Per anni i comaschi hanno visto e amato le sue opere esposte appena fuori dal colonnato di via Boldoni. Sempre la domenica e nei giorni di festa, immancabile presenza, parte integrante della città per 30 anni. Fino a qualche mese fa, era inizio agosto, quando ha dovuto rinunciare al suo storico spazio espositivo, come ci aveva raccontato tristemente in questa intervista.

E’ morto in queste ore a 76 anni il pittore comasco Luigi Piotti, era ricoverato all’ospedale Sant’Anna. Era nato a Como nel febbraio del 1949. Aveva frequentato l’Istituto Europeo di Design a Milano dove si era diplomato in Art Direction. Poi una lunga carriera tra design tessile, grafica pubblicitaria e insegnamento. Nel 1992 ha allestito la sua prima personale scegliendo definitivamente la via della pittura. Nello stesso anno, si legge in una presentazione su Coatesa:
Si dedica definitivamente alla pittura del suo lago quella che più si conosce. La più ricca di emozioni e sapore umano e anche la più redditizia ai fini della sua pittura che descrive un penetrante, delicato, suggestivo e a volte cupe e stregante paesaggio lacustre con le sue dolci malinconie, i suoi venti, le rive silenziose, i misteri che si celano da sempre negli anfratti, nelle darsene, nei parchi umidi di pioggia delle ville restituendo sulle sue tele con pacata abilità, raffinato e sicuro mestiere l’intatta atmosfera solo in apparenza assopita del lago.

L’artista si disegna con un tratto nitido, inciso di sapore metà ‘900, dimostrando quell’amore per l’antico e per l’alto artigianato dell’arte che ne caratterizza tutta l’opera. Muovendoci nel suo mondo scopriamo un paesaggista di talento, nutrito di una tradizione metà novecento amata, rivissuta e reinterpretata alla sua maniera.

Definito dalla stampa lombarda ” l’ultimo ritrattista del lago” è rimasto solo lui a creare e descrivere il paesaggio lacustre e le sue atmosfere. Le sue opere sono presenti in varie collezioni private in Italia e Paesi esteri quali gli Stati Uniti, Austria, Australia, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e Emirati Arabi.
I funerali saranno fissati in queste ore. Nell’intervista di cui parlavamo disse con amarezza: “E’ come se la città mi avesse voltato le spalle. Quello che mi è stato fatto è una cosa assurda, ho dato colore a Como per trent’anni”. Ecco l’articolo completo: