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Dopo 80 anni saluta la famiglia della storica osteria sul Lago di Como: “Ma chi arriva ha fatto una promessa”

Dalla fine di questo mese, Bolvedro, frazione del comune di Tremezzina, vedrà un cambio storico uno dei suoi simboli: il Ristorante Tremezzino, aperto dalla famiglia Cattaneo nel lontano 1945. Per quasi ottant’anni, questo locale a conduzione familiare ha rappresentato molto più di un semplice ristorante: è stato un luogo di incontro, di convivialità, di tradizione culinaria e di memoria collettiva.

“Hanno aperto i miei nonni – racconta Giuseppe Cattaneo, uno dei proprietari – era un’osteria di una volta: salami, polenta, piatti semplici, ma genuini. Poi mio padre, mia madre, mio zio, mia moglie e mia sorella hanno continuato l’attività, sempre con lo stesso spirito familiare”.

Nel corso degli anni, il ristorante si è evoluto senza mai perdere il legame con la tradizione. “Adagio adagio mio papà, che faceva il cuoco, ha cambiato tutto il sistema e abbiamo proseguito fino ad oggi. Nel 1985, finito il militare, ho preso in mano l’attività e con mio zio e mia mamma abbiamo continuato insieme. Lavorare in famiglia significa affrontare giornate buone e giornate difficili, ma siamo sempre stati solo noi tre. Non abbiamo mai avuto dipendenti”, spiega Giuseppe, sottolineando l’importanza della conduzione familiare come vero cuore pulsante del locale.

“Hanno promesso di lasciare il ristorante com’è”

La cucina del Tremezzino ha sempre privilegiato i sapori del territorio, con un’offerta ampia che spaziava dai pizzoccheri al brasato, passando per piatti di carne e altre specialità locali. Un luogo dove i clienti abituali si sentivano a casa, ma dove trovavano spazio anche turisti stranieri. La clientela era varia, ma accomunata dal rispetto per la cucina tradizionale e dall’affetto verso la famiglia Cattaneo.

“La maggior parte dei nostri clienti erano abituali – racconta Giuseppe – ma abbiamo sempre lavorato con molta gente di passaggio, operai, turisti, e soprattutto persone che cercavano un pasto genuino. È stato un bel periodo, la stagione è stata sempre buona e c’è stata molta soddisfazione nel vedere che la gente tornava”.

La decisione di chiudere il ristorante non è stata facile, ma è stata dettata dalle circostanze familiari e dalle opportunità offerte dal territorio. “Le mie figlie e quelle di mia sorella fanno tutt’altro lavoro – continua Giuseppe – e quando si è presentata l’occasione abbiamo deciso di cedere. La casa e il locale erano da ristrutturare, e il Grand Hotel Tremezzo ha rilevato tutto. Hanno promesso di lasciare il ristorante com’è, mantenendolo accessibile alla gente locale e non solo a un’élite“.

Nonostante un po’ di nostalgia, Giuseppe mostra ottimismo e gratitudine: “Da una parte c’è un po’ di magone, ma dall’altra sono contento. Arrivano persone conosciute, che si impegnano a mantenere una cosa del posto. Questo dà un senso di continuità per la comunità e per chi ci ha sempre sostenuto”.

Un patrimonio di ricordi, memorie e tradizioni

Il Ristorante Tremezzino non lascia solo un vuoto fisico, ma anche un patrimonio di ricordi, memorie e tradizioni. Dai piatti che hanno segnato le stagioni a quei momenti di vita quotidiana condivisi attorno a un tavolo, la famiglia Cattaneo lascia un’eredità preziosa.

“Quello che vogliamo lasciare – conclude Giuseppe – è il ricordo di un luogo dove la cucina tradizionale e la convivialità erano al centro. Speriamo che chi continuerà qui sappia mantenere questo spirito, così che il Tremezzino resti nel cuore della gente, proprio come lo è stato per noi e per i nostri clienti”.

Così, con un misto di nostalgia, gratitudine e speranza per il futuro, il Ristorante Tremezzino chiude un capitolo lungo quasi ottant’anni, lasciando dietro di sé un pezzo di storia di Bolvedro, fatto di famiglia, tradizione e comunità.

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