Gli schieramenti in vista del ballottaggio del 26 giugno iniziano a prendere una loro conformazione. Dopo le parole di Roberto Adduci del Comitato Assemblee Popolari a favore di Alessandro Rapinese (il racconto), gli interrogativi su cosa farà Adria Bartolich dopo la sua presenza al comizio sempre di Rapinese (i fatti) e gli interrogativi nati da un incontro per bere un caffè tra Vincenzo Graziani (Verde è Popolare) e Barbara Minghetti ( i dettagli) , arriva un’altra netta dichiarazioe di intenti. Questa volta apertamente a favore di Barbara Minghetti. A sostenere apertamente la candidata del cento sinsitra è Arci Como che ha inviato una dettagliata spiegazione del perchè di tale scelta, dal titolo emblematico. “L’Arci dalla parte giusta”
Ecco il documento:
L’Arci è partigiana. Siamo un’associazione di promozione sociale con un milione di soci (4.000 a Como). La nostra attività è guidata dalla Costituzione, frutto della Resistenza. La necessità democratica di prendersi la responsabilità di scelte, di dire con pacata nettezza da che parte siamo è chiaramente espressa nella Costituzione, che riconosce come forme essenziali di organizzazione della rappresentanza i partiti e i corpi intermedi. L’orizzonte dei nostri desideri, delle nostre azioni politiche, culturali e ricreative è diverso da quello di altre/i che pure rispettiamo. Noi siamo parte, siamo di parte, siamo dalla parte dei diritti.A Como i nostri circoli (ecoinformazioni, Joshua, Noerus, Spop, Terra e libertà, Xanadù), aperti a tutte e a tutti, sono luoghi di socializzazione e di cittadinanza attiva, di impegno sociale e di ricreazione culturale, di autorganizzazione e innovazione politica, spazi a disposizione dei fermenti attivi della città che non hanno trovato nelle istituzioni la giusta attenzione, nodi essenziali delle reti per i diritti, la libera informazione, il pacifismo, l’antirazzismo, l’antifascismo, l’ambientalismo, l’economia solidale, le culture, la gioia di stare insieme, la ricerca della bellezza per una società più giusta. Siamo accoglienti verso ogni “diversità” (che è la normalità della natura), ma orientati, mai indifferenti.
In questo delicato momento della vita politica cittadina, riteniamo che le idee, la personalità, l’atteggiamento inclusivo e la capacità di ascolto di Barbara Minghetti, insieme alla coalizione che la sostiene e alle persone con lei elette nel nuovo Consiglio comunale, siano una speranza concreta per la rinascita della città di Como. Molti dei nostri/e soci/e hanno collaborato a tessere i fili di un’alleanza di centro sinistra tra organizzazioni politiche diverse e persone attive in città e hanno contribuito a costruire un programma che con le tante luci e, inevitabilmente, anche qualche ombra è certamente in grado di dare slancio allo sviluppo culturale e sociale della città. L’unico sviluppo per il quale vale la pena lottare. Ci sono nel programma “Viva Como Viva” equità, ambientalismo, diritti, attenzione alle persone, temi troppe volte – con le conseguenze che viviamo – esclusi dalle agende della politica locale, improvvidamente vista come una sorta di banale amministrazione di condominio, insensibile alle necessità più pressanti della popolazione: casa, salute, lavoro, partecipazione, cultura, serenità, bellezza, Pace.
Siamo nel tempo della guerra e della pandemia, siamo, però, in una delle zone del pianeta nelle quali volontariato, promozione sociale e cooperazione sono più forti e attive per giustizia sociale e ambientale. L’Arci è con questa parte della società, è con le forze politiche che vogliono rappresentarla.
Invitiamo tutte e tutti coloro che condividono la nostra scelta di cittadinanza attiva per la Costituzione a contribuire a rendere possibile l’importante tappa verso la democrazia e lo sviluppo civile che si realizzerà il 26 giugno con l’elezione di Barbara Minghetti sindaca di Como.
A firma di Gianpaolo Rosso, presidente di Arci Como.
Un commento
Che poteva fare di differente, il pur buon Gianpaolo Rosso nonché presidente dell’Arci provinciale, se non sostenere la candidatura della sua compagna di vita Celeste Grossi, che con la sua lista ha a sua volta deciso di appoggiare la candidatura a sindaco della Donna-in-carriera? Il calcolo di entrambi è di ottenere qualche vantaggio per le associazioni di volontariato o meno per le quali entrambi sono da sempre impegnati. Ma per avere solo qualche briciola – dato che sono entrambi introdotti per non aspettarsi nulla di più – valeva davvero la pena tradire i valori della Sinistra seguìti da entrambi per tutta una vita? Valeva davvero la pena rendersi complici del piano liberista e tecnocratico della Signora radical-chic e dei suoi sciagurati amici piddini che vogliono consegnare definitivamente la città ai consigli di amministrazione che contano, realizzare infrastrutture “pesanti”, aumentare l’inquinamento che stringe nella morsa il capoluogo lariano? Da oggi siamo purtroppo legittimati a definire “traditori” gli ex compagni Rosso & Grossi, che per un piatto di lenticchie (che auguriamo loro di riuscire almeno ad assaporare) hanno deciso di svendere e svilire i loro valori etici. Un vero peccato.