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GALLERY La bellezza sedotta e sprecata di Palazzo Natta. “Uffici per Turismo e Cultura”

Il tempio della cultura e del turismo (comunali) a Palazzo Natta? Idea suggestiva, ma non peregrina del tutto. Almeno nei piani in fase di elaborazione da parte degli assessori al Patrimonio, Francesco Pettignano e, appunto, al Turismo (olte che quasi certamente alla Cultura a breve), Simona Rossotti.

Ma prima di arrivare all’affaccio sul possibile futuro, un passo indietro. A 12 anni fa. Cioè a quando il Comune di Como – dopo un maxirestauro dello storico edificio costato alle casse comunali 2 milioni e mezzo di euro – stipulò una doppia convenzione per 9 anni (rinnovabili fino a 50) – con i due atenei presenti in città, Insubria e Politecnico. Nelle magnifiche sale affrescate dell’edificio sarebbero approdati – come in effetti poi è stato – le sedi dei rettorati oltre a locali di rappresentanza. Una storia bellissima, in teoria, almeno fino al gennaio 2017. Poi, molto, moltissimo è cambiato. In un momento preciso: quando il magnifico rettore del Politecnico di Como scrisse a tutti i docenti della sede lariana per dire, in sintesi: “Fate i bagagli, ce ne andiamo”. Come noto, così è stato. Ed entro il marzo successivo alla missiva, del Politecnico, a Palazzo Natta, non restava più traccia.

Dodici mesi dopo, come documenta la fotogallery qui sopra, il tempo si fermato nell’ala “politecnica” del prestigioso edificio sorto nel cuore di Como nella prima metà del ‘700. Mentre l’Insubria è ancora presente è attiva nella “metà della mela” ancora viva dell’immobile, le sale – magnifiche e vuotissime – un tempo (sotto)utilizzate del Politecnico sono desolatamente vuote. Solitarie nella loro inutile bellezza. Uno spreco affrescato che, però, potrebbe trovare in tempi ragionevoli un lieto fine.

“L’ipotesi valutata anche con la collega Simona Rossotti è spostare a Palazzo Natta gli uffici del Turismo e della Cultura – afferma l’assessore al Patrimonio, Francesco Pettignano – Abbiamo appena iniziato a parlarne, stiamo facendo approfondimenti e sopralluoghi. Ma l’idea potrebbe effettivamente trovare uno sviluppo e i locali, così belli, potrebbero anche ospitare piccole mostre o esposizioni in linea con la storia dell’edificio e la possibile nuova funzione”.

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