvisando che, in caso contrario, ci sarebbero state conseguenze. Dal momento, però, che gli episodi si sono ripetuti, mi sono vista costretta a prendere provvedimenti drastici”.

Il risultato, dunque, è la chiusura temporanea dei bagni e l’istituzione di un registro degli accessi per tenere traccia di chi li utilizza: “Si tratta di un provvedimento temporaneo, naturalmente, ma necessario, e mi dispiace se sta causando disagi – precisa Calzolaio – nei corridoi, però, continuo a vedere ragazzi che vanno in bagno anche durante le lezioni quindi non penso sia così complicato ottenere il permesso di uscire dalla classe, anche se poi non so come si regola ogni singolo docente. Quello che, però, i ragazzi devono capire, e che ripeto sempre all’incontro di inizio anno, è che la scuola e tutto ciò che contiene gli sono stati prestati e passeranno ai ragazzi che verranno dopo di loro: devono averne più cura ancora rispetto a quanta ne hanno per le loro cose”. Al momento, dunque, la misura resta in vigore a tempo indeterminato, mentre i rappresentanti degli studenti si preparano a chiedere un confronto per trovare una soluzione che concili il rispetto delle regole con le esigenze quotidiane della vita scolastica.

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