Nei giorni scorsi abbiamo raccontato il colossale progetto immobiliare che vedrebbe la realizzazione di un maxi complesso turistico, ricettivo e residenziale sulle rive del Lago di Como a Torno. L’idea, che per il momento è al vaglio dell’amministrazione comunale tramite l’avvio del procedimento per la variante al piano di governo del territorio in zona via Pliniana prevede infatti la costruzione in riva al lago di un albergo, una Spa, alcune residenze private e un porticciolo turistico per un totale di oltre 8mila metri cubi. Un progetto che, come prevedibile, è caduta come un macigno sulla testa di chi a Torno vive e ha una visione diametralmente opposta di tutela e sviluppo del paese come Agop Manoukian, ex presidente di Lechler e studioso di economia, sociologia e storia armena oltre che zio dell’attuale presidente e amministratore delegato dell’azienda di vernici di famiglia e ex presidente di Confindustria Aram Manoukian.
Casa a Torno e sincero amore per questo paese, dove è stato anche candidato sindaco nel 2019, Manoukian non è uomo da giri di parole ed esprime il suo pensiero senza mezzi termini: “Purtroppo a Torno siamo abituati al fatto che il Comune prenda decisioni importanti senza prevedere l’ascolto e la partecipazione di altri, si veda l’ampliamento esteticamente molto discutibile della casa albergo di Villa Prandoni, e oggi ci ritroviamo nuovamente nella situazione in cui una giunta composta letteralmente da tre persone dà il via libera a un procedimento che, dietro 150 pagine di retorica, altro non è che la privatizzazione di un’area, dove oltretutto era stato ipotizzato di creare un lido per restituire al paese, attraverso una modifica alla recente variante del Piano di Zona che la trasformerebbe dall’attuale tipica urbanizzazione lacustre a questo maxi progetto”.
“Capire come sia impensabile che un paese come il nostro possa reggere altri 8mila metri cubi, con tutto l’aggravio che ne consegue sulle infrastrutture e sulla circolazione, è una cosa che a rigor di logica non dovrebbe richiedere grandi riflessioni ma immagino siano già state fatte promesse ai proprietari di quel tratto di riva, tra i quali c’è la Fondazione Prandoni, partecipata dal Comune di Torno, e mi aspetto di sentire a breve le parole del sindaco che dirà che un progetto così importante porterà un sacco di soldi al Comune che verranno spesi per sistemare questo e quello – prosegue – la realtà, invece, è che questa è semplicemente una visione a corto raggio che non prende in considerazione cosa potrebbe accadere, tra qualche anno, se un giorno l’attuale bolla turistica dovesse esaurirsi o, ancor più semplicemente, che non considera il peso di una trasformazione del genere sulla qualità della vita del paese e, di conseguenza, anche sui valori delle case”.
Una riflessione tutt’altro che banale che riguarda non solo il caso specifico di Torno, ma tutto il sistema del lago sempre più a un passo dal perdere quello che l’ha reso amato e ricercato da tutto il mondo in nome di una fame di guadagni che rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang. Da qui la “chiamata alle armi” – virtualissima ma non per questo meno energica – di Manoukian che è anche un invito a una riflessione che, al di là del caso specifico, varrebbe la pena di estendere a ogni ambito del turismo sul lago.
“Abbiamo appreso la notizia di questo progetto da pochissimi giorni ma abbiamo già iniziato a confrontarci per capire come muoverci – dice Manoukian – Fra tre mesi a Torno ci saranno le elezioni amministrative e le parole dell’attuale sindaco Rino Malacrida a Comozero sono state chiarissime (“Per il lago gli investitori arrivano da ovunque, come amministratori dobbiamo dare parere favorevoli per dare benefici a tutta la popolazione. Se mi candiderò e sarò rieletto valuteremo la continuità su questo progetto per vedere cosa gli investitori vorranno fare” Ndr): se verrà rieletto, il progetto si farà. Per questo spero che chi vive a Torno prenda coscienza di questo e non voti solo sulla base di categorie politiche, ma per il bene del paese”.
20 Commenti
Il problema è il denaro. I vari proprietari sono pronti a vendere al miglior offerente. Quindi è gente del posto che preferisce capitalizzare. In più vivere nei pittoreschi borghi dei lago, non è il massimo della comodità. La lariana non è più adeguata al flusso di traffico. Spesso file di ore, mancano i parcheggi,scale, scalini, costi esorbitanti per le abitazioni. Un giovane a queste condizioni è costretto ad abbandonare il territorio. Quindi il futuro è solo turismo e trasferimento delle proprietà a ricchi investitori esteri. La realtà è dura da accettare,ma il mondo va purtroppo in questa direzione. I no ecologici di principio ,sono esercizi dialettici di buon senso da salotto. Attualmente il 50% dell’area oggetto dell’ operazione è occupata da rovi, boschi abbandonati, cascine crollate e ruderi vari. Se l’ alternativa all’ abbandono è un’ operazione di equilibrio fra cemento e parco i no di principio sono parole al vento.
