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Como soffocata dall’overtourism mentre la Svizzera lo anticipa: hotel e prodotti tipici “obbligatori”, mezzi gratis e itinerari insoliti

Di overtourism orma si parla da tempo. Como è diventata una dei simboli di questa invasione senza freni da parte di visitatori in arrivo da ogni parte del mondo. Un fiume di gente che porta con sé innegabili vantaggi per chi in città ha delle attività, ma anche svariati problemi per chi in quella stessa città ci vive. Senza parlare dell’assedio a un territorio da parte di persone che vogliono a tutti i costi farsi un selfie in riva al lago che tanto va di moda.

Chi già da tempo sta cercando di governare questo fenomeno o almeno si sta attrezzando per avere mezzi utili a controllarlo, quando arriverà con la sua forza dirompente (in certe zone è già così), è la Svizzera. Come? Creando una meta turistica “sostenibile”.

Che non significa solo rispetto di ambiente e territorio ma anche della capacità di offrire molto al turista in cambio di alcune scelte.

A spiegare di cosa si tratta, concentrando lo sguardo sul turismo montano ma ampliando lo spettro all’intero settore, è Francesca Rovati, responsabile comunicazione in Italia di Svizzera Turismo e parte del progetto “Swisstainable”.

“Il progetto è nato concentrandosi su quella che è la nostra ricchezza: le montagne, gli itinerari, il trekking. E abbiamo deciso di investire su tutto ciò. Anche perché da sempre siamo attenti al tema. Basti dire che tutti i fiumi e corsi d’acqua nelle città svizzere (Zurigo, Berna, Basilea, Losanna) sono completamente balneabili”.

Una bellezza totalizzante che attira sempre più turisti. Basti pensare che alcuni anni fa dopo che alcune scene della serie sudcoreana «Crash Landing On You» erano state riprese sul lago di Brienz ci fu un’invasione. Un semplice pontile era diventato improvvisamente una calamita per i turisti, tanto da costringere le autorità locali a posizionare un tornello.

“Gli esempi intorno a noi sono tanti.  Basta vedere cosa accade in città come quella di Como”. E allora come si cerca di indirizzare i turisti? Come si può far capire che oltre il luogo “instagrammabile” c’è dell’altro?

“Abbiamo deciso di creare un marchio unico, forte, capace di indirizzare il turista e non solo e fargli capire dove si trova e cosa potrà avere. E così ecco che, ad esempio, sotto il marchio “Swisstainable”, abbiamo raccolto oltre 2600 tra hotel, imprese e altri soggetti della filiera che garantiscono di offrire ai turisti prodotti (siano essi cibi o altro), locali, della zona al 70%. Chi va li sa cosa troverà e forse ci andrà proprio per quello per capire e godere in fondo di quell’esperienza. Un bene sia per la sostenibilità ma anche per cercare di organizzare una vacanza a misura. Si è poi arrivati ad avere ben 11 località, la più famosa è Zermatt dove non si arriva più in auto ma solo con i mezzi pubblici”.

Una serie di interventi e attenzioni, dunque, che puntano a far scoprire ai turisti non solo “St Moritz ad esempio dove arriva il treno del Bernina ma anche, la magnifica valle che da li parte e va verso Coira”.

E così ecco altre iniziative come quella di “regalare a chi deciderà di arrivare con i mezzi in una località Swisstainable, per soggiornare almeno una notte, una card gratis per spostarsi il giorno dopo sui mezzi pubblici”, spiega Rovati.

Un insieme di elementi, dunque, per ampliare e far conoscere ai turisti quanto di bello esiste, in un territorio, oltre alle località di assoluto richiamo.

“Necessario anche reinventarsi come accaduto sul Monte Tamaro, meta spesso anche dei lombardi che vivono al confine. Qui  fino a 30 anni fa si sciava ma ormai non più. E così adesso i gestori degli impianti hanno deciso di riaprirli per dare così la possibilità alle persone di andare in quota e li mangiare, fare trekking e altro”.

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