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Frontalieri e assegni familiari, Inps in silenzio da 15 mesi. In Svizzera intanto vengono pagati

Il nuovo accordo fiscale è ormai realtà  (i dettagli). Ancora un ultimo passaggio in Senato, a breve, e poi si aprirà una nuova fase per i frontalieri. Nello stesso documento anche lo smart working, seppur con un’intesa valida fino a fine giugno, è stato nuovamente regolato. C’è però un fronte molto delicato che ancora non trova una soluzione : quello degli assegni familiari (tutti gli approfondimenti).  Se infatti le casse svizzere hanno, in autonomia, cominciato a pagare negli ultimi mesi, dall’Inps, la necessaria controparte coinvolta nella gestione di questa situazione, nessun segnale. Tutto tace ormai 15 mesi.

Ma ecco i dettagli: con l’avvento del nuovo assegno unico in Italia, entrato in vigore il primo marzo 2022, si erano create grandi difficoltà per i lavoratori che si recano in Svizzera. Le Casse di compensazione svizzera (istituzioni che si occupano di numerosi servizi come, ad esempio, l’amministrazione quotidiana dell’assicurazione per la vecchiaia e i superstiti, l’assicurazione per l’invalidità nonché gli assegni familiari), avevano infatti prima sospeso l’erogazione degli assegni familiari dicendo ai frontalieri di far richiedere all’altro genitore dei figli l’assegno unico in Italia. Le Cassa di compensazione avrebbero dovuto poi pagare al frontaliere l’importo differenziale tra l’assegno svizzero e quanto già percepito dall’altro genitore in Italia. Purtroppo però per mettere in pratica questa procedura le Casse di compensazione svizzere avevano inviato alle sedi Inps locali i moduli appositi per farsi certificare l’importo dell’assegno unico pagato in Italia.

E li tutto si era arenato. Situazione di stallo che era stata superata autonomamente dalle casse di compensazione svizzere che negli ultimi mesi hanno cominciato a pagare. Ma l’intoppo è sempre a livello italiano con l’Inps che appunto non da segnali “Tutto è ancora fermo dal primo marzo del 2022 – spiega Andrea Puglia, responsabile ufficio frontalieri del sindacato svizzero Ocst – e nessun segnale sembra essere imminente. Intanto le casse svizzere continuano a pagare”.

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