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Frontalieri, lo stop allo smartworking arriva in Senato: “Proroga indispensabile”

Il 31 gennaio,  a poche ore dalla scadenza dell’accordo amichevole tra Italia e Svizzera sullo smart working dei frontalieri, il tema del telelavoro arriva in Senato (qui tutti gli approfondimenti). Martedì prossimo infatti arriverà a Palazzo Madama un ordine del giorno del M5s per il rinnovo dello smart working in favore dei frontalieri. Il pentastellato e primo firmatario Bruno Marton è chiaro: “La proroga è indispensabile per l’economia, l’ambiente e la qualità della vita”.

Come noto, Italia e Svizzera non hanno rinnovato l’accordo amichevole sottoscritto nel 2020 che garantiva la possibilità di ricorrere allo smart working per gli italiani assunti nel territorio elvetico. Il dibattito in Senato arriva proprio nel giorno della scadenza della misura: a partire dal 1° febbraio 2023, infatti, tutti i frontalieri non potranno più usufruire del telelavoro.

Ocst: “Smartworking e frontalieri, follia dell’erario italiano”. Con un solo giorno telelavoro, tassabili su tutto il reddito

“Questa è l’occasione per chiedere l’impegno del Governo sulla proroga delle regole dello smart working per i lavoratori frontalieri. Il rinnovo dell’accordo amichevole permetterebbe di superare i dubbi e le perplessità manifestate dai lavoratori stessi e dai sindacati.  Un coro unanime si è sollevato per prolungare il telelavoro: il via libera del Senato permetterebbe di non scatenare impatti pesanti sull’economia e ripercussioni sul traffico già  congestionato del nostro territorio, favorendo nel contempo la conciliazione vita-lavoro delle  famiglie”.

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