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In Svizzera servono lavoratori per 460mila posti liberi: per i frontalieri si apre una prospettiva storica

In Svizzera, entro i prossimi 10 anni, potrebbero mancare tra i 297mila e addirittura i 460mila lavoratori, per altrettanti posti disponibili e non coperti. Un problema potenzialmente enorme per l’economia della Confederazione ma – inevitabilmente – una potenziale occasione storica per i frontalieri e per gli italiani che sperano di trovare lavoro oltreconfine.

Secondo lo studio – rilanciato dalla Rsi – il problema è destinato a farsi sempre più grave guardando sia al medio sia al lungo termine. E questo perché la potenziale forza lavoro locale si ridurrà con il pensionamento della generazione nata negli anni Sessanta. Contestualmente, ci saranno meno nuove assunzioni, in una sorta di spirale viziosa.

A detta degli imprenditori svizzeri, l’offerta interna di manodopera e forza lavoro diminuirà di circa 297mila unità a tempo pieno da qui al 2035. E per converso, al fine di mantenere l’attuale benessere sarebbero necessari 163.000 dipendenti in più. In totale, dunque, secondo le stime dell’economia, alla Svizzera mancheranno circa 460.000 dipendenti tra 10 anni.

Le due associazioni chiedono misure politiche. L’obiettivo è quello di utilizzare meglio la forza lavoro svizzera. Ma il Paese non può fare a meno degli stranieri: “La libera circolazione delle persone dall’UE è un importante fattore di successo per la Svizzera – affermano gli autori – È fondamentale per le aziende svizzere avere accesso alla manodopera straniera in considerazione delle tendenze demografiche”. L’avvertenza, però, è che l’impiego di lavoratori stranieri rimanga “sussidiario e il più possibile socialmente accettabile”.

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