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E il big del tessile sbottò. Tessuto: “Polemiche su D&G? Io li vorrei qui una volta al mese”

“Il prato, le strade chiuse, le lamentele…Ma io dico, stiamo scherzando? Vogliamo farci del male? Che Dolce e Gabbana vengano una volta al mese, piuttosto”.

Alessandro Tessuto, presidente della “Clerici Tessuto” e tra i più importanti imprenditori nel tessile comasco di lusso, trattiene a fatica l’incredulità per alcune (micro)polemiche nate prima, durante e dopo i 10 giorni lariani di Dolce&Gabbana. E, com’è nello stile, va all’attacco.

“Ho letto di alcune polemiche nei giorni scorsi – afferma Tessuto – Qualcuno si lamentava per la Regina chiusa, qualcun altro per il prato di Villa Olmo ingiallito, altri per chissà che cosa ancora. No so, per carità, ognuno può vedere le cose come crede, ci mancherebbe. Ma a me pare che tirando le somme Dolce e Gabbana abbiano fatto qualcosa di semplicemente straordinario”.

Foto di Luca Arcobello

L’imprenditore elenca alcuni dei benefici: “E’ stata una promozione enorme per il lago, per il territorio, per il turismo, per gli albergatori, per i ristoratori, per chiunque abbia potuto ammirare gli eventi dei giorni scorsi, arrivati in ogni parte del mondo. E noi – si chiede – ci mettiamo a contestare una strada chiusa per qualche ora? Mi pare assurdo”.

“Dovremmo soltanto ringraziare due stilisti che peraltro lavorano con tante aziende del Comasco per creare i loro abiti – aggiunge Tessuto – Il valore della vetrina che ha garantito il loro evento è inestimabile. Ripeto: fosse per me, glielo farei fare una volta al mese”.

Caustica l’ultima battuta: “Qualcuno ha persino detto che Como dovrebbe fare come Venezia, mettere il numero chiuso ai turisti. Ma che vengano i turisti, anche grazie a spot come quelli di Dolce e Gabbana. O vogliamo rinunciare a ricchezza, lavoro e grandi eventi?”.

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5 Commenti

  1. Nessuno ha mai criticato l’evento di per sè: benissimo che siano venuti e speriamo si ripeta.
    Un’amministrazione accorta però deve sapersi organizzare: prevedere che il prato sarebbe finito così era facile, quindi o proponi una diversa soluzione per montare palchi o li monti altrove oppure pretendi che sia rimesso a nuovo prima che se ne vadano.

    Aspettare due mesi per far crescere il prato e poi vederselo rovinare nel giro di un weekend è da polli. Farlo notare è il minimo.

  2. Caro Rumi, lei ha ragione fuori di dubbio, ma il problema non é tanto D&G e compagnia che non hanno ripristinato immediatamente il prato, la cosa sconcertante é quanto dichiarato dall’amministrazione e riportato in un precedente articolo: “ci vorranno dei preventivi..”
    Come ci vorranno??? Ovvio che ci vogliono! Portarsi avanti no???
    … aspettiamo..

  3. Vorrei permettermi di andare oltre i. Ragionamento dell’immagine che il sig. TEssuto illustra e fare questa osservazione. Che immagine lascia la D&G di se stessa ai turisti che, post evento, vedono il prato in quelle condizioni? Loro che alle ns. imprese del tessile chiedono rispetto per l’ambiente e codici etici di comrtamneto hanno analizzato il riflesso negativo che hanno lasciato non provvedendo immediatamente al ripristino della situazione del prato? Penso che se D&G vedessero le foto del prato farebbero immediatamente saltare questa testa! che volete che siano per loro una manciata di migliaia di € spesi per il ripristino delle stato a prima dell’evento?

  4. Per carità, anche io sono d’accordo col sig. TESSUTO. Rimane il fatto che avere, in questi giorni (e non ho capito fino a quando), un prato in simili condizioni non è che sia un gran bel biglietto da visita per la nostra Città.

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