Quello che sta succedendo a Torno succede in tutto il lago e pure a Como. O noi abitanti del lago alziamo la voce o continueranno le speculazioni. Il problema è che parte della popolazione laghee, soprattutto chi ha proprietà e interessi commerciali, è ben contenta di questa bolla.
Sta ai cittadini di buona volontà, che sono certo siano la maggioranza, riprendere possesso della propria terra. Per tornare a vivere il Lario e non diventare spettatori (paganti per altro) della totale gentrificazione del luogo.
a Torno sono affezionato(li’ ho frequentato le scuole medie)come tutta quella parte di lago-in cui sono cresciuto e che amo profondamente-e spero l’amministrazione si ravveda(o sia cambiata)
E quando si costruì l’ecomostro i turisti fuggirono e non tornarono mai più…
Basta cemento , non facciamo diventare il lago di Como come quello di Lugano. Demolire e ricostruite in sagoma .
Alzare le barricate contro questa iniziativa irrispettosa e folle.
“Il progetto sarà pienamente ecosostenibile, nel pieno rispetto del territorio e dell’ambiente, innalzerà ulteriormente il livello di attrazione turistica di Torno al pari dei più rinomati centri lariani e si tradurrà in un cospicuo incremento di risorse per il Comune, spendibili in servizi a miglioramento della qualità di vita dei cittadini”.
Queste le solite bugie che verranno raccontate a sostegno di un’iniziativa che appare sconsiderata a tutti coloro siano dotati di un minimo di buon senso.
Se i cittadini di Torno abboccheranno o prevarrano meno nobili interessi particolari l’Amministrazione si dichiarerà favorevole, peggio per loro.
Le alternative in democrazia sono numerose.
Abitanti di Torno, il futuro del paese è in mano vostra: alle amministrative votate Malacrida se volete uccidere il vostro oaese.
La repubblica tutela il paesaggio ecc. ecc. Ma Fatemi il favore Avverrà la solita cementificazione a vantaggio di pochi e a discapito dell’ ambiente e di tutti noi. L’importante è fare soldi,a qualsiasi costo. Mai sazio e sempre senza vergogna.
Italiano siamo specialisti a rovinare l’unica risorsa che abbiamo,il paesaggio!
Che idioti!
Condivido e sostengo il commento di Luigi e Bruno, non si po’ distruggere questo patrimonio di bellezza devastando, per accontentare i pochi mai sazi e senza vergogna.
Perfettamente d’accordo con il signor Manoukian!
Speriamo davvero che l’amministrazione ci ripensi e che i Tornaschi si facciano sentire!!! È incredibile come una decisione che ha un impatto così grande su un paese possa essere presa da solo tre persone!
Concordo pienamente!
Assurdo in un paese che si sta già oggi svuotando di abitanti per riempirsi di alberghi di lusso e B&B. Nessuno riesce più ad affittare per viverci, perché gli affitti sono fagocitati dagli alberghi per alloggiare i propri dipendenti. E la strada da Como a Bellagio è sempre quella, stretta e tortuosa. Li parcheggi introvabili.
Follia.
Amministrazioni Lariane…ATTENZIONE! Il pericolo “Venice”, “Florence”, “Naples” e per noi LakeComoWOW! e’ davvero imminente. Si lavori perché LakeComo sia ancora visitato,dolcemente, come Lago di Como o meglio come Lario, così come dovrebbe essere per il Verbano, il Benaco, Napoli, Firenze…Venezia.
Franco Brenna pervenuto fuori tempo massimo.
Se toccano l’ansa della Villa Pliniana, angolo unico al mondo, sono pazzi da legare, pazzi pericolosi.
Quando ero bambino su un Topolino avevo letto una storia, un progetto di Zio Paperone che voleva edificare 50 villette in un luogo ameno: “dopo il luogo non sarà più ameno, ma io le avrò già vendute!”. Se lo recupero lo mando al comune di Torno, magari loro non l’avevano letto.
Questa bolla finirà e avremo deturpato il lago.
Sono circa 8600 mq, cubi sono 27000!!!
Una follia allucinante per far contenti i soliti 4 gatti mai sazi, mai stanchi di abbuffarsi, mai senza vergogna, mai senza rispetto per quello che i nostri avi ci hanno lasciato o meglio donato. Tra l’altro la sponda bellagina è rimasta quasi intatta, grazie alla strada che è talmente tanto tortuosa e stretta, miracolosamente. È stato demolito con la dinamite lo sperone, arco, del ponte del diavolo per far passare i bus turistici. Una devastazione terribile che nessuno ha mai fatto notare. È ovvio che permettere che a Torno si costruiscano 8600 mq è il via libera a altri interventi simili…
Ha ragione. Il lago di Como si sta trasformando una Las Vegas de noantri. Solo che lì c’era deserto e qui un concentrato di bellezza in piccoli spazi. Prevedo un futuro nel quale i residenti stabili saranno sempre meno e quando i ricconi saranno stufi ed emigreranno in altri lidi, allora tireremmo le somme e sapremo chi ringraziare