Da Azione Como si alza la prima voce fortemente contraria rispetto al raddoppio dei tempi di attesa davanti ai passaggi a livello che tagliano la città, dopo che – come annunciato dal sindaco Mario Landriscina – le Ferrovie Nord hanno recepito le nuove indicazioni dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza.
Esito pressoché sicuro: il raddoppio dei tempi di chiusura delle sbarre, con conseguenze sul traffico e sull’ambiente potenzialmente devastanti in una città come Como che di passaggi a livello ne ha ben tre (senza contare tutti quelli nel resto della provincia).
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“Tra un mese pare che questo capolavoro dell’insipienza burocratica, un attacco forse inconsapevole ma non per questo meno sciocco all’idea di smart city, si realizzerà ineluttabilmente – si legge nella nota di Azione Como – Del resto, nel paese pronto a creare deroghe per ogni quisquilia, tranne dove ce ne sia reale necessità pubblica, come rinunciare alla soddisfazione di paralizzare una città già congestionata, invocando una risibile “sicurezza”?”.
Il partito di Calenda sottolinea che “non risulta che il tratto urbano della linea di Ferrovie Nord sia qualificato come uno dei più rischiosi al mondo, viste anche le velocità più che moderate e la buona visibilità. Per giunta le Ferrovie hanno richiesto al Comune uno spazio per l’installazione di un nuovo Sistema di Protezione di Marcia del Treno, proprio per queste esigenze”.
“Le Ferrovie si stanno esponendo a una figuraccia colossale e stanno per creare un danno oggettivo alla città di Como – chiude la nota di Azione Como – certo invocando le norme: quelle sacrosante norme mal concepite che, stato dopo strato, stanno ingessando un intero Paese e lo condannano al declino. Certo, con mille buone intenzioni, quelle che – dice un proverbio – conducono all’Inferno”.
“La nostra città ha già troppi problemi strutturali, aggravati per giunta da un’amministrazione di rara inefficienza, per infliggerle anche quest’ultimo colpo. Azione si associa perciò all’appello del Sindaco nei confronti di tutti gli eletti comaschi in Regione e in Parlamento, affinché venga trovata una soluzione ragionevole a questa assurdità”.