Dopo un risultato delle elezioni europee che in provincia di Como non lascia veramente dubbi sui vincitori (Lega, Fratelli d’Italia e in parte il PD) e vinti (M5S, Forza Italia su tutti), arrivano le prima dichiarazioni dei leader dei vari partiti (qui trovate gli esiti). Inutile dirlo: la Lega è al settimo cielo, i meloniani esultano e nelle altre sigle i bilanci sono più articolati e sfumati.
LEGA
Ha passato quasi tutta la notte in presidio nella sezione cittadina. A letto alle 4 “e sveglia alle 7 meno un quarto, perché oggi nessuno si adagia, nessuno canta vittoria, bisogna lavorarelavorarelavorare”.
Il vicesindaco, assessore e deputato Alessandra Locatelli non nasconde la “grandissima soddisfazione” per il risultato leghista alle europee. Se a livello nazionale è stato un trionfo, a livello locale si può parlare tranquillamente di risultato epocale. 48% in provincia e, soprattutto, 36% a Como città: senza precedenti. “Il risultato del capoluogo è stato una grande emozione – dice – le persone ci hanno messo in mano la loro fiducia e il loro cuore. Il risultato è frutto dell’impegno di Matteo Salvini del lavoro della Lega sul territorio per non deludere i cittadini”.
Dalle elezioni, sia a livello nazionale che locale, esce prosciugata Forza Italia. Alleato discolo che in questi mesi ha più volte dato spallate alla maggioranza che sostiene il sindaco Landriscina. “Noi andiamo avanti – dice il vicesidaco – c’è un accordo politico, siamo sempre stati corretti, lo abbiamo rispettato e lo porteremo avanti”. Anche con Forza Italia al 9.1%? “Non guardo alle cifre, c’è una coalizione di centrodestra a sostegno di Mario Landriscina, intendiamo rispettare questo mandato fino all’ultimo se anche gli altri lo faranno. Adesso bisogna lavorare senza distrarsi”.
FRATELLI D’ITALIA
Se nel campo della destra-centrodestra c’è un altro vincitore, oltre alla devastante Lega di Matteo Salvini (48% dato provinciale, 36.9% a Como città), questo è il partito di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia coglie infatti un’ottima affermazione sfiorando il 6% in provincia (5.95% per l’esattezza) e sfondando quota 6,5 nel capoluogo.
“Un risultato molto importante – sottolinea il deputato Alessio Butti – Abbiamo raddoppiato rispetto alle europee del 2014 (FdI era al 3.2%) e in città continuamo a crescere a ogni elezione. Ma il vero dato politico è un altro ancora: Fratelli d’Italia è un partito che cresce e dimostra grande forza politica in un campo dove la Lega è fortissima. Noi e loro siamo gli unici a crescere, segno evidente che questa è la strada giusta”.
Il parlamentare comasco rimarca come “questo risultato arriva perché Fratelli d’Italia gode di una rete di amministratori, dirigenti, militanti che esprimono autorevolezza e prestigio, fattori che evidentemente sono stati colti dall’elettorato comasco e nazionale”.
Sulla stessa linea della leader Giorgia Meloni, Butti rilancia il tema “di un nuovo asse sovranista, che certamente può cambiare l’assetto di un centrodestra storico che non c’è più; lo dicono i numeri, non noi”.
Inutile dire che l’avvicinamento sostanziale di Fratelli d’Italia a Forza Italia (al 9,1% sia in provincia che a Como città) stimola qualche riflessione acuminata in Butti: “Aver ridotto così pesantemente le distanze, senza peraltro l’esercito di amministratori, consiglieri regionali e parlamentari sul territorio su cui può contare Forza Italia, è una soddisfazione maggiore perché siamo stati letteralmente aggrediti dai forzisti anche in provincia di Como, durante la campagna elettorale. E io dico che tutto sommato Forza Italia deve ancora ringraziare Silvio Berlusconi, altrimenti avremmo visto anche il nostro sorpasso”.
Sul piano politico, Butti ammonisce gli azzurri: “Forza Italia deve capire che il tentativo di sfondare nel campo della sinistra moderata non avverrà e non premia; io credo ancora in un centrodestra italiano, ma è chiaro che l’asse forte oggi è tra noi e la Lega. Tra l’altro – chiude Butti – auspico che anche a Como città Forza Italia rinsavisca e metta fine alle turbolenze di questi mesi, in primis per il bene delle città”.
PARTITO DEMOCRATICO
Nel giorno dei risultati delle elezioni europee 2019, il quadro, soprattutto nella provincia di Como è chiaro: la Lega piglia tutto con un 48,33%. Segue il Partito Democratico con un 18,50%. A livello comunale, il trend viene confermato con un 36,92% per il partito di Matteo Salvini e un 26,53% per i Dem, da appena due mesi e mezzo sotto la nuova leadership di Nicola Zingaretti.
PD in leggera ripresa rispetto allo sfacelo delle politiche del 2018. Ma secondo il segretario provinciale del Partito Democratico, Federico Broggi, non è un buon motivo per rallegrarsi.
In un post Facebook, corredato da una vignetta di Altan, Broggi ha infatti ricordato come sotto la guida di Zingaretti, i Dem abbiamo il compito di “dare forma a un partito che ritorni a radicarsi nella società che sappia parlare con la larga parte della popolazione moderata di questo Paese”.
Broggi poi, nel riconoscere il risultato ottenuto da Salvini che “vince in modo chiaro e netto”, non risparmia un affondo al Movimento 5 Stelle, destinato a “essere cannibalizzato dalla Lega” nel momento in cui il PD sia in grado di riappropriarsi del suo status di forza di opposizione.
“Di fronte al cinismo della Lega – si legge nelle battute conclusive del post critiche nei confronti del tanto osteggiato “bacio al rosario” di Salvini, in occasione del comizio leghista in piazza Duomo a Milano, settimana scorsa – serve contrapporre un chiaro modello alternativo di società, che sappia davvero rimettere al centro della vita i valori umani e che non si limiti a vergognosi baci pubblici di simboli cristiani.
Il messaggio si chiude poi con uno sguardo al futuro che negli ultimi mesi è elemento ricorrente negli appelli alla “ripartenza della sinistra”: “La strada è lunga, ma la percorreremo, perché ci sono tante persone entusiaste con cui camminare #insieme”.
MOVIMENTO CINQUE STELLE
Un risveglio drammatico per il Movimento 5 Stelle comasco. Alle Elezioni europee il partito guidato da Luigi Di Maio arriva solo all’8,69%, praticamente dimezzando il dato del 2014, quando il movimento aveva raggiunto il 14,85%.
A commentare la situazione è il parlamentare comasco Giovanni Currò: “Per il Movimento 5 Stelle è un risultato decisamente negativo. Per noi adesso si deve aprire una fase di analisi e confronto per capire per quale motivo non siamo riusciti ad arrivare alle persone”.
Una possibile causa di questa debacle? “Credo che sicuramente influisca il fatto che le nostre misure sono a largo spettro e non portano un riscontro oggettivo nel breve periodo. D’altra parte credo ci sia stato un problema di comunicazione con il territorio. Bisogna capire perché in città di Como siamo andati peggio oggi, che c’è un parlamentare Cinque Stelle, ovvero io, rispetto a quando non c’era. Evidentemente non ho comunicato nel modo corretto. Quindi lavoreremo in questo senso, con umiltà perché noi non abbiamo nulla da perdere”.
Un commento
Ce lo siamo proprio messi nel cu…ore.