Parole fortissime quelle di don Giusto della Valle, parroco di Rebbio e Camerlata, contenute nell’ultimo editoriale pubblicate sul periodico della parrocchia Il Focolare. Il sacerdote riferendosi appelli rivolti sia al Comune che alla provincia di Como per un aiuto alle popolazioni ucraine denuncia una risposta “quasi nulla”. Stessa cosa per quanto riguarda la richiesta di ristabilire i contatti con le due città gemellare Nablus (Palestina) e Netanya (Israele). E così don Giusto scrive: “Como disumana”.
E ancora: Di fronte ad un mondo sempre più villaggio globale la città di Como si sta chiudendo tra lago e colline. “Semm cumasch” tanto sventolato significa siamo chiusi, disumani? Ricordate la pubblicità sui bus della nostra città: “Como città fratelli tutti”? La nostra città va piuttosto nella direzione del “nemici tutti”, basti vedere il bassissimo profilo dialogico dei consigli comunali, o dell’ “indifferenti tutti”, “passivi tutti” o altro.
Ecco il testo completo dell’editoriale:
L’intolleranza si fa strada nei nostri quartieri: è necessario ritrovare umanità.
La politica che è anche l’arte di guidare una città è tra i servizi più importanti in una collettività. Io credo e collaboro con le istituzioni che guidano una città, una provincia, una regione e l’Italia. Abbiamo da più parti sollecitato a chi guida la città e la Provincia di Como un aiuto per le popolazioni ucraine. Risposta quasi nulla: Como disumana.
Recentemente si è chiesto un ristabilimento di contatti con la città di Nablus – Palestina e Netanya – Israele, contatti morti negli anni, ma che in tanti consideriamo un piccolo segno per prendere parte alle sorti di Israele e Palestina. Risposta nessuna: Como disumana.
Di fronte ad un mondo sempre più villaggio globale la città di Como si sta chiudendo tra lago e colline. “Semm cumasch” tanto sventolato significa siamo chiusi, disumani? Ricordate la pubblicità sui bus della nostra città: “Como città fratelli tutti”? La nostra città va piuttosto nella direzione del “nemici tutti”, basti vedere il bassissimo profilo dialogico dei consigli comunali, o dell’ “indifferenti tutti”, “passivi tutti” o altro.
Alcune migliaia di persone che viviamo a Como crediamo e agiamo fermamente nella costruzione di una città di Como fraterna, ma facciamo una gran fatica a dialogare e men che meno identificarci in chi guida la città.
Ricordo il sindaco La Pira di Firenze, faro che illuminava la città, punta avanzata di civiltà a cui tendere.
Avanza poi un altro segno di disumanità a Como: l’intolleranza o quasi per i bambini che giocano e fanno rumore sotto casa, per i giovani rumorosi che giocano a pallone nei nostri quartieri, per chi fa animazione di quartiere accompagnata a “rumore positivo”. Certo gli orari, i “volumi” vanno rispettati ma nella città avanza una corrente intollerante al “rumore positivo” dei nostri bambini e giovani. È il preludio di una città “casa di Riposo”, certo è un segno preoccupante di una Como disumana. Qualcuno ha dimenticato di essere stato bambino, ragazzo e giovane.
Benvenuti i bambini, ragazzi, giovani, associazioni che con i loro canti, giochi, feste rendono umana la nostra città. don Giusto Della Valle