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Effetto Coronavirus sui frontalieri: Chiasso sold-out. Solo una camera libera su 67 tra hotel e case vacanza

Dopo le parole del senatore del Partito Democratico Alessandro Alfieri che, pochi giorni fa, denunciava “le quotidiane segnalazioni di datori di lavoro ticinesi che pressano i lavoratori italiani a trasferirsi in Svizzera fino a maggio” e dopo la denuncia shock dell’Ocst, l’Organizzazione Sindacale Cristiano Sociale Ticinese, che riferiva di “numerose aziende che stanno mettendo in piedi dormitori improvvisati per i lavoratori frontalieri” abbiamo provato a fare un piccolo test.

Coronavirus, denuncia shock dal Ticino: “Frontalieri in dormitori improvvisati, condizioni disumane”

Coronavirus – Confine, rabbia Alfieri: “Frontalieri pressati per rimanere in Ticino. Controlli sanitari in dogana preoccupanti”

Nessuna velleità, solo una piccola prova per capire cosa succede se per caso provassimo a prenotare una camera per stanotte, venerdì, in quel di Chiasso, Canton Ticino.

Facile, facilissimo (teoricamente) visto che la nostra vicina di casa è, oggettivamente, tutt’altro che una meta turistica per trascorrere un piacevole weekend, ma i risultati sono stati sorprendenti.

 

Se provate a cercare un letto qualsiasi appena oltreconfine su uno dei più utilizzati siti di prenotazioni online, la risposta è praticamente zero disponibilità. Su 67 strutture che si appoggiano a Booking, abbiamo infatti trovato solo una camera libera, idem su eDreams.

Proviamo su Trivago, giusto per avere una panoramica più ampia? Due camere, oppure si dorme in Italia.

Che all’improvviso l’ordinata cittadina a due passi da Como abbia scoperto una inaspettata vocazione turistica? Oppure, più semplicemente, si tratta di frontalieri ritenuti talmente necessari all’economia e alla sanità svizzere da essere costretti a rimanere in Svizzera, seppure probabilmente ospitati a spese dei propri datori di lavoro, in modo da scongiurare il rischio di perderli in caso di chiusura delle dogane? Chissà.

GALLERY-SFOGLIA, ALBERGHI SOLDOUT

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Un commento

  1. Gentile giornalista da comasca apprendo con rammarico e forte preoccupazione la situazione rappresentata nell’articolo. Sono la moglie di un frontaliere …… ma se i nostri concittadini costretti nelle strutture alberghiere si dovessero contagiare a causa dei ripetuti e continui contatti (contrariamente a quanto prescritto) chi si dovrebbe occupare delle loro cure? Forse la confederazione o i nostri ospedali già fortemente impegnati? …….chiedo alla redazione di sollecitare fortemente i nostri deputati e il nostro sindaco perché facciano quanto possibile per il bene di tutti. Nel frattempo io resto a casa. E non in un albergo !!!!! Fermate la Svizzera

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